Per il loro diciottesimo compleanno, ogni persona riceve una lettera che recita una semplice data. Questa è la data in cui incontrerai la tua anima gemella.
Harry e Louis hanno credenze diverse, vivono in mondi diversi e hanno sogni, speranze e paur...
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"Siamo a casa," annunciò Harry, chiudendosi la porta dietro di sé. Posò Mallory e allungò la schiena, roteando le spalle. Louis gli aveva detto un milione di volte che adesso era troppo grande per essere presa in braccio, ma lui faceva sempre fatica a rifiutarla quando lei lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri. E non era ancora così alta, e nemmeno così pesante. Tuttavia, un bambino di quasi cinque anni non doveva più essere portato in giro. Si tolse la giacca prima di aiutare Mallory a togliersi anche la sua, mentre lei si toglieva le scarpe. Il modo in cui esse colpivano il muro e lei le lasciava lì mentre cadevano gli ricordava molto Louis. Quei due erano chiaramente una famiglia. Beh, ben presto anche lui sarebbe diventato parte della famiglia del castano, e forse anche lui avrebbe avuto modo di influenzarla un po'. Mallory corse via, dritta in cucina. "Zia Anne!" Gridò. "Harry ha detto che posso dipingergli le unghie!" Harry sorrise tra sé, seguendola. Le trovò entrambe sedute al tavolo della cucina, Mallory in grembo ad Anne, che gesticolava selvaggiamente. Anne le sorrise, ascoltando attentamente, e Harry si rese conto che era già successo. Erano già diventati una famiglia. "Anche zia Gemmie è qui?" "Sarà qui più tardi," disse Anne, accarezzando il ginocchio di Mallory. "Come è andata a scuola, oggi?" "Abbiamo scritto le lettere," le disse la bimba, voltandosi a guardare Anne. "Abbiamo tagliato i fogli e fatto i biglietti e Barbara aveva delle buste dove mettere i biglietti." "E cosa hai scritto a te stessa?" Anne voleva sapere. "Harry e Barbara hanno scritto per noi. Ho detto a Harry cosa scrivere nel mio ma non posso dirtelo. È un segreto." Mallory si mise un dito sulle labbra. Il riccio sorrise, pensando a tutte le lettere carine che aveva scritto quel giorno. I bambini avevano scritto a se stessi una piccola lettera e a gennaio la avrebbero ricevuta. "Anche Harry ha scritto una lettera a se stesso!" Mallory lo indicò, sorridendo. "Davvero?" Anne lo guardò e gli fece l'occhiolino. "E cosa ha scritto?" "Non posso dirtelo," ripeté le parole di Mallory. Aveva dato la sua lettera a Barbara e lui aveva preso quella della ragazza. In questo modo, anche loro avrebbero ricevuto le lettere entro sei mesi. "È un segreto." Mallory annuì con veemenza, dimenandosi in grembo ad Anne. "È un segreto fino a gennaio!" Anne gli sorrise e Harry si avvicinò a loro per dare a sua madre un bacio sulla guancia. Gli toccò il braccio, tenendola stretta per un altro momento. "Lory non ha ancora pranzato," disse Harry, mettendo un sacchetto di plastica sul tavolo. "Pensavo potessimo mangiare insieme?" "Adorabile," convenne Anne, alzandosi in piedi, Mallory ancora tra le braccia. Si poggiò la bambina sul fianco, sbirciando nella borsa. "Cosa mangiamo, allora?" "Carne al cartoccio," il riccio andò a un armadio e prese tre piatti. "E patatine. Mallory adora le patatine." "Quale bambino di quattro anni non lo fa?" Disse Anne. Fece sedere Mallory sulla sedia e aiutò Harry ad apparecchiare la tavola. "Amavi anche tu le patatine quando avevi quattro anni." Il riccio scrollò le spalle, scartando la carta forno. "Lo faccio ancora. Mangiamo patatine per cena il più delle volte." "Oh, immagino che sia la facile via d'uscita di Louis quando prepara la cena," commentò la donna. "Di solito lo è," rispose Harry, ridacchiando. "Fa buone patatine." Anne si limitò a ridere, scuotendo la testa. "Beh, buon per lui visto che deve sposarti," fece notare. "Non lo sposerò per le sue abilità culinarie," disse Harry, aiutando Mallory con la sua cena. "Sposi zio Louis perché vi amate moltissimo," intervenne lei, guardandolo. "È vero," concordò Harry. "Ecco perché le persone si sposano." "È anche perché siete anime gemelle," aggiunse Mallory. "La mamma ha detto che non puoi sposare qualcun altro, anche se lo ami molto." "Non ami nessun altro come ami la tua anima gemella," le disse Anne, sedendosi accanto a Mallory. "Il modo in cui ami la tua anima gemella è speciale." "Ecco perché non vuoi sposare nessun altro tranne la tua anima gemella," Mallory annuì fermamente. "Mamma e papà sono anime gemelle." "Lo sono," confermò Harry, rubando una patatina dal piatto di Mallory. "Così come lo siamo io e zio Louis." "Quando è il tuo appuntamento domani?" Chiese sua madre. "Non ne abbiamo davvero uno," Harry scrollò le spalle, tagliando la carne. "Sono aperti dalle dieci, quindi partiremo da qui verso le nove e mezza, immagino." "E tornerete qui dopo?" "Lou deve essere in studio alle due per lo show, ma penso usciremo per un pranzo un po' celebrativo. Forse passerò di nuovo più tardi," si alzò per prendere una mela e tagliarla per Mallory. "Starò fuori tutto il giorno." Dopo pranzo, Harry portò Mallory in camera sua per un sonnellino. Si addormentò dopo solo pochi minuti, non arrivò nemmeno fino alla fine della storia che le stava leggendo. Le accarezzò dolcemente i capelli, sorridendo mentre la guardava dormire, poi lasciò la stanza il più silenziosamente possibile. Sua madre si stava preparando per cucinare, così andò in soggiorno e si mise a guardare la televisione. C'era Four in a Bed in onda, e si appisolò mentre guardava una signora dall'aria buffa in un vestito rosa che controllava la polvere in cima a un armadio. Quando si svegliò di nuovo, qualcuno era steso per metà sopra di lui, con la testa sul suo petto. La pioggia cadeva fuori, gocciolava costantemente contro la finestra, e dietro di lui, Harry sentì Louis e Mallory parlare. Non aveva bisogno di guardare per sapere che era Gemma che giaceva sopra di lui. La televisione era ancora accesa, una vecchia replica di un episodio di How I Met Your Mother che attirò la sua attenzione. Sbatté le palpebre, cercando di svegliarsi correttamente, e fece scorrere una mano sulla schiena di sua sorella mentre ridacchiava. "Finalmente sveglio?" Chiese con calma. Harry annuì, sfregando il mento contro la sua testa. Poi inclinò la testa all'indietro per guardare Louis. Era seduto sulla poltrona con Mallory, una tazza di tè tra le mani e un libro aperto sulle ginocchia della nipote. Il ragazzo gli sorrise, allungando una mano per toccare i suoi capelli. "Sei un dormiglione," gli disse Mallory, ridacchiando. "Lo zio Louis ha detto che sei un dormiglione." "Ah davvero?" Rispose Harry, stringendo sua sorella più vicino al petto. "Anche lui lo è. Così come la zia Gemmie." "Mi ha rubato il posto," si lamentò Louis. "Avremmo potuto fare i dormiglioni insieme." "Tu puoi coccolarlo ogni giorno," ribatté Gemma. "A me quando ricapiterà di coccolare il mio fratellino?" "Beh, dovresti sposarlo per ottenere quel privilegio, allora," fece notare Louis. "Peccato che il modulo di registrazione contenga già il mio nome." Gemma sbuffò. "Come se volessi sposare questo fastidioso moccioso." "Io sposerei Harry," disse Mallory. "Perché fa rima," aggiunse Louis, sorridendole. Harry colpì il fianco di sua sorella. "Dato che sono un moccioso così fastidioso, potresti muoverti un po' e lasciarmi respirare." "Ma sei comodo," Gemma si rannicchiò più vicino. "Louis non è così pesante," notò il riccio, colpendole ancora le costole. "Perché è piccolo." "Non lo sono!" Louis protestò, sembrando offeso. "La mamma dice che tra qualche anno avrò la stessa altezza di zio Louis," disse Mallory. "Vado a cercarmi una nuova famiglia," borbottò il castano. Harry tese la mano, aspettando che Louis la prendesse. Intrecciò le loro dita, aggrappandosi ad esse. "A proposito," disse Gemma, alzando la testa. "Avete finalmente deciso quale cognome prendere?" "Tomlinson," rispose Louis. "Styles," disse Harry nello stesso momento. Gemma inarcò un sopracciglio. "Quindi non avete deciso." "Io farei un compromesso per Styles-Tomlinson," ammise il riccio, inclinando ulteriormente la testa per guardare Louis. "Se vogliamo fare un'opzione combinata, dovrà essere Tomlinson-Styles." "La S viene prima della T," sostenne Harry, aggrottando la fronte. "È logica." "Ma non ha un bel suono," Louis strinse la mano di Harry, un lampo di malizia negli occhi. "E Harry Tomlinson suona meglio di Louis Styles." "Penso che Louis Styles sia molto carino," sottolineò Gemma. "La penso uguale," concordò Harry, sorridendo in risposta. "Mai, nemmeno tra un milione di anni," fu tutto ciò che disse il castano. "Beh," rifletté Gemma. "Avete altre dodici ore circa per decidere. E dovrete prendere una decisione perché domani dovrete compilare il modulo." "Gemma," la voce di Anne giunse dalla cucina in quel momento, appena udibile dalla televisione. "Puoi aiutarmi con la cena?" "Oh no, ha già iniziato," Gemma gemette e rotolò via da Harry. "Volevo preparare il maiale." "Allora è meglio sbrigarsi," suggerì Louis. "Anch'io voglio aiutare," disse Mallory, lasciando cadere il libro e saltando dalle ginocchia di Louis. Prese la mano di Gemma, guardandola. "Papà mi ha mostrato come sbucciare le patate. Posso sbucciare le patate?" "Certo che puoi," la rassicurò Gemma mentre uscivano dalla stanza. "Ne sbuccia esattamente due prima di annoiarsi," disse Louis. Si alzò dalla poltrona e si mise a cavalcioni su Harry, trovando facilmente le mani del riccio. Intrecciò le loro dita, sorridendogli. "La mamma la loderà comunque," Harry scrollò le spalle, sorridendo di rimando. Louis si sporse in avanti, baciandolo leggermente. "Questo non mi lascia molto tempo." "Per cosa?" Louis sorrise. "Questo." Si tuffò contro di lui, lasciando le sue mani per attaccare il suo stomaco. Fece il solletico al riccio senza sosta, sorridendo follemente alla reazione che suscitò in lui. Harry si piegò su se stesso, cercando di spingere via le mani di Louis, abbaiando dalle risate. Tuttavia, reagì con poco sforzo, lasciando a Louis lo spazio per attaccare ancora e ancora. "Fermati," Harry riuscì a uscire, senza fiato per tutte le risate. "Dì che tu prenderai il mio nome e io lo farò," il castano bloccò le mani di Harry con una mano, le sue dita a malapena abbastanza lunghe per afferrare entrambi i suoi polsi. Sapevano entrambi che sarebbe stato facile per Harry svignarsela se avesse voluto. Harry stava già ansimando, i suoi muscoli addominali si indurirono quando Louis fece scorrere le dita sotto il maglione che indossava. Sostenne lo sguardo del ragazzo, un sorriso pigro che si formò quando vide l'intento negli occhi di Louis. "Louis Styles." Louis contorse uno dei suoi capezzoli, ricevendo in risposta un'audace spinta all'anca. Sorrise di nuovo e si chinò per baciare di nuovo Harry, le sue labbra gentili quando succhiò il suo labbro inferiore. "Harry Tomlinson." Stavano entrambi ridacchiando tra i baci quando Gemma tornò nella stanza, incrociando le braccia. "Sul serio. Siete come bambini." "È passato così tanto tempo da quando eri una ragazzina, vecchia signora?" Chiese Louis e Harry lo guardò in faccia mentre parlava con Gemma. Non mostrò un solo segno di incertezza. La sua espressione era completamente aperta. Ormai, anche la famiglia di Harry era quella di Louis, e ogni volta che il riccio se ne rendeva conto il suo cuore perdeva un battito. Gemma non esitò a schiaffeggiare la nuca di Louis. "Non lo so, marmocchio. Puoi dirmelo l'anno prossimo," suggerì, dato che aveva solo un anno più di lui. Il castano ridacchiò, lasciando andare le mani di Harry per staccarsi da lui. "L'eterna giovinezza è un dono che solo pochi eletti ricevono." "Lo dici a te stesso che quando vedi le rughe sul tuo viso ogni volta che ti guardi allo specchio?" Chiese Gemma, incrociando le braccia. Ovviamente si stava divertendo; lo faceva sempre ogni volta che lei e Louis scherzavano tra di loro. Lasciarono la stanza e Harry rimase dov'era per un po', ascoltando le voci che provenivano dalla cucina. Chiuse di nuovo gli occhi, solo per un minuto, e si lasciò cullare dalla sensazione di felicità che gli si diffondeva nel petto. Aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato nella sua vita.