Capitolo 14

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"Non sei né migliore, né peggiore. Sei tu e basta"


JADE'S POV:

Erano passate circa quattro ore da quando io e Isabelle eravamo tornate da quella missione in disco.
Lo Shadowhunters non si svegliava nonostante le numerose rune di guarigione che avevamo tentato.

Non erano mancate le visite al centro infermieristico dell'istituto ma ogni volta era vana...lo trovavamo sempre steso su quel letto immobile.

-Avete chiamato il Fratelli Silenti?- aveva chiesto Alec qualche istante prima che io andassi in camera mia.
Jace scosse il capo.
-È l'ultima delle nostre opzioni. Vediamo prima se si sveglia così, altriementi dovremmo chiamarli- rispose appoggiandosi al tavolo operativo con la schiena incrociando le braccia.

Non avevo visto Alec per il resto del tempo e non avevo idea di dove fosse; probabilmente si stava preparando per andare ad Idris.

Ma quando parli del diavolo spuntano le corna.

-Jade posso entrare?- chiese Il moro sull'uscio della porta. Io sorrisi.
-Sei già entrato, quindi perché lo chiedi?- risposi sarcastica strappandogli un sorrisino. Si avvicinò a me e mi lascio un leggero bacio sulle labbra per poi sedersi sul letto.

-Come stai?- mi chiese e io scossi le spalle.
-Meglio, ho dormito un po' e l'Iratze è l'unica salvezza- risposi sedendomi accanto a lui. -Notizie dello Shadowhunters?-

-Sempre solito stato ma non sono venuto qui per dirti questo....volevo confessarti una cosa- disse un po' titubante.
-Dimmi tutto- sussurrai avvicinandomi a lui. Aveva lo sguardo fisso sul pavimento e sembrava intimorito...

I suoi occhi, sempre di un verde brillante, erano spenti e quasi vuoti.
-Alec che succede?- gli chiesi vedendo che non mi rispondeva e finalmente alzò lo sguardo per incontrare il mio.

-Si tratta di Magnus...- disse e lo guardai confusa.

-ragazzi!- esclamò una voce maschile dalla porta. Jace era appoggiato allo stipite e aveva le braccia incrociate.
-Lo Shadowhunters si è svegliato- annunciò con un'espressione che sembrava parecchio contrariata.

Io e Alec ci guardammo e seguimmo il biondo attraverso i corridoi dell'istituto per raggiungere l'infermeria.
Alec non mi guardava...
-Cosa stavi dicendo?- gli chiesi io per rompere il silenzio. Jace davanti a noi emise un suono gutturale.

-Ne parliamo domani, non è il momento Jade- rispose il ragazzo accanto a me.
-Come vuoi- mi arresi. Nel frattempo avevamo raggiunto l'infermeria.

Nathan era steso sul letto e osservava interno con aria molto confusa e disorientata. Aveva ancora i vestiti della sera precedente, sporchi di sangue e terra mentre i capelli erano scompigliati.

Intorno a lui, Isabelle, Clary e Luke lo guardavano curiosi.

-Dove sono?- chiese il ragazzo.
-Al sicuro, starai meglio- risposi io avvicinandomi ad Isabelle seduta sul letto. Il ragazzo mi squadrò.
-Tu....mi ricordo di te- disse.

-Chi sei?- gli chiese Alec deciso.
-Mi chiamo Nathan Blackburn. È un piacere conoscerti Alexander Lightwood- rispose Nathan girando la testa verso Alec che nel frattempo stava guardando me.

-Come conosci il mio nome?- chiese il moro.
-Siete conosciuti a New York, per un periodo nel nostro Istituto non si è fatto altro che parlare di voi- enunciò con un leggero sorriso. Soprattutto di te- concluse spostando lo sguardo su di me.

-È un piacere incontrare la figlia di Asmodeo di persona, Jade Anderson-

FIGLIA DEL NEMICO 2: Una Nuova Minaccia// Alec LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora