Capitolo cinque

7.6K 282 114
                                    

"Lou," mormorò Harry, prendendo delicatamente la mano di Louis tra le sue

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.










"Lou," mormorò Harry, prendendo delicatamente la mano di Louis tra le sue. Questo calmò immediatamente i nervi del giovane, il contatto rassicurante e familiare. "Non hai motivo di essere nervoso."
"E se mi odiassero?" Chiese Louis, rivolgendosi a Harry. "Non sono affascinante come te, e tendo a buttare fuori tutto quello che mi passa per la mente e le persone sbagliano sempre ad interpretare le cose. E se mi fraintendessero?"
Il riccio sorrise, slacciandosi la cintura di sicurezza e spostandosi il più vicino possibile al ragazzo, almeno quanto la consolle lo permettesse. "Non ho idea del perché lo pensi, ma non è vero."
"Lo è," protestò Louis. "La gente mi ha chiamato antipatico molte volte."
"Beh," rifletté Harry, continuando a sorridere. "Tu sei antipatico."
"Che cazzo-" Louis fu interrotto dalle labbra di Harry. Per un secondo rifletté sulla possibilità di protestare e respingere il riccio. Stava attraversando una grave crisi qui, e lui non lo stava decisamente prendendo sul serio. Però, il bacio del giovane era confortante quanto la sua mano, quindi decise che un po' di sbaciucchiamento non poteva far male.
Non avrebbe perso il fulcro del discorso.
Apparentemente, nemmeno Harry lo aveva perso. "Io non ho mai pensato male di te, vero?" Chiese dopo essersi tirato indietro, con una mano che ancora stringeva la sua mascella.
"Solo perché ero troppo gentile per strapparti la testa per avermi versato del tè bollente addosso," commentò Louis, mordicchiando il labbro del giovane. "Non potevi di certo pensare male."
Harry rise dolcemente, spostandosi per cambiare l'angolazione del loro bacio. Il suo alito era caldo e aveva un leggero sapore di caffè e fragole. Forse marmellata. O succo. A Harry piacevano molto tutti i tipi di succhi e sosteneva fosse l'opzione migliore di un pasto veloce rispetto ai Coco Pops di Louis. Lui non ne era ancora convinto.
"Non hai nulla di cui essere nervoso," lo rassicurò di nuovo Harry. "Sono solo mia madre e Gemma. Niente di grave."
"Niente di grave," ripeté Louis, tono piatto. "Non l'hai detto quando hai dovuto incontrare la mia famiglia."
"E avevo davvero qualcosa da temere?" Chiese Harry.
"Ovviamente no," Louis scosse la testa, tirando delicatamente uno dei riccioli del ragazzo. "Sei un dannato incantatore."
"Anche tu," ribatté Harry. "Perché altrimenti sarei qui?"
Perché mi ami, pensò Louis ma aveva troppa paura di dirlo. Erano passati solo due mesi e non avevano ancora detto parole come amore o per sempre. Tuttavia, erano sempre nella sua mente.
"Ehi," mormorò il riccio, una mano che cadde sulla sua coscia e strinse delicatamente. "Non preoccuparti. Hai portato dei fiori a mia madre. Ti amerà."
"È una cosa carina portare fiori quando sei invitato a cena," fece notare Louis, scrollando le spalle.
Harry fece il broncio, il labbro inferiore che sporgeva leggermente. "Non dirlo. Non ho portato niente a tua madre quando mi ha invitato a cena."
"Hai guardato sua nipote mentre lavoravo," gli ricordò Louis. Mise la mano su quella di Harry quando la spostò troppo vicino al suo inguine. "Penso che siamo pari."
"Allora dovremmo entrare?" Chiese Harry, muovendo le dita sotto quelle di Louis. "O dovrei aiutarti a rilassarti un po' prima?"
"No, andiamo." Il castano si chinò di nuovo per premere un altro bacio veloce contro le labbra di Harry. "Puoi aiutarmi a rilassarmi dopo."
il riccio gemette quando Louis si tirò indietro e scese dall'auto. Era ancora sul sedile del passeggero quando il castano prese i fiori dal sedile posteriore, lamentandosi di come voleva solo aiutare. Louis sorrise tra sé, tramando come avrebbe ringraziato adeguatamente Harry in seguito.
Le sue idee ruotavano attorno a una doccia calda, lui che lavava accuratamente i capelli del giovane, prestando molta attenzione a grattargli il cuoio capelluto come piaceva a lui. Magari dopo avergli fatto un bel pompino.
"Andiamo, piccolo," disse Louis prima di chiudere la portiera.
Harry scese dall'auto, tendendo la mano perché il castano la afferrasse. Si diressero insieme alla porta, e Harry strinse delicatamente le dita di Louis prima di suonare il campanello. La porta si aprì un attimo dopo, rivelando una giovane donna, molto probabilmente Gemma, la sorella di Harry.
