Scoperti

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L'interno dell'edificio era molto diverso da come Luigi e Matteo l'avevano immaginato. Non c'erano apparecchi tecnologici, muri in metallo, pavimento grigio. Era tutto estremamente elegante, con uno stile paragonabile a quello di un castello vittoriano.

"Dove credi che dovremmo andare?" domandò Luigi.

"Non ne ho idea, forse di là" indicò una parete un po' illuminata. "Sembra esserci qualcosa."

"O qualcuno."

I due iniziarono a procedere stando appiccicati alla parete, poi Matteo guardò voltando un po' la testa.

"Via libera."

Con passo felpato si avvicinarono alla fonte di luce. Quando raggiunsero la stanza, videro un tavolo con una lanterna. Il resto era vuoto.

"Che vorrà dire?"

"C'è un foglio qua". Luigi era chinato in un angolo con un pezzo di carta in mano. "Sai leggere il russo?"

"No."

"Se ci fosse Silvio!"

"CHI SIETE VOI DUE? COSA FATE QUI? ORA CHIAMO CAPO, VOI MORITE! сука блять!"

"Ma questi russi non hanno altri insulti?!" urlò Matteo mentre sfrecciava via in un corridoio insieme a Luigi.

Un corridoio dopo l'altro, tutti uguali, e ai due uomini sembrava di girare in tondo. Ed effettivamente lo stavano facendo, ma tanto erano inseguiti da un soldato di tipo 4. Una testa di merda insomma.

Che posso fare? Questo soldato è un coglione ma è molto forte. Usa la testa Matteo, usa la testa.

Una lampadina accesa si materializzò al di sopra della sua testa, un po' troppo vicino perché i suoi capelli presero fuoco.

"AAAAA LUIGIII AIUTAMI CAZZO"

Matteo correva così veloce che superò più volte il russo in quel percorso circolare. Un Mario Kart in Russia.

Quando il soldato alzò la testa e si accorse di quello che stava succedendo, non riuscì a trattenersi.

"THIS BOY IS ON FIRE"

"fireee...firee..." fecero dei cori di piccoli Iginio Massari

"THIS BOY IS ON FIREEEE!" fece George Washington.

"Matteo? MATTEOO? DOVE SEI PORTAMI VIA DI QUI"

"SONO A FUOCO LU, PISCIAMI IN TESTA!"

"Qualcuno ha detto festa? Disco Stu è qui-per-la-fes-ta"

C'era un casino assurdo, gente di qua, gente di là, Giovanni di qua, Giorgio di là, e un vociare confuso. 

C'era bisogno di ordine, e ordine vuol dire...

"тиха!!!! SILENZIO! TUTI VOI."

E qui, arrivò la quiete.

*con accento molto putin* "Bene, bene... E chi sono questi picoli ragazi italiani? Inviati da presidente, eh? Vi aspetavo."

"Ti aspecto" commenta Ronaldo.

"Ora voi seguite me. Ora voi avete paura. Fra poco voi senza palle."

***

"Questo era l'ultimo. Grandi ragazzi!" esclamò Silvio. "Anche se io ne ho fatti fuori di più in Vietnam" aggiunse fra sé e sé.

La squadra affaticata osservava con soddisfazione il cumulo di soldati tipo 1 su quel tetto. 

"Ora dovremmo raggiungere Matteo e Luigi, ma l'entrata in cui sono passati è stata richiusa dal soldato fuggito prima. Cerchiamo un'altra via."

"Lucia, non mi piace che tu abbia il comando. Vorrei decidere io cosa fare, ora che sono tornato in me" disse Giuseppe con fierezza.

Con qualche mormorio di disapprovazione, alla fine la squadra cedette e si avviò in cerca di un posto per entrare nella struttura.

Non sapevano che qualche metro sotto di loro, Matteo e Luigi pregavano per la salvezza delle proprie palle.

Amore al Quirinale | Salvini x Di MaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora