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"han Jisung! Vedi di scendere immediatamente da lì!" il resto dei ragazzi si girò sentendo la voce di una delle donne risuonare in tutto l'edificio, andarono curiosi di sapere cosa fosse successo e si nascosero dietro ad un muro, trovarono una delle donne del posto che guardava in alto disperata e quando seguirono il suo sguardo si ritrovarono con un Jisung seduto sopra un ramo di un albero "no! Io non voglio essere adottato! Non senza di loro!" la donna sospirò esasperata e si mise le mani nei capelli "tu devi essere adottato non puoi rimanere qui per sempre" Jisung strinse ancora di più la sua presa sul ramo e si mise come un koala "non senza i miei amici! Trovatemi una famiglia che adotti tutti noi e ci vado" i ragazzi rimasero stupiti da questo suo atteggiamento, certo erano molto uniti ma non si aspettarono di certo che proprio Jisung dicesse ciò "ascolta, è già raro che qualcuno ti voglia, perché sì un giorno tu e i tuoi amici non vi parlerete più, non sarai più nulla per loro perché non ti vuole e non ti vorrà mai nessuno, perché pensi che i tuoi genitori ti abbiano abbandonato?" il ragazzo nell'udire ciò sentì gli occhi pizzicare e le guance bagnarsi pian piano di lacrime salate e amare, la donna soddisfatta se ne andò lasciando il povero bambino piangere per una cosa che lui pensava fosse vera, i ragazzi decisero di intervenire e consolare il ragazzo ma furono bloccati da un'altra signora che li trascinò all'interno "cosa pensavate di fare?? Non vi abbiamo di certo insegnato ad origliare le conversazioni altrui, ora per punizione dovete cominciare a pulire questo posto e non accetto obiezioni" i sette si guardarono e senza fiatare cominciarono a dirigersi nello sgabuzzino pieno di utensili per la pulizia, Felix però pensava ancora alla conversazione tra la donna e Jisung, non ce la fece più e mise giù gli utensili per poi cercare di uscire dalla finestra "Felix cosa fai?? Dobbiamo pulire qui" "non lascio Jisung da solo, non si merita ciò, non ha voluto farsi adottare per stare con noi quindi dobbiamo aiutarlo e fargli capire che gli voliamo un bene dell'anima" e senza aggiungere altro, riuscì ad uscire da lì per poi correre verso l'albero di poco fa cercando di fare il minimo rumore, una volta arrivato, trovò il ragazzo ancora nella stessa posizione di prima, ancora più decido cominciò ad arrampicarsi per poi arrivare al ramo dove si trovava l'amico, si sedette e lo abbracciò ma notò che l'altro non avesse avuto reazioni, come se fosse vuoto, Felix allora cominciò ad accarezzargli i capelli "non è vero che non conti nulla per noi, non credere a tutto ciò che dicono" "è perché dovrei credere a voi?" Jisung finalmente parlò ogni tanto interrotto dai singhiozzi, l'amico invece non seppe cosa dire, ci doveva essere rimasto malissimo se non credeva più nemmeno a loro "perché ti vogliamo bene, ci conosciamo quasi dalla nascita, non ti mentiremo mai" "sono davvero come dicono tutti? Sono pazzo?" "siamo tutti pazzi qui" la frase detta da Felix ebbe l'effetto di far sorridere leggermente il maggiore e ricambiare l'abbraccio.
Poco dopo gli altri videro Felix tornare con un Jisung sorridente e con le lacrime ormai secce in viso e cominciarono ad abbracciarlo per dargli conforto, stessa cosa fecero per tutto il resto del giorno, troppo spaventati che potesse andarsene da un momento all'altro, ma le preoccupazioni aumentarono il giorno dopo quando videro il suo letto vuoto, cominciarono subito a cercarlo ma si fermarono quando videro una delle signore camminare vittoriosa con delle carte in mano, quando li notò li guardò con un sopracciglio alzato chiedendosi cosa ci facessero lì, notando che nessuno osava parlare, Chan si fece avanti "d-dov'è Jisung?" la bomba era stata lanciata, avevano tutti paura della risposta, perché in fondo qualcosa gli diceva che ciò che temevano fosse la realtà e il mondo li cadde addosso quando sentirono la risposta da parte della donna che con tutta la calma del mondo rispose "è con la sua famiglia adesso" un silenzio tombale si creò e i ragazzi si guardarono per capire se avessero sentito male, ma no, sapevano anche loro che fosse tutto vero, Jisung li aveva abbandonati per una famiglia, era ciò il pensiero della maggior parte di loro, apparte per Minho, lui ha l'abitudine di osservare tutto da lontano prima di interagire, e ha avuto abbastanza tempo da capire che il ragazzo non li aveva abbandonati, aveva solo il brutto vizio di credere a molte cose e a quanto pare ha creduto in ciò che li era stato detto il giorno prima, senza aggiungere nulla, i sette cominciarono a dirigersi nella loro camera per poi rimanere lì dentro annegando nel silenzio, ma un rumore improvviso di una pianta di plastica che cade interruppe il pesante silenzio, guardarono nella direzione del rumore e si ritrovarono un Hyunjin infuriato, stentava a credere che Jisung li avesse abbandonati, certo non andavano già d'accordo ma questo per lui era superare il limite, Jeongin si alzò e si avvicinò al maggiore cercando di posare la mano sulla sua spalla "hyung cerca di calmarti" , ma essa venne respinta dal maggiore con forza "stai zitto e lasciami in pace, anzi vattene anche tu già che ci sei no?" rimasero tutti paralizzati alle sue parole, il minore cercò di trattenere le lacrime ma fallì "se è quello che vuoi..." il sussurro riecheggiò per tutta la stanza facendo venire i brividi a tutti seguito poi dal rumore dei passi lenti di Jeongin che si avvicinava man mano alla porta sperando che qualcuno lo fermi, ma nessuno osò, rimasero tutti fermi al loro posto senza dire una parola, il minore allora uscì dalla camera dirigendosi verso l'ufficio dove una delle donne si occupava delle adozioni.
I giorni seguenti furono traumatici per i ragazzi, se ne andarono uno ad uno, finché non rimasero solo Felix e Hyunjin, i due non si parlarono più ma il fatto che fossero uno accanto all'altro li tranquillizzava un po', ma il tutto fu rovinato quando il giorno dopo il più giovane dei due si svegliò trovandosi da solo in quella stanza, e capì che l'avessero tutti abbandonato, dal primo all'ultimo, non pianse, non si sfogò, non fece nulla, aveva un espressione vuota in viso, "ormai manchi solo tu, c'è questa famiglia che vorrebbe adottarti, accetti?" "va bene" ormai preferiva di tutto pur di non rimanere da solo, si preparò per poi trovarsi davanti ad una famiglia di tre persone, ebbe un po' paura all'idea di avere una sorellina ma se la doveva far andare bene, o questo o la solitudine si diceva, e allora compì gli ultimi passi verso la fine della storia vissuta in quell'edificio con i suoi amici, e i primi verso l'inizio di una nuova storia piena di paure e misteri.

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Ok da questo momento parte l'inizio vero e proprio della storia, spero vi piaccia <3

  wonderland;;hyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora