Quasi una fantasia

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09-03-21

Raggiorna, lo presento

da un arbore di frusto

argento alle pareti:

lista un barlume le finestre chiuse.

Torna l'avvenimento

del sole e le diffuse

voci, i consueti strepiti non porta.


Perché? Penso ad un giorno d'incantesimo

e delle giostre d'ore troppo uguali

mi ripago. Traboccherà la forza

che mi turgeva, incosciente mago,

da grande tempo. Ora m'affaccerò,

subisserò alte case, spogli viali.


Avrò di contro un paese d'intatte nevi

ma lievi come viste in un arazzo.

Scivolerà dal cielo bioccoso un tardo raggio.

Gremite d'invisibile luce selve e colline

mi diranno l'elogio degl'ilari ritorni.


Lieto leggerò i neri

segni dei rami sul bianco

come un essenziali alfabeto.

Tutto il passato in un punto

dinanzi mi sarà comparso.

Non turberà suono alcuno

quest'allegrezza solitaria.

Filerà nell'aria

o scenderà s'un paletto

qualche galletto di marzo.


Eugenio Montale - Ossi di seppia, 2018

* Lo presento: lo intuisco

Delle giostre: del succedersi circolare

Ilari ritorni: probabilmente la primavera, richiamata poi dall'upupa

Galletto di marzo: nome ligure dell'upupa *


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