THE SONG OF GENESIS

6 2 0
                                    


Un fastidioso suono, che non aveva mai sentito prima, lo svegliò dal suo sonno. Afferrò con prepotenza la sveglia posta sul comodino, per poi lanciarla contro il muro più lontano, facendo cessare il suono.

Si alzò mugugnando per poi mettersi seduto al centro del letto, rimanendo immobile per qualche minuto, infine decise finalmente di alzarsi "Mmh...d'accordo...tocca a me." Sbadigliò mentre camminava scalzo per la stanza, mentre si scompigliava i capelli castani. Uscì sul balcone, ancora in pigiama, per accendersi la prima sigaretta della giornata.

Si cambiò svogliatamente, afferrò il suo zaino nero, ed uscì per dirigersi verso la sua scuola, lasciando cadere il silenzio assoluto nella casa, ora, completamente vuota.

Passò le successive cinque ore a dormire sul banco, i professori oramai neanche lo riprendevano, troppo abituati al suo comportamento menefreghista, si alzò solo per andare nuovamente a fumare durante la pausa.

La scuola sembrava stranamente calma, non aveva ancora sentito nessun professore alzare la voce, non sentiva neanche le acute risate delle ragazze o i cori da stadio che si divertivano a cantare i ragazzi, c'era una quiete quasi surreale.

Quando la campanella decise di suonare si diresse verso la sua classe, ma l'aula era completamente vuota, sulla lavagna qualcuno si era divertito a scrivere una frase in inglese di cui non riusciva a capire il significato.

One day everything will be fine, that's our hope.

Today everything is fine, here is the illusion.

Non appena i suoi compagni decisero di rientrare ne afferrò uno a caso. "Ehi che c'è scritto li sopra?" "Kaii se invece di dormire prestassi attenzione durante l'ora di inglese potresti capirlo da solo..." il ragazzo alzava gli occhi al cielo con fare giocoso, cosa che fece infastidire il moro.

"Rispondi e basta, stronzo!" "C'è scritto: un giorno andrà tutto bene, ecco la nostra speranza. Oggi va tutto bene, ecco l'illusione. Contento adesso?" Kaii si limitò a spingerlo via e a dirigersi verso il suo banco, perché avevano scritto una cosa del genere in un aula scolastica?

Quando finalmente la giornata finì Kaii si mise a camminare verso casa, la strada era affollata, molti ragazzi e bambini camminavano sul marciapiede intenti a tornare a casa, il moro camminava con fare lento, non aveva nessuna fretta, ma questo non gli impedì di scontrarsi con uno sconosciuto che, al contrario, camminava velocemente lungo il marciapiede.

I loro sguardi si incrociarono per un attimo, il ragazzo più basso si scusò timidamente, mentre arrossiva, spostava una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio, Kaii mormoro un "Non preoccuparti" mentre lo superava, mantenendo il contatto visivo con gli occhi verdi del ragazzo, il quale sorrise prima di voltarsi e continuare a parlare al telefono, il motivo per cui era distratto "Non preoccuparti mamma, sono quasi arrivano a casa".

Kaii si voltò nuovamente a guardarlo, solo in quel momento si accorse che stava sorridendo e, cosa ancora più strana, era stato gentile con uno sconosciuto, rimase a fissarlo ancora un po' ma il rosso non ricambiò il gesto, continuando a camminare spedito verso la sua meta.

Dopo pochi minuti il moro arrivò a casa, aprì la porta e lasciò cadere lo zaino all'ingresso, improvvisamente una voce lo fece sussultare "Tesoro, sei tu?" Kaii non rispose, non riusciva a capire perché sentisse un improvviso peso sul petto.

Non ottenendo risposta, una figura si affacciò oltre la porta che dava alla cucina, una donna con i lunghi capelli castani rivolse un sorriso dolce al ragazzo, che le sorrise di rimando "Si, sono io mamma."

Si diresse in soggiorno dove un bambino era inginocchiato sul pavimento, intento a disegnare sul basso tavolino di legno "Ben tornato fratellone!" gli urlò il bambino rivolgendogli un sorriso luminoso, gli occhi azzurri rispecchiavano quelli del fratello, "Ciao moccioso." gli disse scherzosamente mentre gli scompigliava i capelli.

Are you afraid of mosters?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora