«Sai che questa è la prima volta che prendo l'aereo?» mormora Jessica, gli occhi blu socchiusi, mentre guarda fuori dall'enorme vetro che mostra gli aerei che decollano dall'aeroporto.
«Davvero?» aggrotto le sopracciglia, girandomi un poco verso di lei.Siamo all'aeroporto da qualche ventina di minuti, e io sto cercando di convincere Jessica a salire sull'aereo.
Lei ha le mani sulle guance, lo sguardo terrorizzato.Davvero non ha mai preso l'aereo?
«Già. Ho un po' di paura, ammetto» stringe le labbra, e riesco a sentire la sua ansia anche senza toccarla.
«Tranquilla, non c'è niente di cui preoccuparsi» le dico, stringendole leggermente la spalla, prendendo dentro di me un po' della sua paura.Jessica sorride e annuisce. La sensazione negativa diminuisce, e io mi sento meglio, anche se la quantità di paura non è abbastanza per saziarmi.
«Okay!» esclama, e io ritiro la mano dalla sua spalla.
Qualche minuto dopo saliamo sull'aereo insieme a tutti gli altri studenti, e sento qualcosa aggrapparsi al mio braccio. Quando do un'occhiata capisco che si tratta di Jessica.
«Mettetevi vicino a me, vi prego, non voglio morire!» sussurra, sbarrando gli occhi.
Lancio uno sguardo a Peter, e lui alza le spalle.
Già, anche lui è qui.Decido di ignorarlo e cerco di tranquillizzare Jessica mentre ci sediamo.
«Sta tranquilla, per favore» le dico, scuotendo la testa, «Non è niente, davvero, l'aereo l'ho preso un sacco di volte e non mi è mai successo nulla.»
«Davvero? E dove sei andata di bello?» chiede, girandosi verso di me.Mi sono seduta vicino al finestrino, mentre Jessica è in mezzo e Peter dall'altro lato.
La guardo mentre si lega i capelli castani in una coda, le mani che tremano.Il viaggio durerà molto, per questo si è vestita in modo comodo: dei pantaloni della tuta e una felpa. Anche io sono vestita più o meno nello stesso modo: non mi andava di fare tutta una storia per un volo.
La signora Denvers era molto contenta della mia partecipazione a questa gita, e si era anche proposta per farmi la valigia.
Alla fine l'ho fatta io, eh, per fortuna del diavolo.«Be', sono andata in tanti posti...» mormoro.
Non so cosa dire... Non ho mai raccontato i miei viaggi, non me l'avevano mai chiesto prima... Anche perché è raro che i miei vampiri non mi accompagnino.
«Raccontami qualcosa» lei si gira verso di me, fissandomi coi suoi occhi azzurri a cui non riesco a dire di no.
Stringo le labbra e arrotolo la manica della mia felpa.
«Vedi questo tatuaggio?» dico, indicando il serpente disegnato sul mio braccio, «L'ho fatto in un viaggio in Francia.»
Jessica passa le piccole dita sul disegno, e sorride.
«L'hai fatto perché sei serpeverde?» chiede, piegando la testa da un lato.
Quando ho fatto quel tatuaggio Harry Potter non esisteva nemmeno, per questo un sorrisetto ombreggia sulle mie labbra.
«Non esattamente... Tu invece in che casa saresti?» chiedo, per distrarla dalla sua paura dell'aereo.
«Credo Tassorosso.»
«Me l'aspettavo.» sorrido leggermente.Ad Arrow e a Lentiggini piace tantissimo Harry Potter, per questo mi sono vista almeno cinque volte tutti i film. Ho anche letto i libri, ovviamente.
STAI LEGGENDO
Occhi da Demone
ParanormalUn giorno in cui piovevano acqua e sangue, Aideen Stella Del Mattino decise di mandare al diavolo tutto l'Inferno, compreso suo padre, e di andarsene a vivere sulla Terra. Un secolo dopo, scappata dalla sua vita infernale, si ritrova a seguire lez...