«Peter è molto bravo a suonare la chitarra, sapete?»
Alzo gli occhi e guardo il novellino, che è tutto rosso in viso. He le labbra strette fra loro, lo sguardo basso e i capelli marroni che gli cadono sul viso.
Sorrido leggermente e torno a fissare il mio piatto. Il mio obbiettivo era di farlo arrossire almeno una volta, ma in questa serata l'avrà fatto almeno cinquanta volte.Siamo seduti a tavola da almeno un'ora, e io avrò detto sì e no due parole.
È strano stare qui, nella stessa stanza del novellino, senza farlo arrabbiare al minimo movimento che faccio. Non ci siamo detti nulla dopo la cortissima conversazione che abbiamo avuto dopo la mia crisi di nervi.
Forse è meglio così.Beth e suo marito parlano di come Peter suona la chitarra da quando ha dieci anni, e io li ascolto, anche se poco.
Quindi è così che sarebbe stato vivere in una famiglia di umani...La madre di Peter gli scompiglia i capelli, mentre il padre ride divertito dalla scena.
Mi sento strana.
La signora Denvers è sempre stata gentile con me, ma nella mia infanzia non ho mai avuto qualcuno che mi scompigliava i capelli, o che rideva insieme a me. O meglio... ce l'ho avuto, ma non è durato molto. Forse è per questo che mi sento a disagio nel guardarli.Qualche minuto dopo mi alzo, dicendo che devo andare in bagno.
Salgo di sopra e mi avvicino ad una finestra lì vicino. La apro e riesco a respirare.
Vorrei solo stare con Royal. Lui mi aiuterebbe a non pensarci, lui riuscirebbe a togliermi mia madre dalla testa.
Non so perché sto pensando a lei di continuo questa sera... Ma non mi piace.
La cena è quasi finita, quindi fra poco potrò tornare dal mio vampiro.Ad un certo punto sento qualcosa picchiettarmi la gamba, e quando abbasso lo sguardo spalanco gli occhi. Per Lucifero, un cucciolo di umano!
Mi abbraccia, e io cerco di divincolarmi, possibilmente senza fargli male.
«Aiuto, mi stanno attaccando!» sibilo, e chiudo gli occhi.
Poco dopo sento che il bambino non mi sta più attaccato.
Apro gli occhi e vedo Peter, che lo tiene per mano.«È solo mio fratello, mica ti mangia...» ridacchia, mentre io continuo a guardare male quel mostriciattolo che ha appena provato ad uccidermi.
Guardandolo meglio mi accorgo che si tratta del bambino della foto che avevo visto prima, anche se un po' più grande. Avrà forse dieci anni.
«Sei la ragazza di Peter?» chiede il bambino, guardandomi negli occhi.
Il novellino scuote la testa e gli dà un colpetto sulla spalla.
Sono molto simili, anche se il bambino è molto più piccolo di Peter.
Hanno gli stessi occhi, le stesse labbra.Il più piccolo indossa un pigiama azzurro con dei pinguini disegnati sopra.
«Potresti dirgli di andare a cuccia?» sussurro, facendo un cenno con la mano.
«È un bambino, mica un cane» borbotta Peter, aggrottando le sopracciglia.Sì, stessa cosa, insomma...
I bambini umani sono il mio incubo. Sempre iperattivi, che urlano e gridano senza che li si possa fermare... Non saprei scegliere se preferisco i dannati a loro.«Peter, mi aiuti, per favore?» sento la voce di sua madre provenire dal salotto.
«Torno subito...» il novellino dice qualcosa a suo fratello e sparisce dalla mia vista.Mi ha lasciata da sola con questo... coso?
Oh, Ecate, aiutami tu.Torno a guardare fuori dalla finestra. Sento lo sguardo del bambino su di me, ma non dico niente.
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Occhi da Demone
ParanormalneUn giorno in cui piovevano acqua e sangue, Aideen Stella Del Mattino decise di mandare al diavolo tutto l'Inferno, compreso suo padre, e di andarsene a vivere sulla Terra. Un secolo dopo, scappata dalla sua vita infernale, si ritrova a seguire lez...