ABBRACCIO

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[t/n] pov's

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza, mi tornarono in mente i ricordi della notte prima. "Allora resta" perché me lo aveva detto? Perché è stato così gentile nonostante mi odiasse e io odiassi lui? Perché mi ha riportato in camera e non mi ha lasciato sul tetto?

Non feci troppo caso a questi pensieri, in fondo aveva solamente evitato che una sua sottoposta si ammalasse, non penso sia una cosa su cui rimuginarci sopra.

Mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, feci una doccia calda e mi preparai per scendere a fare colazione.
-Buongiorno [t/n]!- Disse Eren euforico, tutti gli altri si limitarono a fissarmi per poi tornare a parlare tra loro.- Ehi [t/n], ne stavamo parlando con Eren...- Lo guardai incitandolo a continuare.- Tra i vostri amici c'è qualcuno che si vuole unire al nostro corpo?- Mi soffermai sulla domanda che Eld mi aveva appena fatto, sinceramente non penso di avere ancora degli amici, li avevo persi tutti dopo i miei comportamenti di qualche giorno prima.

Lo guardai seria e dissi.- Sinceramente non mi interessa, non sono miei amici.- Tutti mi guardarono stupiti, quello che rimase più scioccato dalle mie parole fu Eren che subito mi disse preoccupato.- [t/n], ma Marco, Jean e tutti gli altri certo che sono tuoi amici!- Eren...M-Marco è morto.- La mia voce tremava e lacrime iniziarono solcare le mie guance per poi cadere sul tavolo.

Intanto il capitano stava osservando tutta la scena: io che piangevo disperata, Eren che stava cercando di trattenersi e il resto della squadra che mi guardava dispiaciuta.

Corsi via in direzione del tetto, ma mi ricordai che ormai Levi sapeva che quello era il mio rifugio e in poco tempo me lo sarei trovata davanti che mi chiedeva spiegazioni. Decisi di prendere il mio cavallo e di andare a farmi un giro. Il nostro quartier generale era situato nel Wall Maria, ovvero territorio di azione dei giganti è per questo che tutti i giorni andiamo in ricognizione, ma se li batto sul tempo non dovrebbero vedermi.

Arrivai in una parte un po' rialzata rispetto a tutto il resto del bosco, in cima a quella collinetta c'era solo un albero solitario e qualche metro più avanti c'era un ruscello con l'acqua che rifletteva la luce solare.
Legai il cavallo all'albero e mi sedetti accanto a lui, in giro non c'erano giganti quindi potevo stare tranquilla almeno per ora.

-Chissà se entreranno davvero nel corpo di ricerca...- Speravo non lo facessero, non volevo più vederli, me ne volevo andare, prendere Eren e tornare a casa.
Ripensandoci i miei obiettivi non erano cambiati.

Levi pov's

-Fermo Eren!- Dissi al moccioso che si stava alzando per inseguirla. Mi guardò confuso come per chiedermi il perché.
-Se n'è andata perché vuole stare da sola, se avesse voluto compagnia sarebbe rimasta qui.- Lui mi guardò, finalmente aveva capito che avevo ragione. Ad ogni modo dovevamo uscire in ricognizione e quindi serviva anche lei.

Mi recai sul tetto cercandola, a quanto ho capito le piace proprio venire quassù, cercai in ogni angolo. Lei non c'era.

Non era neanche nella sua stanza, così decisi di prendere il mio cavallo per controllare qui in giro e notai che il suo non c'era. Merda. Se è uscita da sola potrei ritrovare soltanto il suo cadavere.

[t/n] pov's

-Promettimi che erediterai il femmina.-
-Ma mamma...-
-Promettimelo! Soltanto tu sarai in grado di sfruttare il suo vero potere!-
-D'accordo te lo prometto...- In seguito quegli uomini portarono via mia madre e mio padre.

-Mocciosa svegliati!- Sobbalzai.- Era solo un sogno...- Dissi a bassa voce.- Che cosa hai detto?- Niente.- Risposi guardando l'uomo in faccia. In che senso "solo tu puoi sfruttare il suo vero potere".
A quanto ne so i miei genitori si erano conosciuti al campo d'addestramento per diventare guerrieri. Mio padre aveva ereditato il colossale e mia madre il femmina. Lei veniva chiamata la "bambina prodigio" il potere del suo gigante era qualcosa di mai visto.

Mi ricorda molto Zeke, sono l'unica a sapere che lui è di sangue reale, si comporta come se fosse il mio fratellone, non in senso letterale, ma ha questo senso di protezione nei miei confronti che non ho mai capito. Le persone di sangue reale sbloccano tutti i reali poteri dei propri giganti come Zeke e mia madre.

A quanto ne so mia madre non era di sangue reale anche se il suo femmina oltre che attirare a sé i giganti puri riusciva a controllarli, il suo massimo era di dieci giganti, riusciva anche a controllare una persona capace di trasformarsi, ma questo richiedeva molto più sforzo e concentrazione.
Dopo la morte dei miei genitori fui adottata da Magath, ma non mi trattò come sua figlia, per lui ero una specie di arma, in realtà mi aveva tenuto con sé solo perché sperava che avessi le abilità di mia madre che, ovviamente, non avevo, per tutti ero solo la figlia di un prodigio.

Appena rivedrò Zeke gliene parlerò, devo assolutamente confrontarmi con lui. Probabilmente è più informato di me su questo argomento.

-Mocciosa vieni, dobbiamo andare in ricognizione.- Fa sul serio?! Siamo già in ricognizione! Siamo fuori dalle mura e lontani dal quartier generale, per quanto mi riguarda io non torno fino a quella sottospecie di castello per poi tornare indietro.- Vi risparmio la fatica, non ci sono giganti in giro.- Dissi ironica, a quanto pare all'uomo di fronte a me la mia risposta non piacque.

Senza accorgermene mi alzò da terra e mi mise sulla sua spalla destra a sacco di patate.
-LASCIAMI!- Dissi secca urlando mentre mi dimenavo cercando di liberarmi dalla sua presa. Lui prese un respiro profondo e poi si degnò di rispondermi.- Tch, devi smetterla di comportarti come una mocciosa. Qui ci sono delle regole da rispettare, se dobbiamo andare in ricognizione significa che dobbiamo. andare. in. ricognizione.- Disse sillabando le ultime parole.-Tu non puoi capire.- Sibilai. Lui mi mise per terra, o meglio, mi lanciò per terra facendomi sbattere l'osso sacro.- Pensi che non possa capire.- La sua non era domanda, ma un'affermazione.

Continuava ad avvicinarsi fino a quando i nostri nasi arrivarono a sfiorarsi. I suoi occhi erano vuoti e freddi. Si capiva da lontano che stesse soffrendo nonostante si fosse creato una maschera di apatia e indifferenza.
-Sai quanti compagni ho dovuto salutare e ho perso. Facci l'abitudine. Se scegli di diventare un soldato e soprattutto se scegli di entrare in questo corpo prima o poi dovrai dire addio a qualcuno a cui tieni. Smettila di piangere come una mocciosa, perché non serve a niente.-

Dopo le sue parole rimasi pietrificata, quell'uomo aveva sofferto davvero tanto, sicuramente potevo capirlo e sicuramente lui poteva capire me, ma appunto perché poteva capirmi non aveva il diritto di urlarmi contro. Sapeva esattamente cosa stavo passando.
-Ti sembra che io non abbia dovuto dire addio a nessuno, notizia del giorno, l'ho fatto, tante volte. I miei genitori sono morti, il mio migliore amico è stato divorato davanti ai miei occhi e quando finalmente avevo trovato una persona con cui confidarmi ho perso pure quella. Dopo la sua morte ho trattato tutti i miei amici di merda e per finire in bellezza ho lasciato la persona che amo. Quindi sì, posso capire e buon per te che ci hai fatto l'abitudine, ma non tutti ce la fanno così in fretta, quindi devi darmi una tregua!-

Lui mi guardava sempre nello stesso modo, ma stavolta c'era una luce nei suoi occhi come se si fosse pentito di avermi sgridato l'attimo prima.
Ad un tratto le sue braccia mi avvolsero e mi spinsero contro il suo petto. Mi sentivo protetta come quando mi abbracciava Marco, come quando mi abbracciava Porco, ma era soltanto lui. Levi.

~spazio me yup~
io sono innamorata di levi scusate;
mentre scrivevo sto capitolo stavo sclerando;
l'idea mi è venuta sotto la doccia e niente spero vi piaccia.

~M

only you| levi x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora