Accompagnai il dio messaggero a un tavolino in mezzo al frutteto.
I camerieri invisibili portarono tè, biscotti e un vassoio di frutta.
- Oh Calipso, gentile come sempre -
Il dio si sedette e afferò una pera.
- Divino Ermes, a cosa devo la sua visita? - dissi forse un po' secca.
- Le solite cose sai... come va?-
Come va? Be il ragazzo che amavo era andato via promettendomi che sarebbe tornato su un'isola fuori dal mondo, dal tempo, per salvarmi.
- B...bene... - balbettai.
Ermes sospirò.
- Ho saputo dell'arrivo di Leo Valdez qui ad Ogigia, cara -
Mi sprofondò il cuore.
- Circola molta voce nell'Olimpo è? - sentivo gli occhi lucidi.
- Non proprio, ma sai, essendo il dio dei messaggeri....-
- No, è tutto okay - mentii.
Ermes mi squadrò, forse chiedendosi se dicevo la verità o meno.
- Possiamo cambiare argomento? - replicai velocemente.
- Si, devo farti una domanda, tu sai che gli dei sono, diciamo in conflitto fra le loro due personalità?-
- Certo, greca e romana -
Quella storia era vecchia oramai.
Gli dei avevano due personalità.
Greca e romana.
Le uniche differenze erano i nomi per alcuni, e il loro carattere.
- Esatto - il dio annuì. - È strano ma qui ad Ogigia penso di stare un pò in pace, senza litigare con la mia parte romana -
- Mercurio - ricordai.
- Già, e Zeus non voleva che ti facessi visita proprio ora quando Gea sta per sorgere, tutti gli dei non sono di certo in buono stato con se stessi - Ermes posò le mai sul tavolo, chiudendole a pugno.
- Ermes, non per essere impertinente ma so già queste cose - dichiarai. - Arrivi al punto -
Lui prese un respiro profondo tenendo gli occhi fissi sull'orizzonte. Sembrava invecchiato di dieci anni solo in pochi secondi.
Dopo qualche minuto rispose.
- Forse Zeus mi ha mandato qui per un motivo -
- Eh...? - chiesi impaziente.
- Bè vedi.... -
Ermes si bloccò. Si tenne la testa fra le mani e la sua figura incominciò a tremolare.
Lanciò un urlo e imprecò in greco antico. Al suo posto vidi per un secondo un uomo più magro, forse anche più vecchio.
Mi alzai facendo cadere la sedia.
- Ermes!- urlai.
Lui sembrava non sentirmi.
- Ermes! - riprovai.
Niente.
Il vento si fece più forte. Troppo forte.
Il cielo si oscurò di colpo, passando dal celeste al blu tempesta.
Una gocca d'acqua mi colpì la punta del naso. Poi la spalla.
Impossibile.
Ogigia era fuori dal mondo.
Qui non pioveva mai, né scoppiavano temporali.
Ma stava succedendo.
"Certo mia cara"
Una voce femminile risuonò nella mia testa come se leggesse i miei pensieri.
Mi voltai.
Ermes era scomparso.
Non sapevo il motivo ma iniziai a correre senza una meta precisa.
Pioveva a dirotto, una tempesta si stava formando nel cielo.
Gli alberi rinsecchirono di colpo, piegandosi su se stessi, i fiori appassirono.
L'aria si fece insopportabilmente pesante.
Dopo otto metri alcune foglie si alzano dal terrero, seguite da terra, ramoscelli e fango.
Si mescolarono insieme, plasmando una figura contorta.
Un pugno di terra.
Cercai di scappare verso destra ma la mano di fango mi afferò per la vita.
- Gea! Lasciami andare! -
Sapevo che era lei.
Mi dimenai e scalciai senza risultati.
Come si combatteva la terra?
Si diffuse un suono frusciante.
Con orrore mi accorsi che la dea della terra stava ridendo.
Il pugno di terra rafforzò la presa e mi portò sottoterra.
Il fango premeva sui miei polmoni, mozzandomi il fiato.
Lì mollò la presa e io precipitai nel buio più totale.
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• Come Back •
Teen FictionSPOILER CASA DI ADE Dopo che Leo andò via da Ogigia, la vita di Calipso era stata come capovolta dal figlio di Efesto. Con questa Fanfiction voglio pensare come la vita di Calipso continuò non solo dopo la partenza di Leo. La guerra con Gea era all...