Provate a mischiare la nausea, il disgusto e un pizzico di spavento.
Cosa viene fuori? Vomito?
Forse, ma mi trattenni.
Davanti a me si allargava una stanza che avrebbe comodamente contenuto l'intera baia di Ogigia.
Il soffitto era così alto da non vederne la fine.
Il vomito saliva perché decine e decine di mostri occupavano quella sala, emanando un putrido odore di marcio. Vidi alcuni lestrigoni come quello di prima, strane donne-serpente, una trentina di telchini, curiose creature che somigliavano a scorpioni, e... no, lascio immaginare a voi.
Mi rivolgevano le spalle, perciò nessuno sembrò notare la mia presenza.
Stavano con le schiene piegate su una specie di nastro trasportatore che si allungava per il perimetro della stanza.
Un rumore metallico risuonava amplificato, come due pezzi di ferro che cozzavano fra loro.
Quei mostri erano impegnati a costruire armi.
Perché? Come mai un gruppo di mostri decisamente diversi fra loro si erano riuniti sotto terra?
Capii troppo tardi.
Una donna-serpente si girò verso di me.
All'ultimo secondo mi nascosi dentro un carretto nero, simili a quello che che si usano nelle miniere.
Mi coprii con un telo e mi imposi di stare immobile.
Se ci pensai, smettei anche di respirare, non ero scappata dalla prigione per tornarci ancora.
Poi il rumore metallico ricominciò con più forza.
Bene mi ero nascosta. E ora?
Dopo cinque interminabili minuti a pensare una strategia intelligente per scappare, o mi ero mossa, o qualcuno stava portando il carretto da un'altra parte, perché quest'ultimo si mosse con uno scossone.
Una voce parlò.
- Cavoli, è pesante! - si lamentò.
Un brivido mi percorse la schiena.
Era la stessa voce del lestrigone che avevo visto poco prima.
Questo alzò il pezzo di stoffa che mi copriva.
Pensai, "è finita".
Ma il lestrigone fece scivolare una mezza dozzina di pugnali e ripose il telo sopra di me.
Ripresi a respirare.
Il lestrigone prese per le maniglie il carretto e ruotammo a sinistra.
Girammo a destra, poi ancora a destra e infine dritto. Il carretto si inclinò paurosamente.
Il lestrigone si fermò, aprì una porta,e io,il carretto e i pugnali, venimmo buttati con violenza contro una parete.
Sbattei la spalla sul metallo, e per poco non urlai dal dolore.
I passi si allontanarono goffamente, e la porta si richiuse.
Uscii allo scoperto.
Ero in una stanza piccola e circolare, piena di carretti come il mio.
Li esaminai.
Erano tutti pieni di armi diverse; spade,lance,balestre,arco e frecce,reti e altro.
Osservai uno dei pugnali dentro il mio carretto.
Aveva una lama triangolare di bronzo celeste.
L'impugnatura era semplice, di cuoio scuro.
Afferai una cordicella sottile ma robusta dall'interno di un carretto.
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• Come Back •
Teen FictionSPOILER CASA DI ADE Dopo che Leo andò via da Ogigia, la vita di Calipso era stata come capovolta dal figlio di Efesto. Con questa Fanfiction voglio pensare come la vita di Calipso continuò non solo dopo la partenza di Leo. La guerra con Gea era all...