9. La doccia

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Davina sentiva l'acqua sgorgare dal soffione della doccia. Lo zampillare di quest'ultima colpiva il suo corpo ancora vestito della divisa.
Si trovava nel bagno dei prefetti, conscia del fatto che fosse riservato esclusivamente a coloro che capeggiavano la scuola. Ma questo a Davina non interessava.

Il bagno dei prefetti era un luogo singolare ed estremamente curato. Le rifiniture dorate delle colonne si andavano congiungendo al soffitto, diramando dei fiori d'oro. Le pareti dal color avorio donavano lucentezza a tutta la stanza, e riflettevano perlopiù il luccichio dell'acqua che scorreva.
I quadri di sirene si muovevano e corpi affusolati prendevano vita, danzando allegramente per la stanza.
Le finestre erano contornate da dettagli bronzei che, e il telaio presentava un colore più ossidato in alcuni punti, segno dell'antichità degli infissi.
Il resto delle finestre, invece, era in stile gotico, e lasciava entrare dalle vetrate colorate della luce ora verdognola, ora rossastra.
I colori si alternavano mesmerizzando Davina, la quale aveva iniziato a togliere la giacca della sua divisa lentamente, osservando la stanza che si proiettava davanti a lei.

Improvvisamente la porta del bagno si aprì, rivelando nessun altro che Tom Riddle.
Davina era piena di lui, e piena delle sue cazzate.
Non poteva più tollerare di vedere la sua faccia in giro.

"Quale piacere Marvolo"-sentenziò lei togliendosi le scarpe, che cadevano scombinate nel pavimento piastrellato.
"Ero venuto per farmi un bagno, ma a quanto pare sei stata più veloce di me. E neanche perderò tempo a dirti che per te è proibito stare qui, dato che non mi ascolteresti nemmeno"-rispose lui con un ghigno sul volto.
Sembrava quasi...diverso dal solito.

I suoi occhi non erano più così oscurati dalla tenebra, e non aveva le sopracciglia corrugate come suo solito.
Appariva come rivoluzionato.

"Bene, se non ti dispiace ho da fare adesso"-cercò ti tagliarla corto lei, guardandosi attorno prima di slacciarsi la cravatta.

"Sai, ho pensato molto in questi giorni..."-iniziò lui avvicinandosi alla ragazza.
Davina si bloccò per un momento.
"Wow Thomas, hai stupito le mie aspettative, sai pensare"-ne rise lei, ma lui rimase impassibile, con lo sguardo quasi fuso dentro al suo.

"Ho pensato che io e te non siamo poi così diversi. Anzi siamo piuttosto uguali.
Anche tu hai un qualcosa dentro, una lugubre parte di anima che cerca di emergere. Ma tu, a differenza mia, cerchi di soffocarla. Cerchi di soffocare il buio che hai dentro perché hai paura di essere giudicata, vuoi essere amata piuttosto che temuta. E l'ho capito solo da poco questo. Non avevo mai capito che anche tu vedessi il mondo dalla mia stessa prospettiva. Ti interessa il potere, Davina, ed è quello che interessa anche a me. Non vuoi inutili sentimenti, amicizie futili, e per di più sei colta. Lo studio è la tua arma contro l'ignoranza che c'è nel mondo. E ti distingui solamente grazie a questo. Sei così affibbiata alla tua figura, che hai paura che qualcuno possa scalfirla. Ma io ti capisco davvero, loro non sanno cosa si prova. Nessuno può sapere quanto siamo diversi dal resto del mondo. Di quanto le nostre menti siano contorte e capaci di tutto. Di quanto la tua anima supplichi di uscire allo scoperto ma deve arrangiarsi alla suppletiva personalità che ti sei creata. Dicono tutti che io sia il cattivo ragazzo, ma non preoccuparti, loro non hanno idea di cosa parlano, non ce l'hanno mai. Non potranno mai capirci a fondo. Le persone come noi son rare e intoccabili"

Il discorso di Tom aveva fatto venire a Davina la pelle d'oca.
Non si era mai esposta alla realtà.
In fondo assomigliava a Tom più di quanto le piacesse ammettere.
Era corrotta dal potere, ed aveva sete di sapienza.
L'ambizione l'aveva sempre contraddistinta.
E per quale motivo non aveva mai pensato a questo aspetto di sé stessa? Per reprimerlo probabilmente.
Non voleva accettare il fatto di non essere come gli altri.

Indietreggiò pericolosamente, seguita dai lenti passi di Tom.

"Non voglio spaventarti, volevo solo dirti che io ti capisco. Prima pensavo fossi solo un'inutile ragazzina, ma ora lo capisco. Siamo simili. Vogliamo la stessa cosa"

Venena -TMRDove le storie prendono vita. Scoprilo ora