5 Maggio

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05-05-21


Ei fu. Siccome immobile,

Dato il mortal sospiro,

Stette la spoglia immemore

Orba di tanto spiro,

Così percossa, attonita

La terra al nunzio sta,


Muta pensando all'ultima

Ora dell'uom fatale;

Né sa quando una simile

Orma di piè mortale

La sua cruenta polvere

A calpestar verrà.


Lui folgorante in solio

Vide il mio genio e tacque;

Quando, con vece assidua,

Cadde, risorse e giacque,

Di mille voci al sonito

Mista la sua non ha:


Vergin di servo encomio

E di codardo oltraggio,

Sorge or commosso al subito

Sparir di tanto raggio:

E scioglie all'urna un cantico

Che forse non morrà.


Dall'Alpi alle Piramidi,

Dal Manzanarre al Reno,

Di quel securo il fulmine

Tenea dietro al baleno;

Scoppiò da Scilla al Tanai,

Dall'uno all'altro mar.


Fu vera gloria? Ai posteri

L'ardua sentenza: nui

Chiniam la fronte al Massimo

Fattor, che volle in lui

Del creator suo spirito

Più vasta orma stampar.


La procellosa e trepida

Gioia d'un gran disegno,

L'ansia d'un cor che indocile

Serve, pensando al regno;

E il giunge, e tiene un premio

Ch'era follia sperar;


Tutto ei provò: la gloria

Maggior dopo il periglio,

La fuga e la vittoria,

La reggia e il tristo esiglio:

Due volte nella polvere,

Due volte sull'altar.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2021 ⏰

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