Totò Merùmeni

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02/03/21

II

Totò ha venticinque anni, tempra sdegnosa,

molta cultura e gusto in opere d'inchiostro,

scarso cervello, scarsa morale, spaventosa

chiaroveggenza: è il vero figlio del tempo nostro.


Non ricco, giunta l'ora di "vender parolette"

(il suo Petrarca!...) e farsi baratto o gazzettiere,

Totò scelse l'esilio. E in libertà riflette

ai suoi trascorsi che sarà bello tacere.


Non è cattivo. Manda soccorso di danaro 

al povero, all'amico un cesto di primizie;

non è cattivo. A lui ricorre lo scolaro

pel tema, l'emigrante per le commendatizie.


Gelido, consapevole di sé e dei suoi torti,

non è cattivo. E' il buono che derideva il Nietzsche:

"...in verità derido l'inetto che si dice

buono, perché non ha l'ugne abbastanza forti..."


Dopo lo studio grave, scende in giardino, gioca

coi suoi dolci compagni sull'erba che l'invita;

i suoi compagni sono: una ghiandaia roca,

un micio, una bertuccia che ha nome Makakita...


Guido Gozzano - Poesie e prose, 1995

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