Eichiro tirò l'ennesimo sospiro, davanti a lui c'era nuovamente una parete che gli bloccava la strada, aveva perso il conto di quanti vicoli cechi avesse già trovato.
Armato di pazienza tornò in dietro a cercare una nuova strada, continuava ad attraversare quei vicoli nella speranza di trovare una via d'uscita, passò un buon quarto d'ora prima di riuscire a trovare finalmente un portone. Per un momento credette di trovarsi di fronte al primo portone per quanto si assomigliassero, ma questo aveva le ante di ferro arrugginite, come da prassi alzò lo sguardo per trovare l'ennesima incisione in cima all'arco, questa volta non ci pensò due volte prima di leggerla ad alta voce.
"The sculpture"
Com'era prevedibile il portone si aprì leggermente, spalancò una delle ante e si assicurò che il posto fosse illuminato prima di entrarci. La luce illuminava l'intera stanza, ma al suo interno sembrava che ci fossero stati degli atti di vandalismo. Attraversò definitivamente il portone e lo lasciò chiudersi alle sue spalle, il posto sembrava un museo abbandonato, al suolo era pieno di cocci appartenenti a vasi antichi, molte statue sui piedistalli erano state decapitate o parzialmente distrutte, i quadri un tempo appesi alle pareti erano strappati o bruciati.
Provò un senso di sconforto a vedere tutta quell'arte andata persa in modo così brutale. Passeggiando per quel museo in rovina lo scenario era sempre lo stesso, però in una di quelle stanze scorse un dipinto non troppo distrutto, né per mano di un essere umano né dal tempo, incuriosito si avvicinò per studiarlo meglio, prendendolo tra le mani un sorriso nacque sulle labbra carnose "Che bello! È la notte stellata di Van Gogh, è il mio quadro preferito...ma come può trovarsi qui... bha sarà solo un imitazione" disse mettendo giù il quadro e continuando a vagare tra le stanze.
Finalmente arrivò all'ultima stanza, era diversa dalle altre, completamente vuota, salvo per una sola statua, era l'unica a non essere stata distrutta, ma aveva comunque un aspetto malconcio, sembrava fatta di calcestruzzo e cemento armato con tracce di vernice spray un po' ovunque, aveva le sembianze di un omino con le braccia tese, il volto era un po' inquietante e anch'esso era macchiato irrimediabilmente di vernice.
Avvicinandosi vide che la statua era poggiata contro una porta poco più piccola di lui, sopra di essa lampeggiava la parola "exit" ciò significava che per uscire da lì doveva prima spostare la statua, visibilmente pesante, sperando di non dover di nuovo cercare una chiave. Si mise al fianco della statua e poggio le mani contro quello che dovrebbe essere la sua schiena, iniziò a spingere con attenzione non volendo distruggere anche quell'unica opera pressoché intatta, ci mise un po' più del previsto, non si aspettava che pesasse così tanto.
Quando la mise abbastanza lontana dalla porta tornò in dietro per andarsene da lì, ma si accorse che sull'anta, prima nascosta dalla presenza della statua, c'era una seconda scritta "Don't take your eyes off her".
Confuso da ciò si voltò verso la statua, si paralizzò quando vide il suo volto a pochi passi dal suo. Si scostò di scatto, continuando a guardarla, lentamente iniziò ad allontanarsi senza distogliere lo sguardo, era arrivato vicino alla stanza precedente quando i suoi occhi iniziarono ormai a bruciare, dovette per forza chiuderli per farli riposare, gli riaprì velocemente solo per vedere che la statua aveva percorso metà della stanza, lo sguardo vuoto puntava sempre verso di lui.
Eichiro si lasciò prendere dal panico, si voltò ed iniziò a correre velocemente, dietro di lui poteva sentire la statua muoversi e travolgere tutto ciò che incontrava. Corse a perdifiato ripercorrendo tutte le stanze che aveva precedentemente esplorato, ma questa volta non aveva neanche il tempo di guardarsi intorno, era così concentrato a correre che non notò il grosso pezzo di vaso che gli capitò tra i piedi, facendolo rovinosamente cadere al suolo, i cocci gli procurarono dei graffi sul viso ed un profondo strappo sulla manica della larga felpa rossa.
Non ebbe il tempo di realizzare cosa gli fosse successo, sentiva la statua dietro di lui avvicinarsi, istintivamente si voltò il più velocemente possibile, appena in tempo, la statua immobile davanti a lui, aveva proteso le braccia in direzione del suo collo, il freddo cemento gli sfiorava la pelle facendogli salire i brividi lungo la schiena.
Era convito che fosse finita, la scultura lo avrebbe strangolato a morte, non sarebbe mai uscito da quell'inferno, non avrebbe mai più visto la luce del sole, teneva gli occhi fissi su di lei, pronto al peggio, ma non successe nulla, restava immobile davanti a lui.
"Non toglierle gli occhi di dosso", la frase incisa sulla porta gli balenò alla mente, parlava di lei? Non doveva smettere di guardare la statua? Da quel che vedeva era proprio così, finché il ragazzo teneva gli occhi fissi sulla statua essa non muoveva un passo. Iniziò a strisciare lentamente all'indietro, sfuggendo dalla sua fredda presa, nessun movimento, si rimise in piedi senza battere ciglio, ancora nulla, le girò in torno ma si astenne dal darle le spalle, camminava all'indietro molto lentamente attento a non inciampare nuovamente.
Una volta arrivato ad una svolta che portava alla stanza successiva sapeva d'esser costretto a perdere di vista la statua, i suoi occhi erano ormai al limite, iniziavano a lacrimare per quanto gli facevano male, consapevole che avrebbe comunque dovuto distogliere lo sguardo, svoltò l'angolo e nel frattempo chiuse gli occhi, riaprendoli un attimo dopo, come previsto la creatura si mosse ma si paralizzò non appena Eichiro gli rimise gli occhi addosso.
Dovette ripetere il gesto un po' di volte, tremava ogni volta che, riaprendo gli occhi, la scultura si avvicinava sempre di più, sussultò quando finalmente colpì la porta con la schiena, cercò alla cieca la maniglia e quando la tirò si aprì senza fare storie, la scultura si trovava esattamente al centro della stanza, le braccia ancora rigide davanti a se, quando Eichiro aprì definitivamente la porta e la richiuse davanti a se, all'interno della serratura c'era una lucida chiave di ferro, non ci pensò due volte prima di girarla, sigillando definitivamente la creatura dentro il museo.
Scossoni e violenti urti iniziarono a far tremare l'anta, la scultura cercava insistentemente di uscire, fortunatamente la porta era abbastanza solida da resistere finché non si arrese, lasciando dietro di sé solo uno spettrale silenzio.
Poggiò la fronte contro la porta, tenne gli occhi chiusi per quelle che sembravano ore, aveva bisogno di riposarsi, il suo corpo non la smetteva di tremare, fece dei respiri profondi lasciando entrare l'aria fresca nei polmoni.
Quando poi si riprese sapeva di dover andare avanti, non aveva altra scelta, si voltò finalmente a guardare ciò che sapeva essere l'ennesimo labirinto ma rimase stupito quando, alzando lo sguardo, vide finalmente il cielo.
Un corteo di stelle, accompagnate da una splendida luna piena, illuminavano il paesaggio circostante che diversamente dagli altri corridoi, composti da materiali freddi e tetri, questi sembravano composti da enormi cespugli di rovi, piccoli boccioli di rose spuntavano qua e là, principalmente coperti dalla moltitudine di foglie presenti sugli arbusti, ma non abbastanza per coprire il mare di spine che dava alle siepi un aria pericolosa.
Rincuorato dalla splendida vista che si stagliava davanti a lui, non ci pensò due volte prima di imboccare il sentiero, vagava per il labirinto tentando, in vano, di non perdersi, spesso alzava lo sguardo per ammirare il cielo.
Quando finalmente arrivò davanti al grande portone si avvicinò per cercare di leggere ciò che c'era scritto su di esso, quando un improvviso rumore al di là della siepe alla sua sinistra lo fece sussultare, nel silenzio assoluto della notte, un forte suono, ciò che sembrava essere una voce, ruppe la quiete del posto.
Incuriosito, ed anche preoccupato che si potesse trattare dell'ennesimo mostro, si avvicinò cauto alla siepe, cercando di vedere oltre, ma gli arbusti erano troppo spessi ed intrecciati per permetterglielo, cercò in vano di aprirsi un varco ma riuscì solo a far muovere le foglie presenti in quel punto, dall'altro lato intanto non si sentiva più nulla.
Finì col convincersi che si trattasse nuovamente della sua immaginazione, era così stanco di essere solo, che si illudeva ci potesse essere davvero qualcun altro lì con lui.
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Are you afraid of mosters?
Mystery / ThrillerQuando tutto ciò che credevi fosse solo immaginazione dimostra di essere reale e pericoloso... Questo è quello che succede in questa storia, dove gli incubi diventano realtà. AVVERTENZE: -linguaggio scurrile. -scene violente. Se siete sensibili a qu...