Cap 2: Inverno a Grace Field

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Qui hanno 4 anni. La foto poi capirete il motivo.

Emma: RAGAZZIIIII!!!!!

Tutti i bambini: Si?

Emma: Andiamo a giocare sulla neve?

Esultò la piccola, indicando la finestra coperta di brina.

Baby Don: SIIIIII

Baby Gilda: Possiamo mamma?

Isabella: Certo! E vengo anche io!

*Vanno a giocare*

Emma: Facciamo una battaglia di palle di neve?!

Baby Anna: SI!

Isabella:State attenti!

Baby Don: Chi vince oggi fa il bis di torta! Ci state?

Baby Nat: NO NO PERCHÉ SE POI VINCI SOLO TU MANGI LA TORTA! COME LO SCORSO ANNO!

Baby Don: Eddai ma è la sfida migliore! È l'unica cosa che mi viene in mente!

Isabella: Bambini basta litigare, allora facciamo che chi perde avrà comunque la torta come consolazione, va bene?

Tutti: SIIII!

Era questo ciò che la mamma ci disse. Eravamo soddisfatti. E tanto.

Peccato che...Una palla di neve finì sulla nuca di un bimbo, intento a fissare il cielo, dai capelli lisci e bianchi. E come ricevette quel colpo alla nuca, cadde. Facendosi un pò male. Di faccia.

Baby Don: ODDIO SCUSA NORMAN NON VOLEVO

Il bambino si era avvicinato per aiutare il compagno.

In un primo momento si spaventò.

Baby Don: ODDIO! FORSE L'HO UCCISO! HO COMMESSO UN OMICIDIOOO!

Le mani di Emma cinsero il collo di Norman e prese a scuoterloe trascinarlo finché quello non aprì gli occhi.

Emma mollò la presa e il bambino si sedette a terra, giusto il tempo perché un piccolo turbine gli volò accanto facendolo cadere di lato.

Baby Don: SCUSA SCUSA SCUAA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA

Norman: Va tutto bene Don

Disse ridendo.

Don si alzò e tese una mano.

Baby Don: Riprendiamo a giocare??

Tutti: SIIII

Una fila immensa di palle di neve colpì il cappottino di Don riempiendogli la schiena di neve.

Baby Nat: AHAHAHA POVERINO

Baby Don: Eddaiiii non valeeee* fa il broncio e si volta dall'altra parte*

Gilda si fece avanti.

Gli sussurrò qualcosa all'orecchio ma prima che si potesse allontanare il bambino le schioccò un bacio. Dritto sulla bocca.

Poi si staccò e corse verso casa ridendo.

Isabella era sulla porta. E da essa veniva un buonissimo odore di cioccolato. Una chiamata invitante, per tutti quei piccoli guerrieri nevosi. Una nuvola di bambini si tuffò in casa per mangiare. Isabella sorrise. E ovviamente, qualcuno doveva pur inciampare: quel qualcuno fu la nostra carotina, che cadde in ginocchio, proprio sul bordo del gradino. Ed una manina pallida le si allungò vicino per aiutarla.

Le guance di Emma divennero rosse papavero, e così come quelle di chi le tendeva la mano. Mentre in un angolo, Isabella li guardava con insistenza, come ad attendere OLTRE il tenersi la mano. E accanto a lei, un bambino dai capelli neri con un ciuffo lungo stava aspettando lo stesso.

Ray: EDDAI MA UN BACIO NON SE LO POSSONO DARE?

Isabella: CAZZO DOBBIAMO FAR DIVENTARE LA NOREMMA CANON.

Baby Gilda: Mamma che vuol dire "cazzo"?

Isabella: È una parola bellissima.

Baby Gilda:Oh ok. *Va al centro della stanza**inhales*:CAZZO!

Isabella: Io non sono mai. E dico mai. Stata qui.

Baby Nat: Ehm Gilda tutto bene?

Baby Gilda: Si! La mamma ha detto che è una parola bellissima!

Baby Don: In realtà è una parola brutta. Mi ha detto che se la dico il fantasma formaggino viene a spalmarmi sul panino!

Baby Gilda: Ok non lo dirò più. NON VOGLIO DIVENTARE UN PANINO

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