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Milano, 2006

-auguri a noi amore.- sorrise il guercio porgendole la scatolina vellutata, la ragazza sorrise e l'afferrò. Era il loro quinto anniversario di fidanzamento, Monique non aveva mai vissuto un amore così. Cosimo era quel tipo di ragazzo che per quanto sembrasse freddo, a tratti anche cattivo, da quando si erano messi assieme oltre ai classici litigi di coppia, che secondo lei erano normali, non c'erano stati particolari problemi.

Aprì la scatola e rimase incantata dalla bellezza di quel gioiello che presto sarebbe finito sul suo dito -Dio, amore, è stupendo.- disse la ragazza portando le mani sulla bocca in segno di stupore. -apri il tuo però.- gli sorrise eccitata dalla futura reazione del suo ragazzo. Il moro spacchettò il regalo e appena vide il nome di una delle gioiellerie dove si era recato più volte per fare acquisti capì che quella ragazza aveva compreso perfettamente i suoi gusti, aprì la scatola e vi trovò all'interno un orologio. -spero ti piaccia, magari non è proprio quello che desideravi...- disse la mora sorridendo al suo fidanzato -è stupendo amore, è davvero fantastico.- disse -sono felice che ti piaccia, non è stato semplice nasconderlo.- disse sorridendo la ragazza -tuo padre?- disse, la ragazza annuì sapendo che al guercio non piaceva toccare quell'argomento, nemmeno a lei piaceva eppure era il centro della loro relazione, quasi impossibile, i due ragazzi non comprendevano per quale motivo non volesse che la figlia stesse assieme a lui. Cosimo sapeva di non avere un buon nome per Milano, era consapevole che qualsiasi cosa facesse anche la più buona il suo nome non sarebbe stato ripulito in alcun modo, ma quelli erano altri tempi, non era più lo stesso e ne era ben consapevole.

Monique però sapeva che la gelosia del padre nasceva dalla malata possessione che aveva nei confronti delle persone, non era nient'altro che geloso della sua unica figlia, la stessa gelosia che lo aveva portato ad uccidere la moglie, la gelosia più folle, la passione malata che aveva nei confronti delle persone non dava la possibilità a queste di vivere una vita serena, che era quello che desiderava la ragazza. -non ne parliamo questa sera, è la nostra serata amore.- disse la ragazza posando la mano sulle dita tatuate del fidanzato -hai perfettamente ragione amore, godiamoci questa serata. Dopo andiamo con gli altri in discoteca?- propose ritornando a gustare il suo ottimo secondo -io avevo in mente altri piani.- rispose la mora guardandolo in modo malizioso, Cosimo riconobbe quello sguardo e solo Dio sa quanto si dovette trattenere dal saltarle addosso e farla sua in quel preciso istante -non sarebbe male, ma un po' di svago ti farebbe bene.- disse convinto, aveva voglia di stare assieme ai suoi amici e alla sua fidanzata, voleva che tutti quanti diventassero un'unica famiglia. Cosimo ci credeva davvero, la famiglia era tutto per lui.

-va bene, dai...- disse poco convinta Monique-dopo se vuoi possiamo sempre divertirci.- disse facendo l'occhiolino subito dopo -se me lo dici così.- disse ridendo la ragazza mentre posava la forchetta nel piatto.

[...]

-ehi bambolina...- disse Fabio portando un braccio attorno al collo della ragazza, lei sorrise e posò la testa sulla spalla del moro -come stai?- domandò nel suo tono di voce si poteva sentire un velo di preoccupazione, ogni volta che glielo chiedeva sperava sempre in una sua risposta positiva, ma tutti sapevano quale fosse la sua risposta -si va avanti, finché dura.- disse portando alle labbra il bicchiere di vetro -vedrai che la cosa si risolve.- la rincuorò Fabio, nella speranza che così fosse, lei alzò le spalle -me lo dite da cinque anni circa, ma non è cambiato mai niente.- rispose sconsolata, a Fabio si spezzò il cuore a sentire quella frase -ti aiuterò io, va bene?- disse serio -non ti preoccupare Fabio, non importa, che mi racconti?- domandò la ragazza nel tentativo di cambiare argomento.

Fabio nonostante preferisse continuare a parlare di ciò che le stava succedendo accettò di cambiare argomento, come sempre, e di parlare della sua giornata. Nulla di diverso, aveva scritto qualche pezzo ed era andato a lavorare. Monique aveva qualcosa che lo rassicurava, sapeva di potersi fidare di questa ragazza, aveva una senso di giustizia, un gusto che in poche ragazze aveva trovato. Molte volte aveva pensato che avesse sbagliato tutto, che forse era lei la ragazza che faceva per lui, ma la fratellanza con Cosimo era più forte di qualsiasi altra ragazza.

-ehi voi due, che ci fate qua?- domandò Cosimo sedendosi affianco ai due, sapeva bene che poteva fidarsi di Fabio ma un senso di gelosia ogni volta che vedeva scene del genere non poteva fare a meno che fingersi interessato a qualsiasi discorso che i due affrontavano. -solite cose, niente di interessante amore.- rispose la ragazza che aveva notato che ormai il suo fidanzato non era più lucido. -mi porti a casa?- chiese la ragazza annoiata da quella situazione, credeva che ci fossero gli amici di Cosimo, ma quelli veri, quelli che anche lei per pura coincidenza conosceva da una vita, invece c'era della gente che lo conosceva soltanto per quel poco di fama che aveva iniziato ad acquistare. -andiamo...- disse Cosimo, abbastanza contrariato, si stava divertendo e voleva continuare a stare assieme ai suoi amici. Ma oggi era la loro giornata, ed era anche giusto che ogni tanto facesse come desiderasse invece di contraddirla.

Salutarono tutti ed uscirono dal locale, Cosimo strinse la sua ragazza che tremava visibilmente nonostante cercasse un po' di calore nel pellicciotto nero che aveva indossato quella serata. -posso stare con te? Non voglio tornare a casa...- disse appena i due salirono in macchina -non devi nemmeno dirmelo, perché non vieni a vivere con me?- chiese il guercio visibilmente frustato, glielo aveva proposto molte volte e aveva sempre rifiutato, non capiva il motivo -il motivo lo sai bene Cosimo...non voglio ti faccia del male.- disse seria -però lo può fare a te? Andiamo Monique non sei credibile.- disse nervoso -Cosimo ti prego non litighiamo, eravamo d'accordo a non farlo entrare nella nostra serata.- disse con occhi supplicanti, il moro prese un grosso respiro, chiuse gli occhi e sorrise debolmente -hai ragione, andiamo a casa.- disse mettendo in moto e partendo verso il piccolo appartamento di Cosimo.

Scappati Di Casa|| Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora