CAPITOLO DUE - rebirth

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Buona lettura! 💘

Capitolo due - rebirth

I'll take your bad days with your good,
walk through this storm I would. I'd do it all because I love you, I love you.
Unconditional, unconditionally

Benjamin

Credevo che la morte fosse più dolorosa, ma a quanto pare mi ero sbagliato. Non avevo mai pensato a quale sarebbe potuta essere la mia morte, a come sarei potuto morire, però avevo sempre immaginato il mio funerale. Poteva sembrare una cosa stupida, però mi domandavo realmente se qualcuno al mio funerale ci sarebbe stato oppure se sarei rimasto solo, ma tutto ciò finché non avevo conosciuto Victoria. Da quando c'era lei nella mia vita, tutto era cambiato. Da quando l'avevo guardata sorridere e mi ero innamorato di lei, la mia vita era diventata più luminosa e avevo capito che qualcuno che realmente mi amava esisteva nel mondo, ed era lei. Era guardandola negli occhi che avevo capito che morire per amore, per qualcuno che amavo, era un buono modo per andarmene.
E io credevo di essere morto.
Credevo che il colpo sparato da Paul Illman mi avesse ucciso, perché non mi ricordavo assolutamente niente di quello che era successo dopo essermi reso conto che mi aveva colpito al cuore, o almeno credevo fosse il mio cuore. Non aveva fatto male, faceva più male aver visto quella pistola puntata sulla persona che amavo di più al mondo, aver visto il suo viso diventare dello stesso colore della porcellana. Mi aveva ucciso, in realtà, vedere cosa le aveva fatto proprio davanti a me, senza farsi nessuno scrupolo. Senza preoccuparsi del fatto che avrebbe spezzato del tutto la persona che stava dinanzi ai suoi occhi, la persona che era sangue del suo stesso sangue, carne della sua carne. In quel momento lo avrei ucciso realmente, se ne avessi avuto la possibilità, se avessi avuto soltanto un'arma con cui poterlo fare, ma non avevo niente, e lui aveva una pistola, e poteva uccidere lui, trasformando tutto in una tragedia, anche se era finita in quel modo lo stesso, proprio come Romeo e Giulietta. La sola differenza era che io non ero Romeo e Victoria non doveva assolutamente essere Giulietta, e sperai di tutto cuore che nonostante la mia morte lei fosse viva, che Sam l'avesse salvata, perché se fosse morta, non me lo sarei mai potuto perdonare.
Era così che avevo sentito la mia morte, la morte vera, quella dolorosa, e l'avevo proprio vista nei suoi occhi quando suo padre la lanciò a terra e le infilò la lingua in bocca contro la sua volontà, quando incastrò il suo corpo sopra al suo e rise. Proprio in quel momento, mentre morivo, avevo pensato che lo avrei portato a fondo con me, che non potevo lasciare che rovinasse la persona che mi aveva salvato la vita con i suoi occhi azzurri. Per cui, del tutto impulsivamente, avevo spinto via con tutta la forza che avevo Michael, e mi ero catapultato su Paul, spingendolo via dopo avergli dato un calcio e averlo fatto cadere a terra, dove aveva sbattuto la testa e, mentre si rendeva conto di cosa stava succedendo, mi ero portato via la mia ragione di vita. Però lui alla fine si era rialzato, nonostante sperassi che la botta in testa gli avesse causato problemi e lo avesse messo ko non era successo, e si era arrabbiato, si era arrabbiato tanto, ed era proprio in quel momento che avevo capito che sarebbe finita proprio come la tragedia di Shakespeare. Per cui, nell' esatto istante in cui avevo visto Paul alzare il braccio e puntare la pistola su Victoria, quando avevo sentito la sicura saltare via e avevo sentito il suo dito premere il grilletto con l'urlo spacca cuore di Sam, l'avevo tirata per il braccio e mi ero letteralmente lanciato a prendere il proiettile al posto suo.
Avevo sentito soltanto una botta al cuore, e da lì si era spento tutto. Vedevo il suo viso ancora, ma non sentivo niente, soltanto le mie orecchie fischiare e il respiro venire a meno, lentamente. Non sentivo dolore, solo un immenso amore, ed era proprio mentre la vedevo piangere e sentivo che mi baciava di continuo, fra le lacrime, che avevo capito che morire in quel modo era dolce quanto affogare nel miele, che era la morte giusta, che era il miglior modo per lasciare il mondo. Gridava il mio nome con disperazione, anche mentre io cercavo di accarezzarla con tutte le forze che avevo, e lì avevo iniziato a piangere, ma non a causa del dolore fisico di quello sparo perché mi sentivo anestetizzato, ma perché tutto ciò che volevo era dirle che l'amavo e volevo accarezzare il suo viso un'ultima volta. Ed era mentre la baciavo che avevo chiuso gli occhi, avevo smesso di respirare e le avevo ripetuto, almeno così credevo, che l'amaro da morire, ma non ero certo che lei mi avesse sentito perché nemmeno io sentivo ancora qualcosa.

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