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Non sapevano da quanto tempo fossero legati su quelle sedie, saranno state ore, e di Fabio nemmeno l'ombra, Monique ormai ci aveva perso le speranze. In parte si sentiva tradita dal moro, anche se sapeva che una cosa del genere Fabio non l'avrebbe mai fatta, non era da lui. Forse era successo un imprevisto e quindi è stato costretto ad attendere, ma forse sta fremendo lui stesso per correre a salvare entrambi. Almeno sperava che fosse così. Sulla sua vita ormai non ci avrebbe mai scommesso, ma sperava, vivamente, che Cosimo si salvasse, che almeno lui potesse vivere una vita tranquilla e lontana da problemi.

-allora...cosa potremo fare?- domandò il padre passando lentamente la lama affilata da poco sulla pelle morbida della figlia, lei evitava il suo sguardo, ormai era da un anno circa che non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi, provava rancore, ripudio verso quella persona. Non riusciva a spiegarsi per quale motivo stesse facendo tutto quello a lei, a sua figlia.

Cosimo cercava di liberare le mani, non avrebbe permesso che le facesse del male a costo della sua stessa vita. Ma il nodo era stretto, Monique lo aveva fatto di proposito, sapeva che Cosimo in queste situazioni non pensava lucidamente, e voleva evitare che facesse mosse azzardate e che andassero a discapito della vita dell'amato.  Tutti i pensieri positivi con i quali aveva iniziato la giornata l'avevano abbandonata quasi subito alla vita di quella persona, che ormai "padre" non riusciva a definite, o forse non l'ha mai definito in questa maniera. 

Qualcuno iniziò a colpire la porta d'ingresso, gli occhi di Monique si illuminarono, il padre si allarmò e guardò le scale, vide che la porta d'ingresso si sforzava di rimanere chiusa, ma presto o tardi i cardini della vecchia porta si sarebbero rotti e non avrebbe avuto più vie di fuga. Cosimo sorrise vittorioso -con chi vuoi giocare ora?- domandò con tono vittorioso ricevendo uno sguardo furibondo dell'uomo che ormai, non riusciva più a ragionare lucidamente. La mora pensava che tutto fosse finito, era arrivato Fabio a salvarli, era sopravvissuta a tutto quanto. La porta cadde -Cosimo! Monique!- urlò Fabio mentre entrava in casa accompagnato da altri -Fabio!- urlò Cosimo mentre il padre della ragazza gli tappò la bocca con il primo tessuto che si trovò affianco. -figlio di puttana taci!- urlò, dei passi scesero velocemente le scale, il padre guardò verso quella direzione ormai messo alle strette. Si avvicinò alla figlia, portò la lama sul suo collo. Fabio fu il primo ad entrare e vedendo la scena si bloccò, non sapeva come muoversi -lascia Monique e tutto andrà bene, loro se ne andranno, ce ne andremo tutti e tu continuerai la tua vita di merda.- disse Fabio nella speranza che fosse un piano abbastanza convincente. 

L'uomo restò in silenzio, guardando il fidanzato che si muoveva furiosamente sulla sedia cercando di liberarsi senza riuscirci. Monique iniziò a piangere, sentendo il suo cuore battere talmente forte che temeva che presto le sarebbe uscito dal petto. -sarebbe tutto così facile per voi! Non la meritate la felicità!- urlò l'uomo facendo passare la lama da una parte all'altra della gola della ragazza, creando un taglio profondo dal quale iniziò ad uscire sangue, Fabio non fece in tempo a lanciarsi verso i due, l'uomo si piantò il coltello nel petto, colpendo il cuore, si accasciò a terra e dopo pochi minuti smise totalmente di muoversi, Fabio si avvicinò a Monique, posandola a terra e cercando di prendere il cellulare, nella speranza che i soccorsi sarebbero arrivati al più preso. Emiliano liberò Cosimo, che si avventò sul corpo immobile della ragazza. -Monique...ti prego, rimani con me, ti prego...- sussurrò Cosimo piangendo, per la prima volta dopo anni sentiva le lacrime scivolare sulle sue guancie. Monique sorrise dolcemente -ti...amo...- sussurrò la ragazza prima di rivolgere lo sguardo al soffitto grigio e rovinato della stanza. 

