CAPITOLO VENTI - city of fallen angels

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Buona lettura! 💘

spazio autrice:
ciao bellissimi angeli!
questo capitolo contiene molti feelings, soooo calm down mentre leggete e fatemi sapere cosa ne pensate con commenti e stelline!
mi rendo conto che la situazione si fa sempre più complessa, è difficile anche per me.
ilysm angels
alla prossima <3
ila
x

ps: scusatemi per gli errori di battitura, sicuramente immancabili.

CAPITOLO VENTI – city of fallen angels

Shout out to the old me and everything he showed me, glad you didn't listen when the world was tryna slow me.

benjamin

Estate 2010: 9 luglio, dreamteam.

Me ne stavo seduto a terra a fissare la mia tastiera come se fosse fatta d'oro. Sfioravo i tasti meravigliato, con le lacrime agli occhi, senza sapere cosa dire. Ryan stava suonando e cantando per augurarmi buon compleanno e sentivo l'eco delle risate di mia madre e mio padre che mi osservavano mentre io, a mia volta, ero incantato dalla mia nuova tastiera. C'era della magia nell'avere il proprio sogno stretto fra le mani, della poesia fra le note degli spartiti musicali, la gioia più grande nel mio cuore. Non avrei mai pensato che mamma e papà mi regalassero una tastiera: sapevo fosse un regalo costoso e già ero infinitamente grato per le lezioni di piano, ma così mi avevano reso il bambino più felice del mondo.

- Allora? - Domandò mio padre accucciandosi accanto a me. - Che mi dici, ti piace? -

Alzai la testa sotto gli sguardi curiosi di mio fratello e mia madre, e incontrai gli occhi scuri di papà. Quando vide la mia espressione meravigliata, mi arruffò i capelli, lasciando che i miei ricci ribelli ricadessero sulla mia fronte. - Non so che cosa dire – Risposi battendo le palpebre e tornando ad osservare il mio regalo. Mi tremava la voce per l'emozione, il mio cuore batteva fortissimo ed ero davvero senza parole. - Vi voglio bene, grazie, è il regalo più bello che mi potessero fare. - Sussurrai posandola sul pavimento.

A quelle parole, mia madre si posò una mano sul cuore, papà sorrise raggiante e mi baciò la testa, mentre Ryan, dopo aver posato la chitarra, mi rotolò addosso schiacciandomi a terra e sedendosi sulla mia pancia. Strillai a causa della sorpresa e tentai di scacciarlo con le mani, suscitando il suo divertimento e le risate di tutti, soprattutto quando mi tirò le orecchie. - Adesso il piccolo Ben può suonare la sua canzone per la piccola Jenny! - Esclamò divertito. - Ma quanto sei dolce? - Continuò divertito.

- Adesso ti tiro un calcio volante e ti atterro – Borbottai scacciandolo e sbuffando teatralmente. Me lo levai di dosso e gli rotolai sopra, dando vita così a una lotta costituita da risate, capriole e prese in giro.

- Ci suonate qualcosa? Stiamo aspettando! - S'intromise la mamma una volta che io e Ryan decidemmo di mettere fine al nostro momento di pazzia.

Ryan prese la chitarra e mi sorrise dolcemente, sedendosi accanto a me su una sedia, mentre io posavo la tastiera sul tavolo e accarezzavo, nuovamente, i tasti. Io e mio fratello provammo a suonare una canzone che avevamo composto con l'aiuto di papà, una ninna nanna che ci cantava sempre la mamma, noi tre l'avevamo trasformata in una musica.

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