Capitolo 11

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JADE'S POV:
La musica suonava potente dalle casse poste sul soffitto del locale con un ritmo incessantemente pesante, tipico da discoteca.
Ero seduta su una sedia appoggiata al bancone del bar, in modo da avere una visuale abbastanza chiara della situazione.

-Ciao bellezza, cosa ci fai qui da sola?- disse una voce accanto a me. Riportai lo sguardo davanti a me e notai che apparteneva ad un ragazzo, mondano abbastanza affascinante, con i capelli neri, simili a quelli di Alec, che gli ricadevano a riccioli neri sulla fronte. i suoi occhi azzurri mi guardavano e lui accennò un sorriso. Non era vestito da Halloween, cosa abbastanza strana.

Era bello, non potevo negarlo.

Indossava una camicia nera e dei jeans dell'omonimo colore.
-Ciao- dissi semplicemente tentando di essere gentile.
-Cosa fai qui da sola? Sembri spaesata- disse lui.

-Oh no, non sono sola, da queste parti deve esserci anche un mia amica- risposi.
-Capisco, interessante il tuo costume, molto realistico e quei tatuaggi sono abbastanza evidenti- commentò osservandomi.

La musica continuava a rimbombare tra le pareti e luci psichedeliche illuminavano il buio nel locale, lasciando qualche scia anche sul volto del ragazzo davanti a me.

Non ero vestita molto elegante ma indossavo solo la mia tenuta nera da caccia, con tasche e fodere varie piene di coltelli e spade.
Le rune nere come la pece spiccavano sulla mia pelle lasciata scoperta dalle corte maniche del giubbotto e dalla scollatura della maglietta dalla quale si intravedevano le due sul collo e sul petto.

-Grazie, tu invece non sei vestito da Halloween, come mai?- chiesi fingendomi interessata. Avevo modo di attaccare bottone con qualcuno se mi fossi finta interessata anche ad un mondano. Il ragazzo storce il naso quasi schifato.
-Non amo Halloween, diciamo che non è la mia festività preferita- rispose.

Annuii interessata e riportai lo sguardo sulla pista popolata da gente che saltava e urlava.
-Non mi hai ancora detto come ti chiami- disse l'uomo. Il mio sguardo ritornò su di lui. Sospirai nervosamente.
-Mi chiamo Jade e tu?-
-Jade...bel nome, mi sembra di averlo già sentito da qualche parte- disse mettendosi una mano sotto il mento.

Lo guardavo confuso e mi sembrava strano che avesse sentito il mio nome.
-Io mi chiamo  Nathan comunque, piacere di conoscerti- disse e io gli sorrisi.
-Studi? Lavori? Sei una ragazza, frequenti la scuola- disse prendendo un sorso del suo drink trasparente. Sembrava Vodka, anche se aveva qualcosa di diverso...

-No, in realtà non vado a scuola, lavoro. Ho un'attività di famiglia con i miei fratelli- mentii.
-Ho capito. Senti, una curiosità. Che significano questi tatuaggi? Sono molto interessanti...-
-Sono dei Marchi di famiglia, anche i miei fratelli ce li hanno. Amiamo queste decorazioni sulla nostra pelle- mi affrettai a rispondere interrompendolo.

Spostai lo sguardo sul suo braccio, all'altezza del gomito, vidi disegnato un intreccio di linee nere che formavano una specie di lettera.
Avevo già visto quel simbolo...

ALEC'S POV:
Magnus era nella sala principale appoggiato al tavolo e appena ci vide scattò in piedi prendendo un fascicolo.

-Allora? Risultati?- chiesi io. Lui mi sorrise e aprì il fascicolo.
-Per il dimenticato non è stata usata la magia. Il corpo può essere seppellito, il mio lavoro è finito- annunciò.
-Grandioso, un Dimenticato è apparso dal nulla e non si sa nemmeno come sia stato creato- commentai incrociando le braccia.

-La mia traccia magica non ha rivelato niente anche avendoci provato tante volte- rispose pacato lo stregone assottigliando lo sguardo. Si era innervosito.
-Bene, torno a controllare le telecamere- esordì Jace allontanandosi insieme a Clary. Li seguii anche io ma fui bloccato da un braccio.

-Posso parlarti? Alexander?-
La voce apparteneva a Magnus, l'unico che mi chiamava così. La sua presa non era forte, ma delicata e decisa allo stesso tempo. Mi voltai nella sua direzione.
-Si- dissi cominciando a camminare raggiungendo la serra.

JADE'S POV:
Continuavo ad osservare il simbolo disegnato sul braccio di Nathan che nel frattempo continuava a parlare.
Ad un tratto, il sensore nella mia tasca cominciò ad illuminarsi...demoni.

-Isabelle!- esclamai risvegliandomi dai miei pensieri. Nathan mi guardò male.
-Tutto ok? Sembri spaventata- disse tendendo un braccio per tentare di tranquillizzarmi.

-Si, tranquillo è tutto apposto ehm...devo andare scusa. Ci vediamo Nathan!- dissi alzandomi velocemnte dallo sgabello del bancone alla ricerca di Isabelle.

Il sensore continuava ad illuminarsi sempre di più e la sua rossa era quasi accecante, tanto che dovetti assottigliare gli occhi. Mi facevo spazio tra la folla di mondani che continuava a muoversi in modo uniforme nella pista, fino a quando non riuscii a trovare Isabelle.

-Ma dove eri finita!- urlò tentando di farsi sentire.
-Parlavo con un tizio ma non importa. Abbiamo un problema più grosso da affrontare!- urlai di rimando il tentando di farmi sentire. Lei recepì il messaggio è scoccò la sua frusta.

La folla di gente si divise, formando un largo cerchio con al centro noi due.
-Inizia lo spettacolo, signori-

FIGLIA DEL NEMICO 2: Una Nuova Minaccia// Alec LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora