le patatine sono il cibo dell'anno

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Due gigantesche porzioni di patatine, comprate in una specie di fast food che puzza di olio per fritture troppo usato, maionese e ketchup a volontà e la mia giacca sulle spalle di Helena, una ragazzina che ho appena ritrovato in un vicolo, salvandola da un paio di ladri di terza categoria

Però queste patatine sono buone, ancora più buone sotto le stelle e lo smog della città

«Allora, posso sapere qualcosa su di te?»
Chiedo alla mia accompagnatrice

Lei arrossisce «Che devo dirti»

«Inizia con le basi»

«Mi chiamo Helena, ho diciannove anni, ho i capelli rossi e gli occhi azzurri, sono alta un metro e una mentos, scansafatiche a tempo pieno e campionessa in salto sul divano»
Scoppio a ridere

«Capisco, beh, io sono Edith Stark, ho diciotto anni, quasi diciannove, gli occhi marrone merda e i capelli cacca di piccione, alta sembro-più-alta-nelle-foto, i miei passatempi preferiti sono piangermi addosso e salvare donzelle in pericolo»
E che fai te ne privi?
No che non te ne privi

Scoppia a ridere.
Una risata melodiosa e dolce, dannazione, è perfetta

«Allora, qualcosa da aggiungere?»

«Nah. Sei davvero volata in Italia a caso?»

«Yup»

«Perché?»

«È un storia molto lunga. Perché eri fuori a quest'ora?»

«Potrei farti la stessa domanda Stark»

Faccio un sorriso triste.
Dovrei andare a cercare Morgan? Sì
Posso lasciare Helena senza poter dividere le patatine con nessuno? No che non posso

«Lo vedrai domani nei giornali, adesso rispondi»

«Una festa. Il mio ragazzo mi ha appena lasciato e...»

«Okay, va bene così, non continuare ti prego non so come consolarti»

«Tu hai una qualche relazione?»

E parli del diavolo ne spuntano le corna.
Ho scritto a papà "non aspettatemi svegli", ma James mi chiama ancora alle quattro del mattino.
Abbasso la suoneria e lascio andare a vuoto

«Sì, più o meno, credo»

«Hai davvero la tua armatura? Tipo tua tua?»

«Sì»

«Che forza. Ho sempre voluto fare l'astronauta, mi fa pensare alle tute spaziali»

«Lo spazio fa schifo» commento, mangiando un altra patatina.
Continuiamo a camminare

«Perché?»

«Sono salita su una ciambella gigante contro gli ordini di mio padre, ho conosciuto uno stregone e degli idioti detti i guardiani della galassia e poi una melanzana viola mi ha trasformato in polvere. Non la migliore delle esperienze, fidati»

«Oh. Io sono stata blippata mentre ero sul gabinetto»

Mi va di traverso la patatine, e scoppio a ridere.
Ci vuole parecchio prima che mi calmi, sotto lo sguardo severo di Helena

«Okay, ma non puoi dirmi che non è divertente» dico, ancora con il sorriso sulle labbra

«Forse»

«Com'è stato il tornare? Sulla terra, intendo»

«Traumatico. Tutti correvano di là e di qua, gente che appariva e gente che scompariva, urla...»

«Io invece sono tornata e Harry Potter mi ha detto "dobbiamo tornare sulla terra, Edith non farti uccidere in battaglia che poi tuo padre da fastidio a me"» imito la voce del Dottore Strano, con un accuratezza inquietante

L'ho riaccompagnata a casa
Non posso sicuramente lasciarla di nuovo la sola.

«Ah, e tieni»
Le consegno un biglietto con il mio numero
«Se hai bisogno di aiuto o se hai voglia di parlare ci sono»
Titubante, lo prende.
Le faccio l'occhiolino e metto le mani in tasca, per andarmene con un sorriso ebete sulle labbra

Mi sento stupida.
Va bene, l'armatura

E si è scaricata.
Sta sorgendo il sole, beh, almeno questo.
Mi arrampico come Peter mi ha insegnato, prima sulla scala anticendio di un palazzetto e arrivo sul tetto.
Poi faccio un salto di diversi metri per arrivare al palazzo davanti, e aggrapparmi a una finestra.

Che ovviamente si apre, e io rimango a penzolare con le gambe all'aria

Cazzo, è alto.
Molto alto, molto molto alto

Provo a muovermi per darmi lo slancio, dondolando i piedi nel vuoto. La finestra inizia a muoversi, e riesco a richiuderla

Infilo le punte dei piedi (momento di silenzio per le scarpe bianche) nelle crepe del muro di mattoni, e mi tiro su. Appunto mentale: allenarmi di più
Osservo un vecchio soggiorno, che da sulla finestra alla quale sono appena. Vintage, più probabilmente originale, con tanto di gatto nero, gigantesco che mi fissa con gli occhioni gialli

Cavolo, mi ricorda Goose. Ci ha preso gusto alla Stark Tower, a volte scompare per giorni e riappare alle tre del mattino, ma la capisco.

Con uno sforzi degno di Hulk riesco a salire circa tre piani, quelli che mancavano al tetto, solo per trovarmi un altro palazzo davanti..

Dannata armatura scarica. Prendo la rincorsa di nuovo, e finisco per aggrapparmi a un tubo

Per poi iniziare a scivolare giù come una scema, scorticandomi le mani.
C'è un balcone. Perfetto.

Mi lancio di lato e atterro sul balcone, rotolando di lato.
Rimango qualche minuto in posizione fetale sul bordo del balcone riprendendo fiato. L'aria che esce e entra nei polmoni è come fuoco, e sono completamente piena di graffi. Auch

Mi arrampico sulla ringhiera e trovo una scaletta di metallo arruginita. Mi ci butto sopra, e per un miracolo del cielo non crolla. Mi ci appoggio con tutto il mio peso, quella si muove leggermente sotto il mio peso, ma non cade. Ricomincio a salire, lentamente. La scala perde pezzi di ruggine sotto i miei piedi, ma fa nulla

Arrivo a tre scalini dal tetto e la stanghetta sotto il mio piede più basso cade nel vuoto. Per un momento immagino di essere io e la testa inizia a girare vorticosamente, costringendomi a chiudere gli occhi.

-Va tutto bene Ed, va tutto bene- mi ripeto a bassa voce. Riapro le palpebre e guardo in alto

Alzo un braccio, poi l'altro. Poi il primo di nuovo, e l'ultima stanga cade, costringendomi a lasciare andare le gambe, e muovermi di lato. Vado a sbattere con il fianco verso il muro, e gemo di dolore.

Prendo un respiro profondo e afferro la grondaia, appendendomi con tutte e due le mani. Mi tiro su e scivolo sul tetto, rotolando.

Non ho precisamente idea sul perché l'abbia fatto. ma il dolore sparso per tutto il corpo mi sta svegliando. I pantaloni sono sporchi di sangue e la felpa è solo strappata. Mi passo una mano in faccia . Ho la parte destra della fronte graffiata, appena sopra l'occhio, per non parlare del naso. Succede.

Faccio un mezzo giro sul posto. La luce del sole, colorata di infinite sfumature di arancio e rosa, colorano i palazzi, in modo quasi innaturale e bellissimo. Arrivo dall'altra parte del tetto e mi metto con le gambe a penzoloni nel vuoto

_Spazio me_ 

Ebbene sì. un altro aggiornamento. L'emicrania da nottata insonne mi mette voglia di scrivere

Passiamo alle cose importanti: devo fare un calendario per le pubblicazioni? Perché non voglio scomparire e comparire a caso, è noioso e conoscendo me stessa aggiornerei negli orari più improbabili. 
Ricordate di bere e ci si vede appena possibile

[𝐄. 𝐃. 𝐈. 𝐓. 𝐇.] 2» 𝙄 𝘼𝙢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora