EYES IN THE DARK

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Bastarono pochi passi per permettere ad Eichiro di ritrovarsi all'interno del piccolo corridoio di cemento nero e, proprio sopra la sua testa, una serie di luci illuminavano il percorso, ma più camminava più le luci si affievolivano.

Arrivato alla fine del corridoio si ritrovò davanti all'enorme portone di ferro, anch'esso non aveva maniglie.

 Eichiro poggiò le sue gracili mani su entrambe le ante e provò a spingere con forza, ma il portone non si mosse. Dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto, il ragazzo si scostò dalla porta ed iniziò a guardarsi attorno con i suoi occhi color smeraldo, per cercare un'altra via d'uscita, ma alzando lo sguardo notò che, inciso con lettere bianche sull'arco che incorniciava il portone, una frase alquanto inquietante catturò la sua attenzione.

Incuriosito ed allo stesso tempo spaventato, lesse con un filo di voce

"Eyes in the dark..?"

Dopo aver letto quella frase, passarono pochi secondi prima di udire un suono cigolante provenire dal portone. Eichiro, ancora un po' titubante, iniziò molto lentamente ad aprire il portone, ciò che era al suo interno non era visibile, poiché non sembravano esserci fonti di luce. L'unica cosa abbastanza visibile, grazie alla luce proveniente dalle sue spalle, era una piccola scatola a pochi passi da lui. Incuriosito dalla scatolina, il ragazzo si avvicinò all'oggetto e si chinò per afferrarlo.

Quando l'ebbe tra le mani, lesse sulla superficie della scatola la parola fiammiferi.

 All'improvviso la porta alle sue spalle si chiuse ed attorno a lui piombò l'oscurità. Eichiro iniziò a sentire la paura scorrere nelle sue vene, se c'era una cosa che lo terrorizzava era proprio il buio.

 Tutto il suo corpo era paralizzato, l'aria gli usciva a spento dai polmoni, tentava in vano di catturare qualcosa con lo sguardo, qualsiasi cosa, quando, nel profondo dell'oscurità, scorse due occhi bianchi, pregò fossero solo frutto della sua immaginazione, chiuse con forza gli occhi e scosse velocemente la testa, quando poi li riaprì non c'era più nulla.

 Si convinse di essere solo paranoico e cercò di darsi una calmata, ma tutto quel buoi non faceva altro che peggiorare la situazione, finché non si ricordò di un particolare, nella mano destra stringeva ancora la scatola di fiammiferi. Con una mano tremante cercò di aprire la scatolina e di tirar fuori un fiammifero.

Nel momento stesso in cui cercò di accendere il fiammifero, udì un rumore alle sue spalle e, dopo che il bastoncino prese fuoco, si voltò di scatto ma dietro di lui non c'era nulla.

Iniziò a guardarsi in torno, ma continuò a non vedere nessun movimento strano attorno a lui. Riuscì a prendere un po' di coraggio ed iniziò a vagare all'interno di quell'oscurità alla ricerca di un uscita. Teneva la mano sul freddo cemento e si accorse che il piazzale in cui si trovava era di forma circolare.

Dovette consumare tre fiammiferi prima di riuscire a trovare finalmente una porta, era molto simile al portone principale, ma molto più piccola, tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che essa aveva una maniglia. Contento di questa scoperta afferro il manico e tirò con forza, ma la sua gioia svanì quando la porta non si mosse. 

Spalancò gli occhi dal terrore, non voleva rimanere in quel posto un minuto di più, spaesato iniziò ad ispezionare la porta, ricordava che la precedente si fosse aperta dopo aver letto una frase incisa su di essa e sperò che valesse anche per quella, infatti si accorse che al centro della porta c'era l'ennesima scritta, questa volta diceva

 Do you need a key?

"Mi stai prendendo il giro?" chiese il ragazzo spazientito roteando gli occhi, con quel gesto si accorse che sul lato destro della porta sporgeva un chiodo arrugginito, su cui era appesa una lanterna ad olio.

Afferrò la lanterna ed estrasse l'ennesimo fiammifero, aprì la piccola porticina ed avvicinò la fiammella allo stoppino e subito il piazzale si illuminò, sembrava esserci abbastanza olio per resistere diverse ore. Pazientemente iniziò a girovagare in cerca della presunta chiave, controllò tutta la zona, ma di essa non c'erano tracce.

Durante la ricerca Eichiro continuava ad udire degli strani suoni alle sue spalle, ma quando si voltava non c'era nulla dietro di lui, continuava a dare la colpa al suo subconscio, però dentro di sé sapeva di essere costantemente osservato.

 Dopo aver ripercorso l'intero perimetro del luogo si ritrovò a pochi metri dalla porta, quando l'ennesimo rumore lo fece voltare, si aspettava di non trovare nulla come al solito, ma ciò che invece vide gli fece gelare il sangue nelle vene, per la prima volta da quando aveva messo piede in quel posto capì di non essere solo.

Ciò che credeva fosse frutto della sua immaginazione sembrava alquanto reale; una figura umanoide, completamente nera e con le braccia sproporzionate rispetto al resto del corpo, sembrava che lievitasse, la parte inferiore infatti era costituita solo da del fumo nero, la parte più raccapricciante erano i suoi freddi occhi bianchi.

Con orrore Eichiro si accorse che la chiave che stava cercando era appesa attorno al suo collo. 

Il ragazzo iniziò ad indietreggiare fino a toccare la porta con la schiena, il mostro nero invece iniziò ad avvicinarsi pericolosamente a lui. Il poverino, preso dal panico, lanciò la lanterna verso quel coso, ma quest'ultima attraversò la testa dell'umanoide cadendo alle sue spalle, frantumandosi e spargendo olio ovunque, lo stoppino ancora acceso cadde all'interno dell'olio appiccando un piccolo incendio.

 Contro ogni previsione la creatura si voltò terrorizzata a guardare il fuoco alle sue spalle iniziando a produrre del fumo, come se lui stesso stesse prendendo fuoco, ma in realtà dopo quel gesto "lui" svanì nel nulla, nel completo silenzio, ed al suo posto lasciò cadere la chiave.

 Senza pensarci due volte Eichiro corse a prenderla per poi tornare alla porta, aprendola si trovò di fronte ad un altro labirinto, questa volta di cemento giallognolo con dei pezzi di ferro che sbucavano qua e là dalle pareti, non appena fece un passo all'interno la porta alle sue spalle si richiuse con un tonfo.

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