James

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Il sole sorgeva timidamente dall'orizzonte illuminando i campi, quasi come un oceano d'oro che, con l'alta marea, inghiottiva le pianure sottostanti. Correva sul cielo scacciando via il buio, cancellando le stelle, prendendo possesso del mondo che ancora regnava silenzioso e addormentato. Tutte le persone erano, ancora, incastrate nei loro sogni di cristallo. Tutte, tranne un nervoso ragazzo dai capelli neri come la notte più buia. Non riusciva a tenere gli occhi chiusi e il mondo dei sogni gli sfuggiva dalle mani ogni volta che lo sfiorava. James Potter non riusciva proprio a dormire quella notte, e nemmeno la consapevolezza di poter finalmente tornare nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts dopo le vacanze estive riusciva a renderlo più sereno. Aveva la testa affollata da pensieri, il cuore gli scalciava un battito in più ogni volta che la mente si avvicinava, prudentemente, ad una massa di capelli rossi. Eppure lui cercava ostinatamente di non pensare. Andiamo, James! Devi dormire. È tardi. Ma più se lo ripeteva, più si rendeva conto che non sarebbe riuscito a prender sonno. Seccato ed esausto spalancò gli occhi nocciola e fece un salto dal letto a castello in cui dormiva. Avrebbe dovuto ricordarsi, si disse in seguito miliardi di volte, che il suo inquilino aveva la brutta abitudine di dormire a terra. Ma non lo ricordò e piombò dritto sulla testa di un Sirius urlante e arrabbiato. -JAMES!- strillò.

-Si?- rispose quello con finta noncuranza.

-Non so se l'hai notato, ma mi sei caduto in testa.-

-Ma no! Stavo cercando di spiccare il volo.-

-Potevi tentare di sfidare la gravità..non so..AD UN ORARIO PIÙ NORMALE?-

-La rivoluzione delle scienze non poteva attendere.-

-James Potter..- cominciò Sirius, scuro di rabbia.

-Aaaah non farne un dramma.-

-Basta non hai speranze.- concluse nascondendo la testa sotto il cuscino.

James sorrise nel buio ricordando il giorno in cui Sirius si era presentato davanti la sua porta con una valigia e uno sguardo stravolto. -Sono scappato. Non posso più tornare a casa, Ramoso- disse e lui l'aveva accolto a braccia aperte. Sirius Black era il suo migliore amico, l'avevano capito il primo giorno che si erano visti sull'espresso per Hogwarts sei anni prima. Così come lo erano Remus e Peter. Gli balenò nella mente cosa aveva detto la sera in cui avevano comunicato a Remus che non l'avrebbero abbandonato nonostante la sua maledizione: -Noi quattro fino alla fine dei tempi-.

Until The End Of TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora