CAPITOLO TRENTATRE - sweet lullaby

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"Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about. Be kind. Always."

Ci tengo a ricordarvi che qualsiasi sia la vostra battaglia, non dovete per forza affrontarla da soli. Se avete bisogno di parlare con qualcuno potete tranquillamente scrivermi in privato, vi ascolto sempre. <3

vi lascio qui sotto dei numeri verdi da contattare nel caso sentiste di non farcela. sappiate che vi rialzerete, c'è sempre una luce che vi guida, sempre.

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327
TELEFONO AZZURRO: 1969
NUMERO PREVENZIONE SUICIDIO: 800 334 343
NUMERO PREVENZIONE DISTURBI ALIMENTARI: 800 180 969
NUMERO VIOLENZA DOMESTICA: 1522
SUPPORTO PSICOLOGICO: 800 833 833
SUPPORTO PSICHIATRICO: 800 274 274
TELEFONO ROSA: 06 375 18282
SUPPORTO PER AUTISMO: 800 031 819

-> spazio autrice: eccocii quiii
sono finalmente riuscita ad aggiornare, anche se con troppo ritardo hahah
vi chiedo umilmente perdono.
ci tengo solo a dirvi che sono molto legata alle emozioni che sono racchiuse in questo capitolo e mi riguardano, alcune, direttamente in prima persona. spero possiate sentire tutto a cuore aperto e capire che per me non è stato semplice da scrivere.
se siete arrivati fino a qui vi ringrazio di cuore, manca pochissimo alla fine.
fatemi sapere se vi piace il capitolo,
alla prossima
ila
x

⚠️ TRIGGER WARNING!!! ⚠️
nel capitolo sono presenti scene forti, sia per le emozioni che per ciò che accade.
fate con calma, non tralasciate NULLA o non capire cosa sta succedendo.

Buona lettura 🌹

CAPITOLO TRENTATRE –  sweet lullaby

Hard to stay awake, i'm so exhausted.
Hide the pain, i don't endorse it.
I can't even cry, i guess i'll force it

Mi chiesi cosa succedeva quando la vita decideva di cambiare le carte in tavola. Poi capii che a un certo punto, lungo quel viaggio, arriva un momento in cui si sente che non esiste un luogo in nessun punto della Terra a cui si senta di appartenere. In quel preciso istante desideravo essere in qualunque posto, ma non in quello. Avrei preferito assistere a qualsiasi altro tipo di orrore, ma non a ciò che si prostrava dinanzi ai miei occhi: la morte dell'unica parte della mia famiglia che mi restava. Non mi sarebbe rimasto più niente se lui se ne fosse andato. Mi chiesi cosa ne sarebbe stato di me, senza di lui, senza nessuno, senza avere una persona che sarebbe stata per sempre e incondizionatamente la mia casa, la mia persona. Ryan era sangue del mio sangue, l'unica briciola della mia vera famiglia che mi rimaneva, nonostante ormai considerassi i Woods come la mia famiglia, nonostante tutto ciò che mi legava a loro, lui era tutto ciò che avevo, tutto ciò che mi restava, tutto ciò che mi legava al mio passato. Era come se a Ryan appartenessero le radici del mio albero, da sempre, e senza le radici un albero cade, muore, perciò pensai che senza di lui sarei stato soltanto un fantasma. Mi sentivo come se il mondo si stesse sgretolando sotto di me, come se fosse arrivata l'apocalisse e si fosse aperta una faglia e che mi stesse risucchiando e, in caduta libera, crollavo verso il centro della terra pronto a bruciare in eterno. Non sarei più riuscito ad evitarlo: stavo sgorgando dolore, lo sentivo riempire ogni parte di me e cancellare tutto il resto: non restava più niente di ciò che ero, c'era solo dolore. Ero esausto, non riuscivo nemmeno a piangere da quanto sentivo che il dolore avesse raggiunto l'apice, che più forte di così, non poteva essere.

Avevo scostato mio fratello, facendolo sdraiare sull'erba innevata, dopo essermi reso conto che il colpo di pistola che si era sentito aveva colpito lui alla schiena. Ero inginocchiato al suo fianco, piangendo disperatamente e senza riuscire più a respirare, mentre Victoria gli reggeva la testa e gli accarezzava i capelli pregando e ripetendo sempre le stesse parole in loop. – Non morirai – Diceva ciondolando avanti e indietro con le dita infilate fra i ricci di mio fratello e l'espressione persa nel vuoto. – Non morirai, non morirai, non morirai – Continuava a sussurrare sotto shock.

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