Lo spirito del cavallo

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Il risveglio della squadra non fu dei migliori. A causa di tutti gli esperimenti nucleari di Putin, anche gli animali avevano subito le conseguenze, ed ora un orso decisamente affamato urlava peggio di Al Bano nell'esibizione di Sanremo.

"C-che succede?" domandò spaventato Giuseppe.

"Una mamma orsa. Lo vedo dalla dimensione della testa e dal suo andamento. Sono laureato in ornitologia" dichiarò invece Silvio, entrando nella camera da letto insieme alle due donne e guardando la creatura smisuratamente grande dalla finestrella.

"Ma l'ornitologia non è-"

"LUCIA! Credo di sapere di cosa sto parlando. Sono laureato dopotutto." concluse soddisfatto.

"Va bene... e cosa intendiamo fare? Sembra che voglia sbranarci da un momento all'altro." sospirò Giorgia stendendosi sul letto.

"Propongo di darle Giuseppe in pasto."

Tutti si girarono verso Silvio. "Modern problems require modern solutions."

"CHE CAZZO DICI SILVIO"

"NON POSSIAMO DARE UN COMPAGNO IN PASTO AD UN ORSO"

"Dopotutto non è una cattiva idea". Sguardi feroci verso Luigi. "OK OK MI RIMANGIO TUTTO."

Ci misero una decina di minuti per elaborare un piano. Bisognava scappare da quella roba enorme. Fanculo a Putin e ai suoi diavolo di orsi radioattivi.

Il primo ad uscire fu scelto fra Matteo e Luigi, perché dopo la loro fuga dall'aereo in fiamme diciamo che se lo meritavano. "Tengo molto a te, ma non ho intenzione di andare là fuori con la versione orso di Cannavacciuolo affamato." aveva commentato Luigi al compagno.

La decisione avvenne in base ad un criterio particolarmente dettagliato e specifico, che avrebbe garantito il massimo ordine ed equità in questa scelta.

"SA-SSO-CAR-TA-FOR-BI-CI!"

"AAAA" esultò Luigi, mentre Matteo malediva gli dèi in cui non credeva.

Prese un profondo respiro, mise lo zaino in spalla e raccolse l'esca: una fetta di prosciutto di Parma grande quanto l'orecchio di un elefante, condita con le più ricercate erbe russe che crescevano proprio in quel bosco, e un'aggiunta di funghetti allucinogeni tagliati a dadini. Uno lo mangiò Conte, ora girava intorno alla sedia cantando Anima Mia.

Cosa dovevo fare? Ah già, attirare l'attenzione. "HEY ANTONINO-ORSO! HAI FAME? TI HO PORTATO UN SUCCULENTO SPUNTINO PREPARATO CON TANTO AMORE"

"Deve essere succulento..." commentò l'orso.

Ma che- ah chissene frega, OH NO HA INIZIATO A CORRERE, CORRI MATTEO CORRI, PIÙ VELOCE CHE PUOI O TI SBRANA IL CULO

Matteo corse in cerchio intorno alla casa inseguito dall'animale per circa 20 minuti, fin quando Luigi non gli ricordò che cosa dovesse fare urlando dalla finestra.

La voce di Luigi...

Come risvegliato da un sogno, Matteo cambiò direzione e si diresse verso un abete da cui pendevano delle pesche blu. Si arrampicò fino in cima, e quando si sistemò sul ramo più alto vide che l'orso era lì sotto in piedi sulle zampe posteriori e appoggiato al tronco, che ringhiava più ferocemente di qualsiasi altro animale avesse mai visto.

"È come film di orore!" esclamò Joe Bastianich.

"Joe non fai parte di questa storia" disse Matteo. 

"Vado a ospidale adeso."

Che faccio ora? Mi dovrò sacrificare per i miei compagni? "O spirito di Juan, se mi senti, salvami da questa situazione e sarò per sempre in debito con te, lo giuro su Luigi."

"GIGA JUAN."

Il cavallo fece la sua comparsa, ed era bellissimo, leggero, veloce, ma fortissimo. La vista di un essere così straordinario fece scaturire incredibili emozioni ai presenti, Giuseppe lo descrisse come "più bello dell'unicorno che aveva visto mentre girava intorno alla sedia". Semplicemente magico.

Con una frustata della sua lunga criniera corvina, Juan tagliò a metà l'orso, rivelando la vera essenza dell'animale, e poi scomparve con la velocità con cui era arrivato.

"Ma è torta." osservò Lucia non appena la squadra raggiunse il luogo dell'accaduto.

I cinque mangiarono fino a saziarsi, riempiendo gli zaini con gli avanzi, per poi rimettersi in cammino verso la base di Putin.

Matteo non poteva ancora sapere la gravità del giuramento che aveva appena fatto.

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