25

388 22 1
                                    

importante! vi prego di leggere lo spazio autrice a fine capitolo. Buona lettura ❤️

Capitolo venticinque

Mi svegliai di soprassalto.

"Hey." Una voce maschile, assonnata e vicina ruppe il silenzio.

Mi misi seduta, era buio. Tastai il luogo intorno a me.

Poi la luce si accese.

"Zoey? Tutto bene?"

Spalancai gli occhi, assimilando lentamente la realtà attorno a me.

Allungò una mano sul mio viso, accarezzandomi una guancia. "Hai avuto un incubo?"

Il suo tocco era caldo, vero.

Annuii. "È stato orribile." Dissi, ancora scossa. "Ero di nuovo... adolescente. C'eri anche tu. Questo... era tutto un sogno, era tutto frutto della mia immaginazione."

Jason mi sollevò con una facilità incredibile, facendomi sedere sulle sue gambe e mi abbracciò. "È stato solo un incubo." Mi rassicurò. "Siamo qui, è tutto vero."

Presi un grosso respiro. Avevo il terrore di richiudere gli occhi.

Era stato più traumatico di quanto riuscissi a spiegare a parole.

Forse perché avevo desiderato tante volte tutto ciò che ora che lo stavo vivendo mi sembrava surreale.

"Non ho più sonno." Mormorai.

Jase scacciò via le coperte. "Non dobbiamo dormire."

Si alzò dal letto e aprì le persiane, facendo entrare la luce del sole appena sorto nella stanza.

Poi ritornò a letto, mi tirò per le gambe, facendomi stendere. Si arrampicò su di me, trovandoci naso contro naso. Me lo baciò teneramente.

"Scommetti che alla fine di questa giornata avrai un sorriso così grande che ti faranno male tutti i muscoli della faccia?"

Non scommisi.

"A cosa devo tutta questa convinzione?"

Mi fece l'occhiolino.

"Ho in mente qualcosa."

Mi incuriosii.

"Ma iniziamo tutto con una bella colazione. Con la pancia piena si vive meglio." Disse, facendomi ridere.

Lui sorrise. "Sto iniziando ad assaporare la mia vittoria." Commentò.

Rimasi a letto. Disse che voleva preparare lui la colazione.

Ritornò con un vassoio tra le mani. Aveva preparato delle uova con il bacon, ben cotte come piacevano a me. Del succo di frutta, biscotti e marmellata.

"Ecco a lei, signorina." Disse, con un finto accento francese.

"Merci."

Mangiammo con calma, mentre parlavamo di quel che ci capitava.

"Questa domenica sono a cena dai miei genitori, vuoi venire con me?" domandò.

Mi bloccai con la forchetta a mezz'aria.

"Che c'è? Li conosci già, da più tempo di me"

"Si ma ci sto andando a cena con te, dopo anni che non mi vedono e dopo che hai detto a tua madre che mi stavi ospitando per un po'."

"Oh andiamo! Sono sicurissimo che mi madre non mi abbia creduto neanche per un secondo."

"Va... bene." accettai.

Colpo di fulmine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora