5.

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Harry si sentiva solo. Erano passati tre giorni dal compleanno di Scorpius e tutto quello che Harry voleva fare era parlare con qualcuno. Sentiva che c'era qualcosa dentro che lo tormentava, in realtà più che qualcosa era qualcuno, ma non poteva parlarne con il diretto interessato.

Stava rientrando dal cimitero dopo essere andato a trovare i suoi genitori, quando decise di fermarsi da Queen's Deli.

L'ultima volta che c'era stato era con David. David che sembrava perfetto, finché non gli aveva detto di non volere una famiglia. Peccato glielo avesse detto solo dopo aver scopato, altrimenti Harry si sarebbe anche evitato una scopata mediocre.

Entrò nel locale e salutò la commessa dietro il bancone. Ordinò un caffè e una fetta di torta ai lamponi e andò a sedersi vicino all'ampia vetrata.

Stava aspettando la sua ordinazione quando sentì un bambino urlare un "no" deciso e poi lo vide correre via, spuntando dal retro.

Harry sorrise riconoscendo Alexander Queen, il figlio della proprietaria, Zora. Zora era una donna vedova che si era trasferita da tre anni a Londra dopo aver vissuto a Los Angeles. Il marito era morto ucciso durante una sparatoria da parte di alcuni ladri che volevano rapinare la banca nella quale si era trovato una mattina l'uomo. Poi aveva conosciuto Alexander ed era stato il suo maestro in una scuola di Londra per un anno prima che Harry trovasse un posto fisso nell'asilo di Black Angel City.

E anche Zora si era trasferita nella stessa cittadina e aveva così aperto quella caffetteria che si era rivelata molto fruttuosa. Molte persone amavano farci colazione o mangiare un dolce nel pomeriggio. Harry per primo era il fan numero uno.

"Dove stai correndo così velocemente?" Chiese Harry allungando un braccio per afferrare il bambino dai capelli castani prima che questo andasse a scontrarsi con un giovane cameriere dalla faccia brufolosa che stava portando dei frappè colorati ad un tavolo li vicino.

Alexander alzò il viso su di lui, guardandolo con i suoi occhi nocciola gonfi di lacrime.

"Che hai?" Chiese Harry mentre una Zora stremata usciva dal retro e si puliva le mani nel grembiule nero che teneva legato ai fianchi.

"Vuole uscire per giocare a basket, ma gli ho detto di no perché non posso stargli dietro. E si è messo a piangere…" spiegò la donna mentre Harry abbassava lo sguardo sul bambino.

"In effetti la mamma è occupata e non può starti dietro. Perché non resti qui con me? Ho appena ordinato la colazione…" disse Harry con un sorriso.

Il bambino lo guardò qualche secondo e poi si voltò verso la madre che annuì. Alexander a quel punto alzò le spalle e si sedette accanto ad Harry che venne servito con la colazione.

Offrì la sua torta ai lamponi ad Alexander il quale negò con la testa ma rimase in silenzio a guardarlo mangiare. Dopo qualche minuto scese dalla sedia e se ne andò via, salutandolo con la mano.

Harry a quel punto afferrò il cellulare ed entrò sull'unico social che aveva installato e senza sapere il perché cercò il nome di Theodore Zabini. Fu facile trovarlo infatti dopo poco inviò la richiesta di amicizia, non aspettandosi che l'uomo l'accettasse così in fretta e gli scrivesse un messaggio.

"Harry! Non immaginavo fossi qui sopra! Come va?" Scrisse Theo prima ancora che Harry riuscisse a bloccare il telefono.

L'uomo sorrise e cominciò a scrivere.

"Sono da Queen's Deli ma mi sento un po' solo. Vorrei parlare con qualcuno…"

Poco dopo Theo gli scrisse un numero e sotto la parola chiamami.

⁓Drarry ⁓Aiuto! Mi sono innamorato... del maestro di mio figlio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora