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TW: Rape/ Non-con

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Emma finì di sistemare l'enorme tavolata insieme agli altri servitori. Conosceva qualche nome, ma non aveva parlato mai con nessuno. Loro sembravano diffidenti, e lei aveva altro per la testa.

Nessuno pareva fare caso a lei, quindi Emma si insinuò tra la folla in attesa della cerimonia, in un angolino da cui riusciva a vedere, più o meno, l'altare.

Regina si era svegliata di pessimo umore. Non che avesse dormito più di tanto.

Tre ancelle le stavano sistemando il vestito, ampio, troppo ampio. Era bianco, tempestato di diamanti e pietre preziose, il corpino brillava. Lo strascico era lungo più di cinque metri. I guanti le pizzicavano le braccia. Sua madre la guardava soddisfatta mentre lei voleva solo andare in un angolo a nascondersi. I capelli erano stati arricciati in morbidi boccoli e tirati su. Osservò il suo riflesso allo specchio. Era bellissima, il vestito era bellissimo avrebbe dovuta essere felice e invece quello che i suoi occhi gridavano era tristezza.

«Forza tesoro, sei già in ritardo» disse sua madre prendendola dalle braccia e spingendola verso la porta. Si ritrovò all'inizio della navata senza neanche accorgersene. Suo padre le sorrise e le diede un lieve bacio sulla guancia.
«Sei bellissima» le sussurrò prendendola sotto braccio e iniziando a camminare verso l'altare. La stanza era piena di gente e lei non conosceva nessuno. I suoi occhi cercavano quelli familiari della sua migliore amica, ma non riusciva a vederli.
«Guarda davanti a te» mormorò suo padre stringendole il braccio. Regina fece come le era stato detto e incontrò gli occhi del principe, che le sorrideva. Accennò un sorriso a sua volta.

Emma si alzò sulle punte dei piedi per guardarla. Era così bella che le si riempirono gli occhi di lacrime. Gliene sfuggì una lacrima, ma le sorrise e le fece un cenno d'incoraggiamento, anche se Regina stava guardando il principe... e poi Regina la guardò, finalmente, quando si mise in posizione davanti al futuro sposo. Emma tenne gli occhi su di lei, l'unico sostegno che poteva darle. Si sentiva sempre così impotente...

Il prete iniziò a parlare ma lei era troppo agitata per sentire quello che stava dicendo. Il principe continuava a sorriderle mentre le stringeva le mani, ma i suoi occhi erano per la persona dietro di lui, confusa tra la folla. Una lacrima solcò il suo viso.
«Siete commossa, siete davvero bellissima» disse il principe asciugandole la lacrima.

«Vuoi tu Regina prendere come tuo sposo il principe James?»
Regina aprì la bocca per rispondere. Doveva rispondere. Lo sapeva, ma non usciva alcun suono. Il principe continuava a sorriderle, sembrava così felice che si sentì in colpa.
«Sì...» mormorò.

«Vi dichiaro marito e moglie.»

Regina sobbalzò a quell'affermazione. Era sposata. Lo era già nel suo cuore, ma adesso era legata a James per sempre. Il principe si avvicinò e la baciò. Le sue labbra erano così diverse da quelle di Emma, si muovevano stranamente sulle sue.

Emma strinse i pugni e i denti. Abbassò lo sguardo, un tremito la percorse. Guardò l'anello sottile attorno al proprio anulare, e solo così riuscì a calmarsi.

Era seduta al tavolo, James accanto a lei le teneva la mano, come se percepisse che voleva scappare. Tutti gli invitati si godevano il banchetto.

Emma servì le portate ai novelli sposi. Si soffermò accanto a Regina per sussurrarle all'orecchio: «Sei bellissima», velocemente, prima di volare via a prendere i piatti pieni di cibo per gli invitati.

Il suo cuore scoppiò di gioia a quelle parole, le sorrise. Non vedeva l'ora che la cena finisse ma poi un pensiero le fece contorcere lo stomaco. Non avrebbe dormito nella sua stanza con Emma, quella sera... avrebbe dormito con suo marito. Strinse la collanina che portava al collo a cui aveva agganciato l'anello con la quale aveva sposato Emma. Gli occhi di Emma la stavano distruggendo, vedeva tutta la sofferenza in quelle iridi, oggi verdi e lucide nonostante il sorriso sul suo volto stanco.

La cena finì troppo velocemente. James la prese per mano e insieme si congedarono per ritirarsi nella loro stanza.

Il principe, suo marito, chiuse la porta dietro di loro.
«Sarete stanca.»
«Sì, molto» rispose Regina evitando il suo sguardo.
«Adesso possiamo riposare.»
«Sì.»
«Cambiatevi, vi aspetto a letto.»

Una servitrice entrò nella stanza pronta ad aiutarla; avrebbe voluto Emma, ma non poteva sottoporla a quella tortura. La ragazza l'aiutò a togliersi il vestito e le fece indossare una camicia da notte, poi uscì.

Si avvicinò al letto, James era già sdraiato.
«Venite.» Regina deglutì e si stese accanto a lui. Il principe la baciò e si mise su di lei.
«Sono mesi che aspetto questo giorno» disse accarezzandole il viso. James riprese a baciarla, le mani scivolarono velocemente sotto la sua veste. Si irrigidì ma il principe non sembrò notarlo. Le tolse la camicia da notte.
«Sei perfetta» sussurrò prima di entrare in lei. Regina trattenne un grido strinse le lenzuola mentre il principe si spingeva dentro di lei. James continuò a spingersi dentro di lei fino a venire con un gemito animalesco. Si stese accanto a lei, per poi addormentarsi.

Finito il lavoro, Emma si ritirò nelle stanze di Regina, dove ormai era solita dormire.

Si sdraiò sul letto e si premette il cuscino sul viso, inspirando il suo profumo.

Si strinse il cuscino alpetto e si rannicchiò attorno ad esso. Chiuse gli occhi, immaginando che Reginafosse accanto a lei, cercando inutilmente di dormire.

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