MARCO BODT

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Primo giorno di addestramento

-Tu dannato chi sei e da dove provieni!- Disse l'istruttore urlando ad un ragazzo biondo abbastanza basso- Sono Armin Arlert del distretto di Shiganshina!- rispose lui urlando. Non capisco perché urlano tutti. Tch, che fastidio. I miei pensieri si soffermarono su una delle parole che disse il ragazzo, Shiganshina. I sensi di colpa iniziarono a farsi sentire sempre più forti, sempre più forti finché non riuscii a scacciarli via, non volevo pensarci ormai era il passato e non potevo farci nulla anche perché in quel momento non ero cosciente.
-Tu dannato chi sei!- riprese l'istruttore, -Sono Jean Kirschtein del distretto di Trost!- Uffa ma devono sempre urlare tutti! Il ragazzo a cui si era riferito era alto con i capelli bruni e un ciuffo che gli copriva la fronte sembrava quasi... un cavallo.-E dimmi dannato perché sei qui!-I-io sono qui per entrare nel corpo di gendaria e vivere nei territori interni.- Perfetto un codardo ho già capito. L'istruttore continuò a tormentare tutti i cadetti che aveva a tiro fatta eccezione per alcuni come me, Bertholdt, Reiner e altri. Un cadetto aveva sbagliato di nuovo il saluto, mi sembra si chiami Connie Springer o una cosa simile. Era basso e rasato, l'istruttore lo prese per la testa e lo sollevò da terra finché un rumore non catturò l'attenzione di tutti.-Tu che cosa stai facendo...- Disse con un tono cupo che mi fece gelare il sangue, le sue parole erano dirette ad una ragazza dai capelli rossicci legati che stava mangiando una patata- È CON TE CHE STO PARLANDO DIMMI SUBITO CHI SEI DANNATA!- la ragazza ingoiò subito il boccone terrorizzata- Sono Sasha Blouse del villaggio di Dauper- Disse la ragazza. Non ascoltai il resto della conversazione. Tch, non mi interessava volevo solo andarmene via.

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-Tch, qui il cibo fa schifo- Dissi con un filo di voce per non farmi sentire, ma per mia sfortuna Reiner, che era accanto a me, mi sentì- Hai ragione a casa cucinano molto meglio.- Lo guardai male e mi andai a sedere in un tavolo vuoto. Figuriamoci se volevo fare amicizia con uno di loro al di là del fatto che sono demoni, nessuno mi sta simpatico. Sono sempre stata una persona che si apre dopo tanto e si fida solo di poche persone, sono anche molto silenziosa e prima loro capivano che non volevo fare amicizia meglio era per tutti. Venni interrotta dal rumore di un vassoio che si posava accanto il mio- Ehi i-io sono Marco. Ti ho vista qui da sola e ho pensato d- Hai pensato di venire a parlarmi giusto?- B-beh sì. Come ti chiami?- continuò lui, sinceramente oggi non volevo parlare con nessuno ho perso il mio migliore amico circa due anni fa e non l'ho ancora superata del tutto, tuttavia non volevo rispondergli male era stato così gentile non sapendo quanto io sia acida con gli sconosciuti, ad ogni modo gli risposi- Questi non sono affari tuoi, oggi non sono in vena di chiacchierare o di fare nuove conoscenze. Buonanotte.- Mi alzai e subito mi sentii in colpa. Perché devo sempre fare così! Lui era ancora seduto al tavolo che mi guardava deluso, sicuramente non si aspettava una risposta del genere. Posai il vassoio e mi avviai verso il dormitorio. Mi sedetti sul letto e tirai fuori dalla tasca della mia giacca una foto mia e di Porco, lui era l'unica ragione per continuare a vivere in questa isola di merda.

Il giorno dopo

Presi coraggio e decisi di andarmi a scusare con il ragazzo di ieri, pure io avevo capito di essere stata fin troppo stronza.- E-ehi.- ma perché cazzo balbetto. Uff che fastidio.- Ehi!- rispose lui con voce dolce- Senti mi dispiace per ieri ero di cattivo umore non volevo risponderti così male- Il moro mi guardò e mi sorrise dolcemente- Oh figurati, comunque non mi hai ancora detto come ti chiami.- Prima che potessi rispondere arrivò faccia da cavallo ad interrompere la nostra conversazione- Ehi Marco! Sei ancora qui a darle fastidio!- Disse sfacciato, odio le persone che interrompono solo per dire cazzate- In realtà non mi stava dando fastidio, tu invece sì. Comunque mi chiamo (t/n).- Dopo aver risposto me ne andai lasciando il moro sorpreso e il bruno imbarazzato. Dopo essermi scusata decisi di andarmene, non avevo per niente voglia di fare combattimento corpo a corpo, sono brava, so di esserlo lo faccio da quando sono piccola. Stavo per andarmene, ma una figura alta e robusta mi si parò davanti- Ehi vuoi saltare l'allenamento eh! Se non vuoi che ti faccia diventare ancora più bassa cerca di impegnarti!- In quel momento l'avrei ammazzato, perché Reiner deve sempre mettersi in mezzo, PERCHÉ NON SI FA MAI I CAZZI SUOI!- Tch, Reiner levati dai piedi.- Risposi fredda, dopo due anni ancora non l'ho perdonato, è colpa sua se Marcel è morto, sua e di nessun altro. Iniziai ad innervosirmi e pensai che l'unico modo per mandare via quel rompicoglioni era atterrarlo.- Vieni Eren!- Disse. Non ci credo, mi aveva disturbata solo per far fare il lavoro sporco al suo amico! Che nervi. Mi misi in posizione- Fai bene a metterti in guardia. ARRIVOOO!- Dopo neanche un minuto era a terra. Tch, era troppo semplice.- Allora posso andare?- N-no devi prima strappargli di mano il pugnale- Sentivo il ragazzo per terra blaterare sul modo specifico di come prendere il pugnale, ma io me ne volevo soltanto andare. Gli presi quella specie di pugnale in legno dalla mano e in seguito atterrai anche Reiner. Se lo meritava, era stata una soddisfazione enorme.- È una tecnica incredibile ma chi te l'ha insegnata?- Mi chiese il bruno, potevo rispondere fredda, ma poi mi sarei dovuta scusare di nuovo e non ne avevo nessuna voglia.- È stato mio padre- E lui da chi l'ha appresa?- Questo non ha importanza.- Il mio tono sottolineava benissimo il fatto di non voler parlare con nessuno, ma lui non si scoraggiò.- Insegnamela!- Disse entusiasta il ragazzo. In realtà non mi sembrava così antipatico, mi sembra si chiami Eren.- D'accordo.- Risposi. Era una frana nel combattimento, faceva abbastanza pena, ma non ci feci troppo caso. Finito l'allenamento andai a fare una doccia e a prepararmi per la cena.

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Mi sono seduta al tavolo con Marco che mi ha fatto conoscere alcuni ragazzi del 104esimo. Non sono così male, continuo a pensare che Reiner sia più rompicoglioni di tutti loro messi insieme. Ho conosciuto meglio Jean detto faccia da cavallo, Connie, Sasha, Christa e di conseguenza Ymir che le sta sempre appiccicata. Sapevo che avrei avuto bisogno di qualcuno per superare questo inferno e l'ho trovato anche se, ogni volta che lo guardo mi sembra di vedere Marcel che mi guarda deluso e mi chiede- Perché mi hai rimpiazzato così?- Marco non era un rimpiazzo, io non lo vedevo come tale, ma senza Marcel ero completamente persa, i miei compagni erano due idioti e mi ero stancata di passare le giornate da sola a guardare quella foto, che ormai era l'unico motivo per cui continuavo ad andare avanti.
Dopo cena io e Marco andammo a fare un giro e a noi si aggiunse anche Jean.- Ehi (t/n), l'istruttore non ti ha chiesto in che corpo vuoi entrare...- Disse il bruno- Sì che cosa vuoi fare finito l'addestramento?- continuò il moro- Uhm... Penso che entrerò nel corpo di ricerca. So che è pericoloso, ma mi affascina il mondo esterno, vorrei tanto sapere cosa c'è al di là di queste alte mura.- Ad ogni singola parola mi sentivo sempre più in colpa, potevo anche non esagerare così tanto. Tch, l'importante è che se la siano bevuta.
Tornammo nei rispettivi dormitori e mi preparai per andare a dormire. Guardai quella bellissima foto di me Porco abbracciati prima della partenza e in seguito mi addormentai.

~spazio meee~
Allora sto capitolo è un po' noioso ma vbb. Non mi ricordo a memoria i dialoghi dell'anime quindi so che ci saranno un sacco di errori.
Comunque sono innamorata di Marco e Jean se non si fosse capito.

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