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Capitolo 5

 

Brandon mi spuntò davanti appena misi piede fuori quel pomeriggio.

"Brandon!" esclamai.

"Scusa se appaio così ma è l'unico modo che ho per poterti beccare, scappi sempre da me." disse.

"Questo non è vero."

lui mi fece un sorrisetto contraddittorio.

"Comunque, hai mangiato?"

"Si." ridacchiai. "Giuro, ho comprato un tramezzino." incrociai l'indice e il medio.

"Meglio di niente." commentò. "Ho bisogno di farti vedere una cosa."

"Che cosa? E perchè proprio adesso?"

"Perchè questa cosa la dovrò consegnare domani e voglio che tu lo sappia prima di tutti gli altri." disse.

"Non capisco..."

"Per favore, puoi fidarti di me? Sali?" mi pregò con lo sguardo.

"Okay..." annuii.

Il suo viso si illuminò.

Mi tenne la porta aperta, invitandomi ad entrare in quell'edificio fin troppo sofisticato. Mi sentii a disagio con quell'uniforme da cameriera e probabilmente dovevo odorare di caffè. Lì dentro erano tutti eleganti. I loro abiti avevano l'aria di essere piuttosto costosi.

Salimmo le scale e ci dirigemmo nel suo ufficio.
 
Entrammo e chiuse la porta alle nostre spalle.

"Allora? Di cosa si tratta?"

si sedette sulla sua sedia girevole.

"È tutto qui dentro." disse, mostrandomi una busta bianca non troppo spessa.

"Cosa contiene?"

"Promettimi che non ti spaventerai ne che mi denuncerai."

"Ora che hai detto così non so se posso assicurarti che non farò niente delle due opzioni che hai citato." mi schiarii la voce.

Lui aprì la busta. Mi porse delle fotografie.

Delle fotografie che ritraevano me.

Le sfogliai e le osservai con attenzione una ad una.

Mi ritraevano al bar, mentre lavoravo. Sorridevo, mi toccavo i capelli, preparavo concentrata un drink.

"Come le hai fatte? Perchè io non me ne sono mai accorta?" furono le prime domande che mi vennero in mente.

"Non sono uno stalker, te lo assicuro. Le ho scattate mentre eri indaffarata. Erano settimane che cercavo un soggetto per il mio progetto. Un articolo che parla della bellezza spontanea e naturale. Un giorno sono entrato al bar, ci stavo pensando e poi ti ho vista. Ho scattato le foto senza pensarci. Sei il soggetto perfetto. Guarda quanto sei bella." indicò le foto.

Io arrossii inevitabilmente.

"S-sono belle." affermai.

Mi porse una rivista. "Questo è l'articolo se vuoi leggerlo. Ovviamente le pubblicherò solo se avrò il tuo consenso, se no lo rifarò... le sostituirò con qualche ritratto rubato da internet, sperando di non esser beccato."

aprii la bocca. "...non so che dire. È strano."

"Beh, capisco."

"Ammetto che non me lo aspettavo. Quelle che hai scritto sono veramente delle belle parole." mi complimentai.

Colpo di fulmine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora