Picchiettando sul vetro, le gocce di pioggia ne appannano la superficie, una sinfonia rilassante e al contempo angosciante, condensata nel grigiore che regna nel cielo e avvolge tutto il panorama intorno.
Tiene gli occhi fissi sui lati della strada che le scorrono dinnanzi, alberi tramutati in macchie verdi come acquerelli dalle tonalità indistinguibili, e l'unico rumore persistente è quello del motore e degli pneumatici che scivolano sull'asfalto bagnato, lì fuori, da un'ora a quella parte.
«Lauren»
La voce di suo padre è sempre pacata, la ragazza non ricorda un momento della propria vita in cui l'abbia visto alterarsi.
Si volta pigramente verso di lui, il gomito ancora appoggiato contro lo sportello, una cuffia deliberatamente lasciata penzolare sul colletto della felpa, mentre l'altra rimane all'orecchio, suonando la sua musica preferita.
L'uomo seduto al posto di guida le rivolge un'occhiata fugace, mantenendosi con le mani saldamente sul volante, e sul suo volto si legge chiaramente apprensione, e un mucchio di altre emozioni su cui Lauren preferisce sorvolare, al momento.
«Non hai aperto bocca da quando siamo partiti»
Ancora, Michael la supplica, e Lauren sa che così non sta punendo se stessa, ma lui. Eppure, le sue labbra screpolate dal freddo si schiudono più per forza d'inerzia che per volontà.
«Ho sonno» borbotta e, dal fiato che espira dalle narici di suo padre, capisce che non se l'è bevuta. La conosce meglio di così.
«Andrà meglio, Brighton è ancor più bella dell'ultima volta in cui siamo venuti»
«Come fai a saperlo?»
«Ho parlato con i signori Cabello, mi hanno detto che è stata aperta una nuova zona del Preston Park, con un laghetto bellissimo»
La sua voce profonda pare illuminarsi d'un tratto, e Lauren lo vede aggrapparsi ad ogni sillaba come fosse indispensabile per convincerla.
In verità, è quasi scientificamente dimostrato che non si possa provare nostalgia di qualcosa che non si ricorda, no?
Ma, se lo pensa, non lo dice, e risponde con un breve cenno del capo, prima di riesumare la posizione precedente, una guancia premuta contro il palmo della mano, e lo sguardo perso a rincorrere la natura umida e sfuggente.
Nella restante ora e mezza, Michael rinuncia alla conversazione, e il rumore distante della radio - costituito per lo più da una serie di onde morte, a causa della scarsa connessione di linee elettriche della zona - si mischia alla colonna sonora gentilmente sussurrata dall'auricolare all'orecchio della ragazza.
Brighton si affaccia sul mare, e forse questa è l'unica cosa che Lauren ricorda con chiarezza e abbia mai davvero apprezzato della città, durante i brevi periodi di vacanza trascorsi sul posto, soprattutto in concomitanza con il periodo estivo.
Interamente sporta sul Canale della Manica, la paesaggistica è quasi totalmente inghiottita dalla profondità delle acque cristalline, la cui brezza punge tanto le giornate invernali, quanto quelle estive.
In contrasto alle modernità del British Airways, il passato trasuda da ogni negozietto di The Lanes e le maestose opere esposte al Booth Museum, ed è per la storia che Lauren non vede l'ora di respirare quell'aria.
Quando sente la ghiaia scricchiolare sotto le ruote dell'auto, finalmente decide di mettere a doveroso riposo l'iPod che l'ha accompagnata per tutto il tragitto e, con la mano già pronta sullo sportello, incontra il sorriso mite di suo padre.
«Eccoci qui»
Lauren abbozza un sorriso in risposta, per rassicurarlo e, dopo un attimo, la gelida aria si impatta sulle sue guance, e le percorre la schiena in un brivido.
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CRONOSTASI
Fanfiction«Si muove» «Cosa?» Camila si riscuote, apparentemente persa nei propri pensieri, lo sguardo ancora completamente dedito al medaglione nelle proprie mani. «L'orologio a pendolo... Prima era fermo sulle sei e un quarto, adesso ha ripreso a funzionar...