XXXIII

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Il cellulare cominciò a vibrare, centrando l'attenzione su un'imminente chiamata.

Diana mugolò qualcosa contro il petto nudo di Tom, allungando la mano verso il comodino. Rotolò sul materasso, cercando di capire chi la stava chiamando alle sette del mattino.

Numero privato

<Pubblicità di merda> sbottò mettendo giù.

Passò l'attenzione sui messaggi di Cassie e Sam, alle notizie al gossip. Sul suo fianco un polpastrello delimitava la linea della pelle, due labbra calde si posarono sulla spalla, baciandola lentamente.

<Chi era amore?> la sua voce era ancora roca e assonnata, ma la sua pelle non aveva perso l'odore del suo Armani.

Si girò, trovandosi il suo viso a pochi millimetri <Nessuno amore> gli accarezzò la guancia, baciandolo.

Tom posò la sua mano sul ventre ancora caldo, cercando di avvicinarla <Ti fa male qualcosa?>.

Diana sapeva che lo stava chiedendo perché aveva paura che le avesse fatto male durante la notte passata, dopo averlo fatto due volte in una giornata.

<Non preoccuparti di questo> gli rispose, scendendo a baciargli il collo <Sto bene> continuò, accarezzandogli la guancia.

Lo osservò per bene, trovandolo strettamente bellissimo appena sveglio, con il ciuffo tutto spettinato e gli occhi socchiusi. Gli baciò velocemente il naso, come se fosse un bambino. Bassò la mano sulle sue spalle, trovando i solchi delle sue graffiate, diventando improvvisamente triste.

<Non mi fanno male> disse Tom, accorgendosi del suo cambio di umore.

<Non dirmi stronzate Thomas> rispose cercando di scorgere qualche altro graffio, sporgendosi sul suo petto.

Velocemente la prese e la buttò sul materasso, bloccandola.

<Sai che non mi devi chiamare così, tesoro> sussurrò sulle sue labbra, lasciandole il desiderio di venir baciata.

Lei alzò il sopracciglio <Così come? Tipo> si avvicinò all'orecchio, mordendogli il lobo, prima sussurrare con fiato caldo <Thomas>.

La prese per il collo, facendola aderire al materasso, cominciando a divorarle le labbra, inserendo immediatamente la lingua. Diana cercò di far aderire i loro petti, ma Tom restava a debita lontananza, lasciandola senza soddisfazioni.

<Tom> sussurrò lei, cercando questa volta di allontanarlo <Tom> alzò la voce e questa volta venne ascoltata.

<Cosa?>.

<Devo vomitare>.


Sam scese velocemente dalla macchina di Harrison, suonando al campanello.

<Sam! Grazie a Dio, Diana è di sopra> disse Tom, indicandogli le scale.

La bionda salì velocemente, lasciando ogni porta aperta e buttandosi immediatamente dall'amica. La trovò seduta sul pavimento lucido del bagno, Harry al suo fianco che stava cercando di farla rimanere sveglia, la maglietta larga di Tom era bagnata di acqua verso l'orlo e le sue mani tremavano.

<Diana> gli schiaffeggiò le guance <Sono qui> le disse tirando fuori varie medicine.

La mora tossì varie volte, mentre le somministrava le medicine e gliele face digerire a forza. Appena ingogliate prese un bel respiro, cercando di sorridere.

Sam osservò la sua pelle pallida, le labbra viola e i capelli spettinati.

<Harry per favore stai un attimo con lei> disse toccandogli la spalla, tornando da Tom <Cosa è successo?> chiese socchiudendo la porta.

Ovunque tu sia || Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora