non ne ho idea

37 9 39
                                    

«Jarvis, sveglia i miei genitori, grazie» dico all'intelligenza artificiale, seduta sul divano di pelle bianca, stendendo le gambe sul tavolino di vetro «C'è un ospite» aggiungo Diana lo abbraccia così stretto che per un momento ho pensato che lo avesse soffocato.

Questo sembra un sogno. Siamo tutti vivi, tutti interi, tutti in questo tempo. è quasi... Strano.
Trpppo strano

I mesi passano, e in fretta. Quando sei felice il tempo vola, almeno così credo che si dica. Non c'è rischio, non c'è nulla che cerca di ucciderci.
Sento come se qualcosa stia per accadere, qualcosa di grande e possibilmente tragico

«Parco della Vittoria! James, sgancia!»
Esclamo

«Non ci gioco più con te, hai comprato tutto il tabellone!» risponde James

«Ho preso dal migliore» rispondo, mentre James si passa una mano tra i capelli. Sì, stiamo giocando a monopoly, siamo divisi in squadre, io papà e Peter e Pep, i piccoli Rogers, l'agente Certer e il capitano, Bucky e Sam, e infine Thor e Loki. Serata dei giochi la chiamavano, è diventata più una guerra all'ultimo sangue. Silenziosamente hanno comprato metà del tabellone. Mi spaventano insieme

Steve porge i soldi a papà, che li posiziona tra i nostri risparmi, sorridendo soddisfatto 

«È sempre stato così» si lamenta il capitano, mentre Diana mangia delle patatine
Bucky lancia i dadi. Finiscono in prigione

«Perché non mi lasci mai lanciare!» lo rimprovera Sam «Lo sai di portare sfiga!»

«Parliamo di te?»

«Ti odio»

«Allora smettila di pretendere di tirare se porti sfiga!»

«Tu sei peggio»

Sottraggo i dadi da quei due, dato che possono continuare anche fino alle tre del mattino, e li passo a Peggy. Capitano su una delle loro stazioni. Cavolo
è il turno dei due Asgardiani, così lancia Loki.

Arrivano al via, e gli passo la loro duecento. Ho l'impressione che Loki bari, ma giusto l'impressione... Dico Loki perché Thor non ha davvero capito come si giochi a questo gioco, almeno sembra così, dato che passa il novanta per cento del tempo a giocare con le case non ancora usate. Oh beh, succede.
Appoggio la testa sulla spalla di Jamie che non fa storie, e papà mi fulmina con lo sguardo

«Ed, non si fraternizza con il nemico»

«Lo sto usando come cuscino, nulla di più nulla di meno»

«Ma non davanti a me, grazie»
Mi sposto dal comodo posto con un sonoro sbuffo e lo lascio stare. Che palle

E la mia vita è diventata questa. Serate monopoli, fantastico. Okay, è uno spettacolo assoluto, ma rispetto a quando ho svaligiato lo Shield... Chissà se hanno capito che ero davvero io. Nah

Comunque, continuiamo questo teatrino che è qualcosa di fantastico fino a quando non finiscono gli stuzzichini, quindi facciamo a sorte per chi ne va a prendere nuovi.

Naturalmente, esco io. Ecco cosa ti portano a fare le manie di protagonismo.

Mi incammino nei corridoi semibui con le mani in tasca, fischiettando qualcosa. Mi sembra di essere seguita. Con la coda nell'occhio vedo un ombra passarmi dietro, ma continuo a camminare. Dovrei girarmi e combattere? Probabile
Lo farò?
No, assolutamente no.
Ecco quello di cui stavo parlando
Quindi continuo ad andare avanti.
Qualcuno mi poggia le mani sugli occhi, e sussurra «indovina chi sono?»

Scivolo giù e mi libero, per poi metterlo a tappeto con un calcio

«Bandiera bianca» esclama, seguito da un gemito di dolore
È James
«Ti sembra questo il modo?» lo rimprovero.
Mi guarda dal basso e dice «Era uno scherzo»
Lo aiuto a rialzarsi

«Sembrava un horror»

«D'accordo, non ti coprirò più gli occhi con le mani quando sei in un corridoio buio a prendere stuzzichini
Si abbassa di qualche centimetro e mi bacia.
È sempre così sdolcinato.

Un rumore di una porta che si apre. Fruscio di passi
Mi allontano dal ragazzo, allarmato anche lui
«James, andiamocene» dico, leggermente terrorizzata

Mi chiude la bocca con la mano. Gli mollerei volentieri un pugno, ma farei rumore.
I rumori non si ripetono più

Fino a quando sento il rumore di una finestra rotta

L'unico essere umano che non sta giocando a monopoli è... Morgan
Inizio a correre seguita da James.
La porta della stanza è aperta, quindi mi ci fiondo dentro.
Il letto è vuoto, e la finestra aperta fa entrare del vento freddo. Mi ci affaccio, e riesco scorgere una figura scura, non riesco a capire cosa sia, ma ha preso Morgan.

Gli avengers irrompono nella stanza, papà con l'armatura pronta a sparare, Loki con tanto di coltelli sguainati e Thor con il Mjornir.

«La piccola Midgardiana è scomparsa» dice Thor

«Perspicace, Sherlock» lo riprendo sarcastica

La stanza è lo stesso identico modello della mia, ci manca solo il laboratorio, e le bruciature random sulle pareti.
Sono riusciti ad entrare nell'avenger tower, poi nella stanza di Morgan
Nessuno lo ha notato, vuol dire che sapeva come disattivare i sistemi di sicurezza
Chi lo sa fare?

Tutti gli avengers iniziano a cercare prove, Peggy va a chiamare la polizia (più probabilmente lo shield) e Pepper conforta papà.
Io imito gli avengers, con la testa che rimbomba.
Dovrei essere nel panico, sì, decisamente.
E invece controllo i giocattoli sotto il letto.

Dov'è Morgan?
Cosa le è successo?
Cosa le potrebbe succedere?
Dubito che sia morta. È più utile da viva che morta, quindi è improbabile che l'abbiano uccisa.
Quella figura fuori dalla finestra poteva essere un elicottero? Sì, è probabile. Chi ha un elicottero? Beh, tanta gente.
Come ha fatto un intero elicottero ad avvicinarsi alla torre senza che noi non notassimo nulla?


«Mi può dire il suo nome completo?»
Chiede l'agente di polizia.
Sono nella stanza interrogatori di una centrale, sono le due del mattino
Sono l'ultima rimasta a dover deporre

«Edith Charlotte Stark»
Rispondo.
Mi stringo nel maglione a righe, fa un freddo cane qui

«Qual'è il suo ruolo nella storia?»

«Perché mi interrogate sul rapimento di mia sorella?»
L'agente mi fa un sorriso rassicurante, che mi mette a disagio

«Semplice formalità» risponde

«Stavo andando a cercare del cibo con James. Poi abbiamo sentito un vetro rompersi, e siamo andati a vedere cosa fosse successo. La porta era aperta e qualcuno aveva preso Morgan»

Rimane a fissarmi per qualche minuto, come per capire se stessi mentendo

«Vuole aggiungere qualcosa?»

«No»

«Può andare, rimanga a disposizione»

Mi alzo e lascio la stanza. è durato meno di quanto mi aspettassi

[𝐄. 𝐃. 𝐈. 𝐓. 𝐇.] 2» 𝙄 𝘼𝙢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora