"sei in ritardo" Felix ancora a corto di fiato, cercò di appoggiarsi alla sedia posta davanti alla scrivania del suo capo, aveva corso tutto il tempo notando solo dopo l'enorme ritardo, cercò di riprendersi per poi guardare in volto il ragazzo davanti a lui "mi scusi, ma c'è stato un imprevisto" il capo lo guardò con disappunto per poi prendere in mano il caffè e cominciare a berlo, ma smise poco dopo poggiando il bicchiere sulla scrivania e guardando il nuovo segretario che avrebbe preferito di tutto tranne che essere lì "è caffelatte" Felix aspettò che finisse la sua frase non capendo dove volesse arrivare, sperando in un qualcosa di positivo ovvio, ma le sue speranze presto svanirono quando incontrarono lo sguardo dell'altro "e io odio il caffelatte" si congelò terrorizzato, come poteva saperlo lui? "mi scusi ma non mi avete detto le vostre preferenze" "potevi chiedermelo" "ma non avevo tempo, ve ne siete andato pochi secondi dopo" Felix cominciò ad innervosirsi, non ne poteva più di lui, ma non aveva scelta, se voleva lavorare questo o niente "potevi chiedermelo al posto di dirmi "devo?" come se ti avessi chiesto chissà quale compito difficile" non potendone più, Felix sbatté la mano sul tavolo sfidando il ragazzo "allora la prossima volta se lo prenda lei" e detto ciò se ne andò sentendo un "sei rimasto sempre lo stesso, ciò mi rende felice Alice" decise di non farsi domande sul perché continuasse a chiamarlo in quel modo, troppo innervosito da tutto ciò, si diresse verso il suo ufficio prendendo velocemente le sue cose e uscendo da lì salutando la sua amica che confusa lo guardò andarsene con passo pesante.
Erano passati vari minuti da quando se ne andò da quel posto, non voleva tornarci per un po', gli dispiaceva di dover lasciare la sua amica da sola ma il solo pensiero di vedere la faccia del capo lo irritava e gli veniva solo voglia di prenderlo a pugni, non aveva idea di dove andare, non aveva la minima voglia di tornare a casa, allora decise di vagare ancora un po' per le vie di quel posto fin quando non si scontrò con qualcuno, si scusò con il ragazzo e fece per andarsene ma solo dopo si rese conto che si trattasse dello stesso ragazzo che lo stava seguendo quando era intento a trovare un bar, si girò per parlargli ma notò che fosse sparito, come volatilizzato, si rigirò dall'altra parte continuando la sua strada senza meta fin quando non passò davanti ad un parrucchiere e un idea gli balenò in testa, se non lo consideravano abbastanza strano, beh ora era il momento di farlo.
Uscì dal posto con un sorriso a trentadue denti accompagnato dagli sguardi della gente che borbottava e commentava i suoi capelli, non gli importò più di tanto, se a loro non andava bene non era affar suo, continuò la sua camminata fino a ritrovarsi circondato da alberi, si rilassò chiudendo gli occhi grazie al silenzio che regnava in quel posto, era così rilassante poter sentire il rumore delle foglie che si muovevano grazie al leggero vento, agli animaletti che si rincorrevano, a lui piaceva tutto ciò, non dover più sentire le lamentele della madre, la sorella ubriaca che rideva senza ritegno, le urla del capo di prima mattina, era questa la pace che preferiva, ma riaprì gli occhi di scatto quando sentì un fruscio fastidioso sopra di lui, alzò la testa vedendo poi un ragazzo dei capelli scuri con qualche ciocca azzurra seduto su un ramo, rimase a guardarlo per un po' chiedendosi per quale motivo fosse lì ma prima di poter chiedersi altro sentì un altro rumore dietro di lui, si girò spaventato per poi vedere un uccellino, dalle sue labbra fuoriuscì un sospiro di sollievo alla vista dell'animale innocente per poi tornare a guardare in alto non trovandosi però nessuno, come fece ad andarsene così in fretta? Se l'era immaginato? Si fece altre domande del genere prima di lasciar perdere e di decidere di tornare indietro, confuso e anche un po' spaventato, decise di tornarsene a casa sta volta, non voleva vedere altro, troppe stranezze in un giorno solo.
Una volta a casa, se ne andò dritto in camera sua ignorando le conversazioni tra sua madre e le sue solite amiche che venivano tutti i giorni per raccontarsi vicende viste o sentite in giro, entrato in camera, la prima cosa che fece fu quello di lanciare tutto a terra e buttarsi sul letto, era una giornata strana e pesante per lui, ma le stesse domande continuavano a passargli per la testa, chi è questa Alice? E cos'ha a che vedere con lui? Cercò di non pensarci ma fu impossibile, deciso di scoprire la verità, si diresse silenziosamente verso la stanza della madre, una volta entrato cominciò a frugare nei cassetti trovando cose che non voleva neanche sapere che ci fossero, cercò di non darci peso continuando a cercare per poi sorridere vittorioso quando si ritrovò con le carte dell'adozione tra le mani, chiuse il cassetto e si diresse nuovamente verso la sua camera, chiusa la porta, si sedette a gambe incrociate sul letto cominciando a dare un'occhiata a quella carte leggendo tutto senza tralasciare neanche un dettaglio soffermandosi poi ad un punto in cui indicava in quale via si trovasse l'orfanotrofio del quale non si ricordava nulla, soddisfatto, ripiegò i fogli cercando di nasconderli da qualche parte e prima di poter rilassarsi in pace, la porta si aprì rivelando sua madre che fece uno sguardo contrariato una volta visto il figlio "che hai fatto ai capelli?" Felix quasi si dimenticò della sua seduta dal parrucchiere, ma poi inclinò la testa di lato con uno sguardo confuso "avevo bisogno di un cambiamento, non ti piacciono?" "no e penso non piaceranno neanche alla tua futura moglie" detto ciò chiuse la porta abbastanza violentemente lasciando il giovane sbuffare e toccarsi i capelli ormai biondi, era deciso a ricordare il suo passato ma soprattutto sapere chi fosse questa famosa Alice>------ ♦️ ------>
Nessuno:
Io: adorare i/le Seungmin, Felix e Jeongin stan, cioè sono tipo awwwfjkdwjn, quindi se avete come bias uno di loro sposatemi tipo subitoProblemi miei apparte vi sta piacendo la storia fino ad adesso?
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wonderland;;hyunlix
أدب الهواةdove felix e hyunjin guardavano alice nel paese delle meraviglie quando erano piccoli e decisero di fare un gioco "facciamo un gioco, tu sei alice" "tu sei matto" "siamo tutti matti qui"