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«Te ne vai? È vero che te ne vai?»
«Cosa?» biascicò Emma, intontita. Ruby la tirò a sedere, il viso a un palmo dal suo.
«Te ne vai con la principessina? Ti porta con sé al castello?» le chiese di nuovo, i grandi occhi grigi spalancati. Emma si sentì terribilmente in colpa. Perdere Ruby era un prezzo alto, molto alto. La conosceva da sempre ed era come una sorella maggiore per lei. Ma se doveva scegliere tra lei e Regina... Si forzò a svegliarsi e la guardò negli occhi. Annuì.
«Sì. Mi porta con sé» rispose a voce bassa, con aria colpevole.

Gli occhi di Ruby si riempirono di lacrime, ma non le lasciò cadere.

«Be' è un bel passo avanti. Un vero castello, un trono da spolverare...» Le sorrise e Emma non riuscì a non ricambiare. «Spero che sarai felice lì.»

«Non so se sarò felice ma... sarò con lei» mormorò Emma. Ruby la abbracciò di colpo, stringendola come non aveva mai fatto, e Emma affondò tra le sue braccia forti, aggrappandosi alla sua schiena.

«Mi mancherai, Rubes.»

La sentì sussultare, e capì che stava trattenendo i singhiozzi.

«Mi mancherai anche tu Emma.» Ruby si staccò di colpo e si asciugò in fretta il viso. «Anzi, sai che ti dico? Sarà una vera e propria liberazione non averti più tra i piedi!»

Emma rise tra le lacrime mentre l'amica si alzava in piedi, ergendosi in tutta la sua altezza.

«Su, su, sbrigati, dobbiamo prepararti per il viaggio! Prendi una sacca, scansafatiche, non vorrai partire solo con quello che hai addosso? Rapida, su!»

Emma si alzò e cercò il suo sguardo.

«Torneremo, Ruby. Non spesso, ma torneremo, e potrò romperti le scatole ancora e ancora.»

«Ma non ci pensare proprio! Vai e non guardarti indietro tu che puoi! Ci diremo addio e ci rivedremo in un'altra vita, Emma, e saremmo ricche e nobili e avremo un castello e mezzo ognuna.»

Scoppiarono entrambe a ridere.

«Te lo dicevo sempre da piccola.»

Ruby le sorrise.

«Puoi sempre fingere che quel grosso e sfarzoso castello sia tuo, no? Almeno avresti una buona ragione per pulirlo.»

«Ce l'ho già, una buona ragione.»

Ruby sospirò.

«Se solo fossi uomo e di sangue nobile, Emma, non dovresti solo sognarla. Avanti, preparati. Oggi alle stalle ci penso io.»

Le valigie erano state caricate sulla carrozza. Regina abbracciò stretto suo padre.
«Verrai presto vero?»

Henry le accarezzò la schiena, gli occhi arrossati.
«Ma certo, piccola mia.»

Si separarono e Regina si concesse di sorridergli ancora una volta prima di voltarsi e incontrare lo sguardo di Emma, che aspettava accanto alla carrozza dopo avervi caricato le valigie. Ruby piangeva silenziosamente, e anche lei aveva gli occhi lucidi.

Si fermò per salutare sua madre, che la abbracciò brevemente.

«Comportati come una regina.»
«Sì, madre.» E dopo quel freddo scambio di saluti Regina salì in carrozza.

Emma richiuse la portiera e si preparò a seguirla a cavallo di un ronzino. Montò in sella e salutò Ruby e il principe un'ultima volta, trattenendo le lacrime. Stava lasciando l'unico posto che avesse mai potuto chiamare casa, le uniche persone, a parte Regina, che avessero mai tenuto a lei. Era triste, ma non aveva ripensamenti mentre spronava il ronzino a seguire il riflesso sul vetro coperto da una tendina di pizzo della carrozza. Una nuova vita la aspettava, ma era una nuova vita al fianco di Regina.

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