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Regina non aveva chiuso occhio, si era solo ricoperta dopo che James si era addormentato.
«Buongiorno» disse con un bacio il principe. Suo marito.
«Buongiorno.»
«Ho una riunione con i ministri, ma dopo possiamo andare a fare una passeggiata» continuò lui mentre si alzava, lasciando il talamo, ignorando totalmente il suo stato d'animo come se la vedesse attraverso un vetro affumicato, intuendo soltanto la sua forma irreale.
«Sì.» Regina lo osservò infilarsi un paio di brache e poi chiamare la servitù per farsi vestire. Solo quando fu uscito dagli alloggi si alzò dal letto e corse verso la sua stanza.

Emma stava pulendo istericamente la stanza, nonostante ogni cosa già brillasse.

«Ciao.»

Emma si bloccò. Si voltò e vide Regina, ferma sulla porta e con lo sguardo fisso sul pavimento. La fissò per un momento, poi mollò il panno con cui stava lucidando i vetri istoriati e si precipitò ad abbracciarla, assorbendo i singhiozzi che iniziarono a scuoterla.
«Perdonami» le sussurrò la principessa.

«Non hai niente di cui scusarti.»

«Volevo tornare da te ma non potevo...»

Emma la strinse più forte, gli occhi pieni di lacrime.
«Lo so.»

Rimasero ferme per qualche minuto, bisognose entrambe di quel contatto.

«Ho bisogno di un bagno» disse d'un tratto Regina, staccandosi da lei.

«Te lo preparo subito.»

Emma si prodigò per preparare la vasca nel minor tempo possibile, ma l'acqua ci metteva il tempo che ci metteva per scaldarsi. Quando ebbe riempito la vasca anche di sali profumati tornò nell'altra stanza per avvisare Regina.

La ragazza la vide dal riflesso dello specchio e si coprì con le mani il corpo mentre abbassava lo sguardo. Emma abbassò rispettosamente gli occhi notando al sua reazione.
«La vasca è pronta» mormorò, intristita.

«Grazie.» Regina le passò accanto e andò diretta nella vasca immergendosi. Strofinò ogni parte del suo corpo con la spugna fino a farsi diventare la pelle rossa.

Emma la seguì poco dopo.
«Posso... aiutarti?» chiese piano, lo sguardo ancora basso.

«Potresti aiutarmi solo in un modo» rispose continuando a sfregare la spugna con violenza.

Emma alzò timidamente gli occhi su di lei.
«Come?»

«Non ti piacerebbe saperlo.»

Emma le rivolse uno sguardo addolorato.
«Andiamo via.»

«Non posso farlo, Emma. Lo sai.» Regina posò la spugna, uscì dalla vasca e si asciugò con un telo di cotone che Emma aveva poggiato lì vicino.

Emma la guardò solo in viso.
«Allora ucciderò il principe.»

Regina si voltò di scatto a guardarla, gli occhi scuri spalancati.

«Sei pazza!? Abbassa la voce, se qualcuno ti sentisse potrebbe farti condannare per tradimento!» sibilò. Tornò in camera per vestirsi e Emma la seguì, lo sguardo acceso da una foga che non sapeva nemmeno di possedere.
«Non mi interessa. Se è l'unico modo per liberarti, lo farò.»

«No, tu non lo farai. Non voglio essere la causa della tua morte.»

Emma la guardò dritta negli occhi.
«Non sarò io a morire.»

«Emma ti prego.» Regina le prese le mani tra le sue. «Io sto bene... è stata solo la prima notte, ma andrà meglio.»

«Ma se lui morisse tu potresti decidere per te stessa. Nessuno ti costringerebbe più a fare qualcosa che non vuoi!»

«Emma ci sarebbe un altro al posto suo e forse sarebbe peggio, forse mi farebbe davvero male... lui è stato gentile.»

Emma arrossì e strinse i pugni.
«Se diventassi regina non dovresti sposare nessuno. Come Elsa di Arendelle.»

«Emma, va bene così.» Si avvicinò a lei e la baciò.

Chiuse gli occhi e si godette quel bacio. La strinse a sé, accarezzandole piano la schiena. «Ti amo.» sussurrò la principessa. «Scusami se sono andata fuori di testa, ma sto bene.»

«Ti amo, e non devi scusarti di niente.»

«Sto bene» ripeté. «Tranquilla.»

Ma Emma non era tranquilla. Ormai quell'idea si era insinuata tra le pieghe della sua mente, e strisciava negli anfratti oscuri del suo volere.

«Possiamo farcela» disse piano. «Ci serve più potere.»

«Basta tesoro.» Regina si allontanò per guardarla negli occhi. «Stiamo bene» le accarezzò il viso.

Emma le rivolse uno sguardo febbrile.
«Sì. Staremo bene.»

La principessa sospirò, mossi di nuovo i pollici ad accarezzarle le guance.

«Perché non dormi un po' con me? Non ho chiuso occhio questa notte.»

Emma annuì.
«Neanche io» confessò con un sorriso tirato. Regina la tirò verso il letto e si stese trascinandola con lei.
«Qui siamo noi due, solo noi e il nostro amore.»

Emma abbassò lo sguardo sul suo corpo, fasciato dai vestiti. Regina le sorrise, incoraggiante, e lei iniziò a spogliarla mentre la baciava con foga. Regina ricambiò il bacio con la stessa intensità, la strinse ed Emma le accarezzò il corpo, affamata di lei.

Regina la spogliò, continuando a baciarla. «Abbiamo poco tempo» sussurrò.

Emma scivolò tra le sue gambe e la leccò avidamente e Regina dovette trattenere un grido: le faceva ancora un po' male, ma si spinse verso di lei. La voleva, aveva bisogno di lei, ora. Emma era attenta, come sempre, e si accorse della sua tensione. Il suo tocco si fece più delicato, eppure ugualmente intenso.

«Emma» mormorò, eccitata. «Sì, così amore mio!»

Emma continuò così, delicata e costante, precisa.

«Si, così... così...»

Regina venne forte, ansimando. Emma la accompagnò con leccate lente e calde nell'orgasmo, poi si strusciò su di lei fino a riportare le labbra a contatto con le sue e baciarla.

«Emma...» mormorò ancora sconvolta dall'orgasmo. La baciò con passione mentre le sue dita scivolavano verso il basso, verso la sua apertura, entrò lentamente ma con decisione e

Emma ansimò, scossa dal piacere. Regina sorrise e iniziò a muovere le dita dentro di lei e Emma gemette e si aggrappò alle lenzuola.
«Sì...»

La sentiva contrarsi attorno alle sue dita, calda e bagnata. Venne di colpo, il suo corpo fu scosso da spasmi di piacere.

Regina l'accompagnò, continuando a muovere le dita per poi uscire lentamente da lei. «Mi piace sentirti» mormorò.

Emma sorrise e si sdraiò accanto a lei, abbracciandola.
«Questo sì che è stato bello» commentò dopo un po' Regina.

Emma le sorrise e la strinse più forte.
«Non c'è niente di più bello.»

«Ti amo.»

«Ti amo.»

Riuscirono a godersi qualche minuto di pace prima che una servitrice bussasse alla porta: «Principessa?»

Il cuore le saltò in gola e schizzò via dal letto. Emma scattò nei bagni con la sua veste in mano e si chiuse dentro.
«Solo un attimo!» temporeggiò mentre afferrava la sottoveste e se la infilava in fretta. Quando fu decentemente coperta parlò di nuovo: «Potete entrare.»
La serva entrò a capo chino.
«Scusate principessa, ma il principe chiede di voi.»
«Digli che arrivo subito.»

La serva si inchinò e uscì, e Regina tirò un sospiro di sollievo.
«Vieni è andata via.»

Emma uscì dai bagni. Rimase ferma sulla porta.
«Ho sentito. Devi andare.»

«Sì, ma ci vediamo dopo» disse dandole un bacio per poi uscire dalla stanza.

Emma sospirò. Era sola, di nuovo.

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