capitolo 8

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Lauren e Camila scoprono che al Royal Pavillion, a quanto pare, non esiste posto per la noia. Una volta nella sala ricevimenti dell'ala nord, una volta al laghetto del giardino, Ally trova sempre loro qualcosa da fare, che sia lucidare delle ceramiche leggere come piume ed eccessivamente decorate d'oro - Lauren capisce che deve decisamente allenarsi ad essere più delicata quando, brandendo un vaso svogliatamente, per poco non lo fa frantumare sul pavimento - oppure potare qualche cespuglio di Erica (seriamente, come diavolo si usano le cesoie?).

Adesso sono nella sala musica, la cui chiave è stata consegnata a Camila direttamente dalle mani ossute di Lord Tomlinson, con un'espressione guardinga e ammonitrice prima del tempo.

«Questa roba è pazzesca» commenta estasiata Camila camminando intorno alla sala, in cui troneggia un enorme Blüthner a coda nero lucido.

Accanto alla finestra più grande vi sono un paio di chitarre classiche e una gigantesca arpa, mentre sulla parete sono appesi alcuni corni di varie forme e dimensioni.

«Credi che il conte li sappia suonare tutti?» domanda curiosa Lauren avvicinandosi all'arpa per guardarla meglio. Allunga un dito e ne sfiora appena una delle sottilissime corde. Un suono melodioso vibra nell'aria per un tempo indefinito, ammaliandola.

«Può darsi, non mi stupirei»

«Cosa dobbiamo fare qui dentro?»

«Suppongo spolverare gli strumenti... Ally ha detto che ci avrebbe supervisionate»

Lauren lancia un'occhiata alla porta.

«Beh, Ally non è qui»

«La aspetteremo» scrolla le spalle Camila e fa per sedersi su una delle poltroncine sparse per la stanza, quando nota il sorrisetto che incurva le labbra dell'altra ragazza.

«Fino ad allora...» lascia la frase in sospeso con un'espressione allusiva, e la bruna aggrotta la fronte.

«Non ho capito»

«Dai, Camila, un po' di perspicacia. Siamo sole, in una stanza del genere, senza che nessuno possa sentirci da fuori. Secondo te?»

«Uhm... Lauren?» Camila si schiarisce la voce.

«Prometto che stavolta starò attenta a non rompere nulla, e facciamo che non tocchiamo né l'arpa né i corni. Okay, non tocchiamo neanche il pianoforte, non voglio sentire le urla del Lord un'altra volta»

Le spalle di Camila si abbassano impercettibilmente e lei emette un sospiro mentre ascolta le parole di Lauren che gesticola animatamente verso il Blüthner.

«Non mi fido molto del tuo garbo, ecco tutto» dice la bruna grattandosi la nuca, vagamente mortificata.

«Fanculo» ridacchia Lauren.

«Dai, prima che arrivi la bacchettona»

«Ally non è una bacchettona, è gentile» la difende Camila mentre l'altra sporge il labbro inferiore in avanti sbattendo le ciglia con un'espressione innocente.

«Ugh, d'accordo. Cosa vuoi prendere?» brontola la bruna.

«Almeno una chitarra la voglio vedere»

Camila si accuccia di fronte ad una delle due chitarre di legno laccato, appoggiata su un piedistallo che la regge perfettamente dritta.

La cassa tondeggiante, la cui forma ricorda un simmetrico otto, è verniciata di marrone scuro, i bordi sfumati in nero, mentre nella parte inferiore sono disegnati dei ghirigori dorati molto raffinati.

«È una Regal del 1937» constata leggendo la targhetta dietro la paletta del manico.

Prestando un'attenzione quasi maniacale, la estrae dal piedistallo per sollevarla e se la appoggia sul grembo dopo essersi seduta su un divanetto poco distante. Lauren è rapida a prendere posto accanto a lei.

CRONOSTASIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora