«Avanti, my Lord, ci dica il vero motivo per cui ci ha fatto commissionare tutti questi magnifici abiti. »
Camila adesso lo sta pregando. Vanno avanti da circa un quarto d'ora, il conte con aria maliziosa scuote la testa ad ogni supplica e Camila insiste in un modo che Lauren teme superi ogni limite persino per lei e la ormai confidenza che ha instaurato con Lord Tomlinson.
«E va bene, va bene. Se proprio insisti. Ma così rovini la mia sorpresa, ti avverto» la ammonisce scherzosamente, come se in realtà non volesse svelare quel tanto atteso segreto con le due ragazze.
«Per Natale vi porto a Londra!» esclama con un gesto plateale delle braccia guardando prima una e poi l'altra per attendere l'effetto desiderato.
E non tarda ad arrivare.
Camila, infatti, emette un gridolino di entusiasmo e si sporge per abbracciare il conte in uno slancio emotivo, ma si arresta a mezz'aria ricordando a Lauren una marionetta buffa.
Quest'ultima però non sembra altrettanto trasportata dalla notizia, cosa che non sfugge al Lord che le posa addosso uno sguardo indagatore.
«Non è un po'di rischioso per la sua salute, my Lord?» domanda infatti titubante, come se avesse paura di scatenare una brutta reazione nel suo interlocutore.
Lui però la guarda con attesa. Nessuna traccia di rabbia sul suo volto, nessun segno di sprezzo o ira.
Attende.
In silenzio.
E poi Lauren capisce.
Le guance le si avvampano per l'imbarazzo.
Lei fa riferimento ad una conversazione che hanno solo origliato tempo prima e che non erano invitate ad ascoltare.
Sa in quel preciso istante di aver varcato un confine che nemmeno Camila con tutta la sua esuberanza si era mai permessa di oltrepassare.
«Oh» sospira, come se avessero appena intrattenuto una conversazione muta.
«Mi lusignano le tue preoccupazioni» si decide a parlare il conte. «Ma so quello che faccio e gradirei che non mi venisse fatto alcun tipo di commento sul mio stato di salute che so gestire benissimo da solo» concluse ilare.
Ha lo stesso impatto di uno schiaffo in faccia su Lauren. Si sente mortificata e vorrebbe soltanto alzarsi da quella poltroncina e rinchiudersi in camera.
Ma Lord Tomlinson sembra leggerle un'altra volta nel pensiero, perché si affretta ad aggiungere:
«Oh non prenderlo come un rimprovero, ragazza» ride battendo le mani. «Forse mi sono fatto troppo serio e ho dato quest'impressione» dice accompagnando le sue parole ad un buffetto sulla spalla di Camila che scoppia a ridere alleggerendo la tensione fra tutti.
Eppure a Lauren dà l'impressione che il conte stia solo scappando da quella conversazione, che si stia trincerando un'altra volta dietro ironia e saccenza per nascondere fragilità e insicurezza, proprio come faceva con Harry.
«Mi dispiace» mormora Lauren abbassando la testa. Non riesce proprio a ridere.
«Non dispiacerti appresso ai deliri di un vecchio» continua a sghignazzare Lord Tomlinson. «Piuttosto mi hai interrotto e di questo, sì, te ne faccio una colpa! Hah!»
Lauren solo allora abbozza un sorriso mantenendo sempre lo sguardo basso.
«Quando partiremo? Quando partiremo? » li interrompe Camila appoggiando la propria mano sul gomito del Lord.
Louis Tomlinson le regala un sorriso sottile e affettuoso che fa sentire Lauren la terza incomoda della situazione.
Forse sta delirando lei, ma adesso, proprio in quel preciso istante, in qualche modo desidera di essere guardata alla stessa maniera da quell'uomo. Perché, non sa come, non sa dove, non sa quando, sente un improvviso legame con quella persona che non riesce a spiegare nemmeno a se stessa.
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CRONOSTASI
Fanfiction«Si muove» «Cosa?» Camila si riscuote, apparentemente persa nei propri pensieri, lo sguardo ancora completamente dedito al medaglione nelle proprie mani. «L'orologio a pendolo... Prima era fermo sulle sei e un quarto, adesso ha ripreso a funzionar...