Cosimo si appoggiò sul corpo, continuando a piangere. Fabio chiamò l'ambulanza nella speranza che si potesse fare ancora qualcosa, Emiliano e gli altri si raccolsero in un rispettoso silenzio. Quel giorno, se n'era andata una parte di tutti loro.

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Museo d'arte moderna, Milano, 2060

-cazzo amico, è...- provò a dire qualcosa il guercio senza riuscirci -va bene? E' fedele a quello che mi hai raccontato?- domandò l'artista mente le sue statue ritornavano al loro posto, dopo aver mimato e spiegato ciò che era accaduto ai due ragazzi -è perfetto, cazzo, non avrei immaginato che fosse così...- disse mentre un nodo in gola lentamente iniziava a soffocare le sue parole. -è spaziale...- commentò Fabio commosso -era giusto che questa storia non venisse scordata...- commentò l'autore, sicuro che la sua opera avrebbe creato una grossa novità. -è giusto che lei non venga mai scordata...- commentò amaramente Cosimo, ricordando precisamente ogni suo particolare e sorridendo, era stato davvero il suo primo amore, e non meritava quella fine. 

-sono sicuro che con questa storia molte persone...prenderanno provvedimenti per qualsiasi violenza...- disse il loro amico -lo spero, perché nessuna ragazza meritava di soffrire in questa maniera, nessuna persona.- disse Cosimo mentre qualche lacrima gli rigava il volto. Fabio lo abbracciò, in tutti quei anni non erano mai riusciti a dimenticare tutto quello che avevano visto, e tutto ciò che era accaduto mentre loro la cercavano ancora. Quando il loro amico propose a Cosimo di parlargli di questa storia, lui non voleva riaprire quel ricordo, non voleva pensare nuovamente a lei, eppure comprese in qualche modo che doveva, che lei meritava di essere ricordata per sempre e che il loro amore, la loro relazione possa essere d'esempio per tutti. Il guercio sorrise alla vista della statua dalle sembianze umane e soprattutto sue, le piaceva ricordarla così, in quei pochi attimi dove poteva essere lei stessa, dove poteva essere finalmente felice e dimenticarsi tutto quello che le faceva male. 

-papà!- urlò una vocina dolce -ehi- sorrise Cosimo abbassandosi all'altezza della bambina dagli occhi grandi e dolci, proprio come quelli di Monique. -come mai sei qua? La mamma ti stava cercando.- disse indicando una ragazza di pochi anni più piccola di Cosimo -sono qua, perché...- disse bloccandosi un attimo, non sapeva bene come comportarsi in quella situazione -chi sono questi signori?- domandò indicando le statue, dopo che il padre la prese in braccio e la creatura riuscì a vedere bene la forma dei due oggetti di fronte a loro, Cosimo sorrise in direzione della moglie e successivamente in quella del suo amico. -vedi...- disse Fabio -quello grosso e brutto è il tuo papà.- disse ridendo mentre la bambina tirava dei piccoli schiaffi sul braccio dello zio -non è brutto!- disse seria -ah no?- disse sorridendole -no, è bellissimo.- disse per poi nascondersi col volto sul petto del padre, Cosimo sorrise. Quella bambina era stata una vera e propria benedizione -dicevo...- disse riprendendo il discorso il guercio e staccando la bambina dal suo petto -quello sono io, e quella vicino, che abbraccia papà è la ragazza che non ha avuto una vita molto felice- sorrise, la bambina guardò la ragazza annuendo -le volevi bene?- domandò con innocenza -molto, molto bene.- rispose -più della mamma?- domandò confusa -no, un po' di meno.- sorrise, la bambina annuì. Cosimo alzò lo sguardo verso la moglie, che gli fece cenno che era tardi e che stavano per chiudere, Cosimo annuì. -andiamo Monique, la mamma ci chiama.- disse facendo scendere la bambina e la prese per mano -va bene...- disse stringendo il suo orsetto, Fabio si affiancò alla bambina e al suo amico. Monique una volta arrivata di fronte la madre, lasciò la mano di Cosimo e corse nella direzione della donna, che la prese in braccio e si avviarono verso l'uscita. 

Cosimo si girò un'ultima volta, e la guardò, adesso aveva un altro posto dove poter vedere il suo angelo












Siamo arrivati alla fine di questa storia, come premesso già prima ha pochi capitoli, e spero che abbiate capito il motivo hahaha. Spero che vi sia piaciuto:)


Scappati Di Casa|| Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora