CLASS-D

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Camminavano per il labirinto grigio in silenzio, troppo stanchi anche per parlare, non ostante avessero dormito per circa un'ora, Kaii lanciava occhiate di traverso al ragazzo più piccolo, camminava con lo sguardo basso, nessuno dei due si era dimenticato cosa era successo nell'illusione, ma non sembravano comunque intenzionati a parlare del quasi bacio che stavano per darsi.

Fu Eichiro a rompere il silenzio "Stavo pensando una cosa..." "Quindi ogni tanto pensi?" lo prese in giro, il rosso si limitò a ridere leggermente, oramai rassegnato alle battute del moro. "Perché noi?" chiese poi.

Kaii si fermò a guardarlo "Noi cosa?" "Perché hanno preso noi, cioè... cosa abbiamo di speciale? E perché siamo insieme? Che cosa ci accomuna?" le sue domande erano più che lecite, ma nonostante ciò non conosceva la risposta.

"Non ne ho la più pallida idea..." "Sei molto d'aiuto" "E' sempre un piacere aiutarti" questa volta Eichiro scoppiò sul serio a ridere, coinvolgendo anche Kaii.

Il labirinto sembrava più lungo del solito, forse anche per via della stanchezza, quando finalmente si ritrovarono davanti alla porta erano incerti su cosa fosse, sembrava l'entrata di un ufficio, la porta in mogano scuro aveva al centro una luccicante targhetta in ottone.

I due ragazzi si avvicinarono per leggere la targhetta, ma si astennero dal farlo ad alta voce, "Che cosa c'è?" chiese confuso, il viso di Kaii si era rabbuiato, sembrava arrabbiato ma non ne capiva il motivo "Quello non è il nome di un scp..." il tono era basso e ringhiante "Questo è il nome delle cavie da laboratorio." "Tipo i coniglietti?" la parte infantile di Eichiro prese per un attimo il sopravvento.

"Gli esseri umani, ma di solito usano i criminali." Lo corresse il moro lasciando il rosso di stucco "Ma noi non siamo criminali... vero?" guardò di sottecchi il ragazzo più grande, come se volesse fargli confessare qualcosa "Vaffanculo non ho ancora ammazzato nessuno!" gli rispose irritato.

"E non ho mai rubato!" aggiunse. "Perché quello vale come crimine?" questa volta fu Kaii a guardarlo sorpreso "Era solo una supposizione..." "Sento odore di cazzata..." "E dai non ho fatto male a nessuno, non volevo chiedere soldi ai miei tutto qui." Eichiro si morse il labbro imbarazzato.

Kaii sospirò "D'accordo lasciamo stare, di certo non siamo qui perché siamo dei criminali, dev'essere un altro il motivo, e lo scopriremo solo uscendo da qui." Afferrò la manica della felpa rossa e tirò il ragazzino dietro di lui, per poi parlare "Class-D" e la porta si aprì.

All'interno l'ufficio era molto semplice, al centro della stanza, anch'essa grigia, c'era una scrivania di ferro laccata di nero, accostata a quest'ultima una poltrona da ufficio di pelle nera sembrava logorata dal tempo, sul lato sinistro era stata posta una cassettiera nera con cinque scomparti, sul lato destro invece si trovava un'uscita d'emergenza, il led verde illuminava la parola "EXIT".

"Pensi sia davvero l'uscita?" domando titubante il rosso "Potrebbe, ma ci sarà sicuramente qualche meccanismo per uscire, va a controllare la scrivania io controllo la cassettiera." Ordinò Kaii mentre si incamminava.

Cominciò a cercare dall'ultimo cassetto, era pieno di fascicoli gialli, ne estrasse uno e lo aprì, sembrava una normale scheda valutativa, conteneva i dati di un uomo di mezza età ed era anche riportato in breve il suo ritratto psicologico, sembrava una persona normale, facile da intuire dalla foto posta in alto a destra, diceva che aveva paura dei quadri inquietanti, era anche appuntato il fatto che avesse perso la moglie e la figlia in un incidente stradale.

Il fatto veramente preoccupante era il segno rosso che copriva mezza pagina, sembrava fatto con un timbro, e recitava la parola "deceduto". Nell'ultima pagina del fascicolo c'era scritta la causa della morte, l'scp 099: The portrait.

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