Menomale che Silvio c'è

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I tre, in groppa al cavallo porco, proseguivano lungo il labirinto di corridoi e stanze di quella grande struttura segreta.

"La bestia sta andando da sola! Ci sta conducendo da qualche parte!" esclamò Matteo entusiasta.

Luigi sperò che non li stesse portando verso qualche trappola, o peggio, verso Lord Putin.

"Il mio nome è Toska" disse a voce bassa la ragazza.

"Toska? Come l'estetista che mi fa le unghie" commentò Matteo raggiante. Iniziava ad essere troppo allegro.

"Matteo tutto bene? Sembri strano..." gli chiese Luigi, che lo conosceva fin troppo bene ormai.

"Sto benissimo! Anzi meglio di bene! Meglio di meglio! Stupendamente! Sta sera voglio fare l'attivo" fece l'occhiolino a Luigi. Lui alzò gli occhi al cielo.

Il cavallo porco iniziò improvvisamente ad imbizzarrirsi, come se si fosse accorto di qualcosa di terribile.

"Hey che succede?!" gridò Toska preoccupata.

Nessuno stava capendo nulla. Poi, ad un certo punto, dall'angolo uscì una creatura bellissima. Aveva il corpo da cavallo, le zampe da porco... Era un esemplare femmina di quello schifo?

Il cavallo porco sembrava incantato da quella visione, e allo stesso tempo spaventato. Forse non aveva mai visto una femmina della sua specie.

L'animale era relativamente bello (certo, messo a confronto con l'altro coso). Aveva una criniera più lunga e colorata, il manto più chiaro e-

"CAZZO QUEL CAVALLO PORCO STA INCHIAPPETTANDO IL NOSTRO!" 

I tre si lanciarono giù in fretta e corsero via per non assistere alla scena.

Superarono innumerevoli stanze prima di sentirsi al sicuro. Ogni zona poteva nascondere delle trappole e nessuno di loro aveva intenzione di finirci dentro.

Luigi afferrò il braccio del compagno per aiutarlo ad alzarsi. Toska, invece, si guardava intorno preoccupata.

"Che succede?" domandò a quel punto Luigi.

"Questo è... l'ufficio di Putin."

***

"Meloni si sbrighi! Non abbiamo tempo da perdere!" la incitò Conte, mentre la donna cercava di scassinare la serratura di una porta.

"Ho bisogno di silenzio per concentrarmi. Grazie."

I minuti passavano velocemente: 2, 3, 5, poi 10. Erano 10 minuti persi ad aspettare davanti all'unica porta che avevano trovato.

Ad un tratto si sentì un clack e Giorgia esultò: "Fatto!"

Un mormorio di scocciatura uscì dalla bocca di Lucia. "Era ora."

Conte assunse un tono autoritario: "Silvio, io e te entriamo e controlliamo la stanza, se è libera allora-"

"VIVA LA FIGA" urlò Silvio irrompendo nella stanza oltre la porta.

"Ti avevo detto di aspettare razza di idiota!"

"Comandante, guardi lassù!" lo avvertì Lucia.

Conte alzò lo sguardo e capì che non erano soli in quella stanza. C'era un sorriso fra le travi del soffitto.

"Giorgy..." la chiamò una voce che dava i brividi. "Giooorgy... Vieni qui hihihi"

La donna iniziò a camminare in direzione della voce: era curiosa. Il resto della squadra avrebbe voluto fermarla, ma erano come pietrificati e restavano solo ad osservarla procedere lentamente.

"Un po' più vicino hihi" disse la voce, ed il sorriso si spostò più in giù. "Ecco perfetto!! Hey Giorgy, lo vuoi un palloncino?"

Giorgia si guardò intorno, la voce ridacchiò.

Ai piedi di Conte cadde un palloncino.

"Sul serio, Penny? Non lo hai nemmeno gonfiato con l'elio. Patetico." 

Il pagliaccio saltò giù sul pavimento con faccia triste. "Lo sai che con la crisi non lavoro più, ci ho dovuto soffiare dentro per gonfiarlo."

"Vi conoscete?" chiese Silvio.

"Lavoravamo insieme..." rispose vago Giuseppe.

"Avanti diglielo! Hai paura che scoprano il tuo passato? Sai che prima o poi verranno a saperlo tutti comunque?" disse Pennywise. Le sue parole lasciarono la squadra sbigottita. Che segreti poteva nascondere il comandante Conte?

"Il passato è passato. Dobbiamo pensare al futuro."

"Stai scappando dai tuoi demoni. Mi chiedo per quanto tu riuscirai ancora a correre."

"Ohibò! Questa storia sembra prendere una piega troppo seria! Qualcuno faccia qualcosa di stupido! Forza!" li incitò l'onorevole Silvio.

"So io cosa serve! Sono il re del divertimento!" gridò Pennywise entusiasta.

Iniziò a frugare nelle tasce e ne tirò fuori uno stereo. Collegò una chiavetta a forma di plug glitterato e fece partire Toxic di Britney Spears. 

In un batter d'occhio i suoi vestiti da clown scomparvero, lasciando tutti a bocca aperta.

"Damn boi he thicc" si fece sfuggire Silvio. Subito dopo essersi accorto di aver recato gravi danni alla sua reputazione di grande stimatore di patata no homo, tirò un pugno a Pennywise.

Pennywise morto.

"Oh." commentò Conte.

"Andiamo. Non abbiamo tempo da perdere."

***

Toska stava frugando fra le scartoffie del presidente in cerca di qualche indizio su... qualunque cosa volesse scoprire.

Luigi, invece, cercava i piani segreti sul bombardamento del Vaticano. Non avevano rivelato a Toska la loro vera missione. Sapevano di potersi fidare, ma fino a un certo punto. Quelle informazioni sarebbero dovute restare segrete. Erano troppo importanti.

Ad un tratto, Luigi sollevò il braccio con un paio di fogli in mano. "Ho trovato qualcosa Matteo!"

Sentì un clang alle sue spalle, poi un tonfo. 

Si voltò lentamente. Toska era a terra.

Matteo era in piedi accanto a lei e brandiva una mazza di metallo luccicante. Sulla sua spalla, la mano pallida di un uomo pallido.

"Tu stronzeto curioso non scoprirà mai miei piani."

E sotto ordine di Putin, Matteo colpì il suo compagno. Il suo amico. Il suo amante.

Amore al Quirinale | Salvini x Di MaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora