Il tintinnio delle porcellane nel lavello scalfisce il silenzio in cui si sono rifugiate entrambe le ragazze, ognuna immersa nei propri pensieri.
Un rumore di passi le fa voltare entrambe e la governante fa il proprio ingresso in cucina con un altro vassoio di piatti sporchi da lavare.
Lauren sospetta che la ragazza ne stia approfittando per ripulire tutte le mensole, perché altrimenti non si spiegherebbero tutti quei piatti.
«Devo dire che è andato bene il pranzo» comincia Ally con un sorriso dolce.
«Era da tanti anni che il mio signore non intratteneva una discussione con qualcuno»
«In che senso? Vuoi dire che passa giornate intere senza parlare con nessuno?» domanda Camila, mentre Lauren termina di insaponare alcuni dei calici che hanno utilizzato.
Ally sospira e getta un'occhiata fugace verso la porta. Torna a guardarle con espressione contrita.
«Presto servizio per lui da quando avevo quindici anni» spiega.
«Mio padre è morto in guerra e mia madre, che lavorava per Lord Tomlinson prima di me, si è ammalata gravemente prima dello scoppio della guerra per poi spegnersi prima che le armi venissero deposte» racconta accorata.
Lauren immagina che anche lei doveva aver sofferto di solitudine se adesso si apriva così a delle estranee.
«Lord Tomlinson non è come credete» prosegue guardando prima una e poi l'altra.
«È buono. Mi ha accolta a braccia aperte e si è occupato lui di tutte le cure di mia madre. Nonostante fosse lontano ha fatto sì che non le mancasse nulla fino alla morte»
Le due ragazze rimangono in silenzio per un tempo indefinito, forse cercando entrambe una corrispondenza dal racconto di Ally nella figura dell'anziano burbero con cui hanno appena consumato il pranzo.
«Ha sempre vissuto solo, da che ricordi tu? Insomma, non ha una famiglia?» parla Lauren, le sopracciglia congiunte in un cipiglio confuso.
Ally sembra combattuta come se volesse rispondere ma fosse bloccata da qualcosa.
«Io... Non posso darvi informazioni riservate. Anche perché so ben poco. Mia madre mi ha sempre insegnato a lavorare senza fare domande» ribatte con un tono che non ammette repliche.
Lauren sbuffa guardando scettica Camila, la quale corruga la fronte e scuote leggermente la testa, pensierosa.
«Però...» prosegue la governante.
«Posso dirvi che se preso nel modo giusto potrebbe anche aprirsi.
«È molto malato, più di quanto lui stesso sappia, e non vuole farsi curare a dovere. C'è qualcosa...» si interrompe coprendosi la bocca con la mano.
«Cosa?» la sollecita Lauren, nella speranza che ceda. Dal poco che ha visto, qui dentro sembrano tutti avere un gran bisogno di esprimersi e forse, solo forse, se si gioca le giuste carte, potrebbe ottenere qualcosa di più dalla domestica.
Camila passa lo strofinaccio su un piatto, lo sguardo rapito che bazzica ininterrottamente da Lauren a Ally.
Il labbro inferiore di Ally trema paurosamente. Gli occhi della ragazza cominciano a riempirsi di lacrime.
«Non lo so, non so niente!» esplode. «Non dovrei sentirle queste cose» si giustifica coprendosi gli occhi con le mani.
Camila si avvicina cautamente a lei, posando il piatto per scostarle le mani dal viso e prenderle fra le proprie.
STAI LEGGENDO
CRONOSTASI
Fanfiction«Si muove» «Cosa?» Camila si riscuote, apparentemente persa nei propri pensieri, lo sguardo ancora completamente dedito al medaglione nelle proprie mani. «L'orologio a pendolo... Prima era fermo sulle sei e un quarto, adesso ha ripreso a funzionar...