"Ciao," li salutò lei, sorridendo vivacemente - assomigliava molto al sorriso di Harry. "Siete appena in tempo. Entrate."
Louis seguì Harry all'interno, lasciando andare la sua mano per porgerla a Gemma. "Ciao, sono Louis. Piacere di conoscerti."
"Finalmente," disse lei. "Ci sono voluti secoli prima che mio fratello decidesse di portarti qui."
"Mi dispiace," il castano si scusò immediatamente perché sapeva che era più colpa sua che di Harry.
Gemma rise, dando una leggera spinta alla sua spalla. "Non era intesa come un'accusa."
"Apprezzerei molto," intervenne Harry, "se non spaventassi il mio ragazzo prima ancora che possa salutare la mamma."
Alzando gli occhi al cielo, Gemma si voltò e fece loro segno di seguirla. "Non hai detto che era spiritoso e arguto?"
"Beh, invece a me ha detto che non dovevo aver paura di te," commentò Louis, rimanendo dietro Harry. "Sembra che non sia stato completamente onesto con entrambi."
Gemma rise, sorridendo loro da sopra la spalla mentre entravano in cucina. "Ha paura di me? Mi piace."
"Oh, Gem, lasciali in pace." Una donna che Louis aveva visto solo in foto fino a quel momento si voltò dal fornello, allungando le braccia per un abbraccio. Con sorpresa di Louis, non era rivolto a suo figlio ma a lui. "Tu devi essere Louis. È così bello conoscerti finalmente."
Louis accettò l'abbraccio, sentendosi immediatamente al sicuro quando la madre del riccio gli chiuse le braccia dietro la schiena e lo strinse forte. Il suo abbraccio sembrava del tutto simile a quello di una mamma e odorava di dea e profumo costoso, mescolato con un pizzico di torta e frutta. "Grazie per avermi invitato, signora Cox."
"Chiamami solo Anne." Si tirò indietro e i suoi occhi brillarono quando Louis le porse il mazzo di fiori. "Sono adorabili. Grazie, amore."
Harry gli rivolse un sottile pollice in su quando Anne si voltò per cercare un vaso. Louis ricambiò il sorriso, sentendosi già molto più leggero.
"E per me niente abbraccio?" Si lamentò quindi Harry, avvicinandosi a sua madre.
Lei lo guardò con un'espressione affettuosa mentre drappeggiava i fiori nel vaso. Poi lo raggiunse, mettendosi in punta di piedi. "Per te un bacio, piccolo."
Il riccio sorrise felice mentre accettava il bacio di sua madre sulla guancia. Louis li guardò con un sorriso; Harry non aveva mentito quando aveva detto che adorava sua madre. La sua mano si poggiò sulla sua vita, tirandola vicino, e si chinò al suo tocco, ovviamente a suo agio.
"Goditela finché dura, mamma," commentò Gemma. "Ora che è una celebrità, probabilmente è troppo figo per essere il tuo bambino."
"Celebrità?" Chiese Harry, accigliato. "Io? Louis è la celebrità."
"No," protestò Louis.
Gemma sbatté su una rivista sul bancone della cucina. "Tutti quelli presenti in una rivista di gossip sono una specie di celebrità."
Harry lasciò andare sua madre e spinse sua sorella per prendere la rivista. Louis riconobbe immediatamente la copertina, e la sua tensione si allentò.
"Heat crea sempre articoli sciocchi," commentò, appoggiando una mano sul braccio di Harry.
"Ovviamente," disse Gemma mentre Harry sfogliava le pagine, sbuffando. "Lo chiamano Harold Edward Styles."
"Harold?" Esclamò il giovane, accigliandosi. Smise di sfogliare e sopra la sua spalla Louis vide che in realtà avevano un'intera pagina dedicata, un'immagine enorme di loro che camminavano uno accanto all'altro e si tenevano per mano. "Odio quando la gente pensa che il mio nome sia Harold."
"È un buon soprannome," sottolineò Louis, stringendo il braccio del riccio. "Edward è davvero il tuo secondo nome?"
Harry si voltò verso di lui, annuendo. "Qual è il tuo?"
"È William," rispose Gemma prima che Louis potesse farlo.
Harry la guardò accigliato. "Come fai tu a saperlo?"
"È una celebrità, Harry. È sulla sua pagina Wikipedia."
"Non sono una celebrità," protestò di nuovo Louis.
"Comunque," Gemma spinse la rivista in faccia al fratello. "Leggi l'articolo."
Louis guardò di nuovo la pagina, riconoscendo i vestiti di Harry; di sicuro la foto era di un paio di giorni prima, quando erano stati fuori per cena. Il suo viso era rivolto verso quello di Louis, i capelli parzialmente raccolti e gli occhi luminosi di risate. Louis si copriva la bocca con il dorso della mano libera, ovviamente rideva anche lui.
"Sembra che Stanley Lucas non stesse scherzando quando ha preso in giro Louis Tomlinson per aver incontrato la sua anima gemella nel loro programma pomeridiano su BBC Radio Two un paio di settimane fa," lesse Harry ad alta voce. "Il presentatore radiofonico è stato visto ridere e tenersi per mano con un giovane molto attraente questa settimana, apparentemente portandolo fuori a cena. Sono arrivati ​​insieme al ristorante con l'auto di Tomlinson e secondo una fonte che era all'interno del ristorante, la coppia sembrava 'molto innamorata'."
Louis alzò lo sguardo sul viso di Harry, trovandolo che lo stava già osservando.
"L'uomo del mistero è un certo Harold Edward Styles, che vive e lavora a Londra. Secondo gli addetti ai lavori vicini a Tomlinson, si sono conosciuti attraverso il loro lavoro e il colpo di fulmine è stato chiaro sin dal primo momento. Congratulazioni al nostro caro Tommo. Sembra la sua anima gemella sia davvero-" Harry si fermò, guardando sua madre. "Un uomo sexy." Aggiunse tranquillamente.
Gemma rise. "Hanno sbagliato tutto, tranne per il fatto che voi ragazzi siete anime gemelle."
"Smettila di mettere in imbarazzo i ragazzi, Gem," la rimproverò Anne e spinse una ciotola nelle mani di sua figlia. "Aiutami a portare questi in sala da pranzo."
Lasciarono la stanza e Louis approfittò del momento per afferrare il viso di Harry. "Penso che abbiano anche capito bene che sei davvero bello."
"Lo sapevi?" Chiese piano il riccio.
"Dell'articolo? No." Louis scosse la testa. "Devo parlarne con il mio addetto stampa. Vuoi che mi occupi di tenerti completamente fuori dai gossip?"
Harry lo guardò per un lungo momento. "Non mi interessa davvero, in realtà. Non finisci sulle pagine dei giornali così spesso, vero?"
"Non proprio," confermò Louis.
"Mi piacerebbe che scrivessero bene il mio nome, però," aggiunse il giovane, un sorriso che gli copriva il viso.
Il castano si alzò in punta di piedi per baciarlo brevemente. "Immagino di potermi occupare di questo."
"Harry, amore, puoi aiutare Gemma a tagliare l'arrosto?" Chiese Anne quando tornò in cucina.
"Certo," il riccio premette un bacio gentile sulla fronte di Louis prima di uscire.
"Posso aiutare con qualcosa?" Si offrì il ragazzo non appena Harry se ne fu andato, indicando le numerose ciotole e piatti sul bancone.
Anne gli porse una ciotola. "Verdure," disse semplicemente e si voltò di nuovo verso il fornello. "Allora. Mi dispiace, ma non ho potuto fare a meno di sentire la vostra conversazione proprio ora."
Louis la guardò dietro la testa, sbattendo le palpebre lentamente. "Uhm."
"È stato molto premuroso da parte tua chiedergli cosa vuole," le sue spalle si sollevarono leggermente, ma a parte questo sembrava completamente rilassata. "Sei davvero perfetto per lui, sai?"
"Non lo so," rispose con attenzione. Mise la pentola vuota nel lavandino. "Ma voglio davvero esserlo."
Anne si voltò, rivolgendogli un piccolo sorriso. "Probabilmente non hai idea di quanto questo significhi veramente per lui. Tutto quello che ha sempre sognato era che questa cosa dell'anima gemella fosse perfetta. Ti ha parlato di suo padre?"
Louis annuì. "Neanche i miei genitori vivono più insieme. Voglio dire. Mia madre e la sua anima gemella."
Per un momento, Anne lo osservò con uno sguardo che Louis non riuscì a leggere. "Harry non ha mai avuto paura che questa cosa andasse storta, nonostante il passato mio e di suo padre. Sono così felice che non sia rimasto deluso. Si illumina letteralmente ogni volta che parla di te, Louis."
Sentendo le sue guance arrossarsi, Louis abbassò lo sguardo, intrecciando le dita. Anne colmò il divario tra loro per tirarlo in un altro abbraccio e Louis non esitò a ricambiarlo.
"Sono davvero felice di incontrarti finalmente," aggiunse Anne.
"Mi dispiace che ci sia voluto così tanto," mormorò, sentendosi stranamente al sicuro e a suo agio nell'abbracciare la madre di Harry. Insomma, era ancora un'estranea - per qualche strana ragione, però, non sembrava affatto così.
Non aveva nulla di cui aver paura.
"Andiamo," disse la donna, accarezzando la spalla di Louis. "Dovremmo metterlo sul tavolo prima che si faccia freddo."

Nameless Night (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora