Harry aleggiava ai bordi della folla, scrutando fra le torreggianti costruzioni di fiori e merletto, cappelli a cilindro e scintillanti capelli impomatati.
Fece scorrere le dita in mezzo ai suoi capelli, troppo lunghi per essere alla moda, e tirò giù i polsini del suo completo che era stretto alle spalle e consumato attorno ai gomiti; la leggera imbottitura in lana creava dei piccoli pallini lungo tutta la parte inferiore dell'avambraccio.
La luce del sole scorreva nella sala d'asta dal soffitto di vetro a volta, facendo brillare i lampadari di cristallo e scintillare e luccicare qualsiasi metallo presente nella stanza come se fosse stato tirato a lucido per l'ispezione. Harry inspirò bruscamente attraverso il naso quando notò la giovane donna reggere lo specchietto d'argento con il dorso in porcellana dipinto. Balzò in azione facendosi largo verso di loro, borbottando mezze scuse mentre si faceva strada in mezzo alla folla.
Il direttore della casa d'asta venne distratto dalla sua conversazione nel momento in cui notò Harry avvicinarsi alla giovane coppia mentre gesticolava in maniera bizzarra con un accenno di sorriso formatosi all'angolo della bocca, nonostante fosse diventata una conversazione animata. Il direttore, Mr. Dupont, aggrottò la fronte e si scusò.
"Mr. Styles, s'il vous plaît." Mr. Dupont fece un cortese cenno alla coppia con un sottile e innaturale sorriso sul viso. "Una parola."
Guidò Harry da un lato, ma la coppia se ne andò borbottando. Con un sospiro, Mr. Dupont condusse Harry fino alla fine del salone.
"Mr. Styles, ne abbiamo discusso. Questa è la terza volta- spaventerai solo i potenziali acquirenti se li continuerai a molestare con le tue storie."
Harry abbassò la testa, spingendo in fuori il labbro inferiore. Alzò lo sguardo con una leggera piega tra le sopracciglia. "La gente che compra gli oggetti d'antiquariato non vuole conoscere la loro storia?" sostenne "Ho bisogno di sapere che sto vendendo a qualcuno a cui importa."
Il direttore sollevò indifferentemente un sopracciglio. "Tutto ciò che dovrebbe interessarti è vendere a qualcuno che può pagare, Mr. Styles."
L'espressione accigliata di Harry si fece più profonda. "Eravamo d'accordo. Aveva detto che avrei potuto incontrare il cliente."
"Si. Dopo che hanno fatto l'acquisto, preferibilmente." Mr. Dupont lo guardò con evidente disprezzo. "Hai ammesso di essere sotto pressione per i soldi e, a meno che tu non voglia tornare a casa a mani vuote- e ti vorrei ricordare che la commissione per la casa d'asta non è rimborsabile- ti suggerisco di seguire le mie istruzioni e stare lontano."
Harry si morse l'interno della guancia ma annuì, tenendo la testa china.
"Perché non prendi posto?"
Harry affondò nella sedia, arrossendo quando la guardia di sicurezza, a cui apparteneva la sedia, catturò il suo sguardo.
Il direttore fissò Harry incerto. "Resta qui," disse fermamente.
Harry grugnì in risposta, appoggiando il mento sul pugno.
"Dove hai lasciato le tue cose comunque?" chiese Mr. Dupont mentre si aggiustava la cravatta e lisciava i baffi.
Harry ebbe una fitta dolorosa alla testa mentre il gomito gli scivolava dalla gamba. "Il mio album da disegno!" Harry balzò in piedi e si tuffò tra la folla, spingendo la gente a destra e a sinistra troppo nel panico per scusarsi. Si gelò con orrore alla vista di un uomo con l'album di Harry in mano, mentre ne sfogliava le pagine.
Harry saltò verso di lui senza pensarci due volte, allungandosi sopra la sua spalla per strappargli il quaderno dalle mani. "Quello è mio. Scusi. Désolé."
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The Beginning of Everything - Italian Translation
Fanfiction"Come lo prendi?" chiese Harry versando il tè in una tazza. "Giusto un po' di latte, per favore." Louis lanciò uno sguardo sul tavolino stracolmo. "Sono molto affezionati a te." Harry abbassò la testa sorridendo. "Stanno cercando di impressionarti."...