Capitolo 2

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Harry scrutò la strada da sotto l'ingresso ad arco delle Portes des Lions. La via era priva di pedoni e anche il traffico era scarso: un paio di macchine ingombranti passavano con i loro tettucci decappottabili inzuppati, un solitario calesse che fungeva da taxi si affrettò giù per la strada con il rumore di zoccoli e una spruzzata di acqua piovana non appena il cavallo entrò in una pozzanghera.

"Non posso credere che stia piovendo." brontolò Harry. "Uno dei giorni più brutti che abbiamo avuto questo mese."

A dispetto della pioggia implacabile, il sole splendeva ottusamente, proiettando un bagliore giallo e malaticcio.

"L'estate finisce tra due giorni. Che cosa ti aspetti?" il portiere si appoggiò alla sua sedia, il legno scricchiolò sotto il suo peso. Al sicuro dalla pioggia nella sua cabina, allacciò le dita dietro la testa, facendo tendere il materiale della sua uniforme. "Qual è il problema, comunque? È il tempo perfetto per visitare un museo, se vuoi il mio parere."

Harry gli scoccò un cipiglio indignato. "Non lo è. L'illuminazione è spenta- specialmente per le statue." Scosse l'acqua piovana dalla superficie della sua scarpa con un movimento impaziente. "E non ci sarà più nessuna visita ai giardini."

Paul scrollò gli occhi al cielo. "Smettila di lamentarti ragazzo. E comunque, non hai preoccupazioni più grandi del tempo?"

Harry strizzò gli occhi sulla strada mentre una macchina passava. "Tipo cosa?" chiese distratto.

"Come il fatto che sei un piccolo bugiardo che entra gratis solo perché ho un debole per la tua patetica faccia*."

"Avrai un pasticcio di pesce da Emmeline. Non fingere che sia tutta una questione di bontà."

Paul alzò le sue spesse sopracciglia e puntò due dita contro Harry. "Continua così e ti farò pagare il doppio- per aver finto di lavorare in questo bell'edificio."

Harry fece una risatina debole, giocherellando con il colletto della camicia per alleviare la pressione sulla gola. "Non giudicarmi. E mi ha dato la possibilità di corteggiarlo, no? Più o meno."

"Più o meno è giusto. Non montarti la testa, Styles."

"Lo so." sospirò Harry "Ma aspetta di vederlo e capirai. È un'opera d'arte da solo."

Paul sbuffò. "Mi disgusti. E ti credo sulla parola- non posso dire di non essere mai stato preso da dei bei ragazzi."

"Tranne me." cinguettò Harry. "Ti ho affascinato fin dall'inizio."

Paul gemette. "La peggior decisione che io abbia mai preso, lasciandoti parlare a vanvera quel giorno. Signore. È come se avessi fatto entrare il diavolo in casa mia."

La risata di Harry risuonò nel passaggio di pietra. "Sono come il figlio che non hai mai avuto, Paul."

"Grazie a Dio se fosse diventato come te." Anche se il suo tono era scontroso, c'era affetto nei suoi occhi mentre guardava Harry.

Harry non rispose, facendosi teso all'improvviso. Paul si spinse via dalla sedia e si chinò il più possibile fuori dalla cabina per vedere cosa stava guardando Harry. Una figura solitaria era arrivata da un taxi dall'altro lato della strada e stava pagando l'autista, lo sportello mezzo aperto e una gamba fuori dalla vettura.

"Quello è lui allora?"

Harry annuì stupidamente.

"Lo lascerai bagnarsi?" Paul tese il braccio fuori dalla cabina per schioccare le dita davanti alla faccia di Harry.

Inorridito, Harry prese il suo ombrello, che era stato appoggiato contro il muro, e si precipitò in strada per incontrare Louis, il quale era rimasto in piedi sotto la pioggia mentre il taxi se ne andava.

The Beginning of Everything - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora