prova

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Erano passate diversi mesi ed ora mi stavo allenando nella casa di Nezu.
-Izumi- la voce di quest'ultimo mi arriva alle orecchie, metto giú i pesi e mi giro a guardarlo.
-sí?- chiedo un po' affannata.
-ti devo presentare a una persona- dice il preside girandosi.
Io mi alzo e lo seguo velocemente, arriviamo in cucina e appena vedo chi ci sta aspettando i miei occhi si illuminano.
Seduta al tavolo c'é l'hero Midnight.
-eccoci Kayama- Nezu segnaló la nostra presenza.
-buongiorno- lei guardó prima il preside e poi me.
-buongiorno!- dissi con un po' troppa enfasi.
-siccome non ti staró sempre vicino, ho pensato di informare Kayama della tua situazione, cosí se le cose si mettono male lei potrà aiutarti- spiega il topo.
-ok- rispondo semplicemente.
-cosa dovrei sapere?- la donna ci guardó con sguardo interrogativo.
-uhm…io sono Izumi Shigaraki, figlia di All For One, sono scappata da casa e Nezu mi ha dato la sua protezione, cosí ho creato questa illusione di corpo maschile e vivo sotto il nome di Izuku Midorya- riassunti velocemente. Midnight guardó prima me e poi Nezu.
-potrei parlale in privato- la donna guardava il preside.
Io decisi di leggerle la mente.
"Perché tiene una possibile criminale e vuole che la protegga?!" Questo era il suo pensiero.
-posso rispondere io alla sua domanda, credo che lo faccia cosí che il mio quirk non sia nelle mani dei villain, e comunque entro nella difinizione criminale- risposi io.
-c-come?- Midnight mi guardó scioccata.
-il mio quirk mi permette di usare tutti i quirk che voglio- spiego come se nulla fosse.
-in effetti...- disse la donna.
-pensavo che se lo avessi saputo tu saresti arrabbiata- mi disse Nezu.
-beh era l'unico motivo per cui non mi hai messo in cella, anche se forse c'entra la tua speranza che io possa cambiare. E comunque anch'io se fossi stata in te avrei fatto lo stesso- sorrisi.
-Ma qual'é la tua vera forma?- domandò Kayama, cosí io ripresi la mia forma da ragazza con gli occhi scarlatti e i capelli di due colori.

. . .

Era finalmente arrivato il giorno della prova di ingresso, stavo fissando l'enorme edificio che era la Yuei, quando per sbaglio andai a sbattere addosso a qualcuno.
-ops scusa- dissimo tutti e due in coro, davanti a me c'era una ragazza dai capelli castani tagliati a caschetto e occhi dello stesso colore.
-mi ero distratto mi spiace- mi scusi di nuovo.
-in realtà pure io non guardavo dove mettevo i piedi, sono Ochako Uraraka- si presentó lei.
-izuku Midorya- sorrisi.
-beh speriamo di passarla questa prova- sorride lei.
-oh, si!- allargai il mio sorriso.
Mi salutó e si diresse verso la scuola, solo allora vidi l'inconfondibile chioma bionda.
-ciao Kacchan- dissi al ragazzo.
-tsk Deku- rispose semplicemente.
-spero che passi anche tu- dico solo per infastidirlo un po'.
-io passeró, tu no- disse freddo.
-io sono un raccomandato- gli confidai.
Detto questo entro nell'edificio lasciandolo li.

. . .

L'esame pratico sta per iniziare, sono in tuta, mi guardo intorno e vedo la ragazza di prima, ma prima che possa avvicinarmi inizia la prova quindi mi dirigo nella finta città.
Ogni robot che posso lo faccio cadere in un portale per poi farlo ritornare in modo che si rompa.
Non so perché ma continuo piú o meno a seguire la ragazza anche se involontariamente. Smetto un attimo di distruggere i robot per fare il conto dei punti, e penso che ne ho fatti abbastanza, ma continuo a rompere i robot anche se meno, sono in un posto troppo affollato ora.

É quasi finita la prova quando un rumore assordante di arriva alle orecchie, io essendo sensibile ai suoni mi tappo le orecchie e cado in ginocchio, riesco a vedere gli altri correre via, cosí mi giro e vedo un robot altissimo.
"Che ci fa qui? É cosí grande che potrebbe ferire qualc- é una prova!" sorrido per la scoperta appena fatta.
Ad un certo punto qualcosa, o meglio qualcuno attira la mia attenzione, la ragazza castana di prima é bloccata tra le macerie e il robot le é molto vicino.
Corro verso la macchina e anche se con fatica apro un grandissimo portale sotto i suoi circuiti, cosí che lui ci cadesse dentro, a metà dell'altezza chiusi il portale dividendo in due il robot. Di cui una parte cadde al posto di quella che era lí precedentemente e la seconda si appoggi sui palazzi.
Mi avvicino alla ragazza.
-come stai?- le chiedo porgendole una mano.
-grazie- dice lei con tono stanco.
-aspetta, non sforzarti- ritiro la mano e la prendo in braccio.

Dopo poco alcuni degli altri ragazzi si avvicinarono e arrivó una donna anziana che era lí per curare i feriti, cosí le affidai la ragazza.

Nuova vita-mhaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora