capitolo 12

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NOTA DELL'AUTRICE: scusate se pubblichiamo di lunedì e non domenica ma abbiamo avuto un imprevisto. Speriamo che possiate godervi il capitolo comunque. La storia è quasi a metà, ma vi aspettano ancora numerose sorprese. Enjoy la lettura, baci.





«Quanto ti ha dato?»

Lauren fruga nella tasca del cappotto per tirar fuori qualche banconota stropicciata.

«Sessanta sterline» risponde scrollando le spalle, guardando Camila di sbieco.

«Sessanta? E che dovremmo comprare, l'intero supermercato?» sgrana gli occhi quella.

«Punto primo, i supermercati qui ancora non esistono» puntualizza Lauren adocchiando l'imbocco di Duke Street.

«Punto secondo, a quanto mi ha detto Ally a casa manca un bel po' di roba quindi mi sa che svuoteremo qualche bottega»

«Perché ha dato i soldi a te e non a me?»

«Perché tu hai esattamente la faccia di una che perderebbe i soldi» spiega Lauren senza fare una piega, intanto fa mente locale dei negozietti che suo padre frequentava per "fare rifornimento" ogni volta che si trovavano in città.

«Non è molto carino da parte tua, Lauren, grazie tante» sbotta Camila incrociando le braccia al petto.

Le due ragazze camminano lungo il primo tratto di Duke Street, cappotti abbottonati fino al collo e l'aria gelida che sferza i loro visi sotto un cielo increspato solo da occasionali contorni a malapena distinguibili della massa di nubi nivee che lo tappezzano.

Finché Lauren non si rende conto che non troveranno mai la boutique del signor Hansen, nonostante il suo aspetto certamente antico, quantomeno nelle memorie della ragazza.

«Fantastico. Non so dove andare»

«Se guardassi più a fondo, anziché impegnare tutta la tua concentrazione a prendermi in giro, vedresti che là sotto c'è un mercato» osserva Camila, il tono ancora stizzito, ma con una punta malcelata di sollievo.

Aguzzando la vista, Lauren si accorge che, effettivamente, la strada è calcata da mille paia di passi di compratori indaffarati e, se tende l'orecchio, può addirittura catturare stralci delle loro conversazioni animate, udire la voce del banditore che contratta un prezzo di accordo con il cliente al banco del pesce, e l'effluvio di qualcosa di cotto, qualcosa che non riesce bene a distinguere in mezzo al brusio, i colori dei tendoni e i raggi lattei di sole che si riflettono su di essi.

«Anelli di cipolla!» la precede Camila.

Lauren storce il naso, suscitando un rapido cambiamento nell'espressione dell'altra.

«Non ti piacciono?» domanda visibilmente sorpresa.

«Mai assaggiati»

«E allora che faccia era quella?»

«So già che non mi piaceranno»

Camila solleva un sopracciglio.

«Non ho mai sentito un'affermazione più prevenuta di questa»

E, seppure Lauren abbia già trovato almeno una decina di modi diversi con cui risponderle, seppure sappia sempre come controbattere, Camila la batte sul tempo quando la prende per mano e la tira con sé. Lauren non può far altro che seguirla - in realtà tenta di richiamarla più volte, ma quella è come se si fosse tappata le orecchie - e, man mano che si addentrano nella stradina, la folla aumenta e proporzionalmente diminuisce l'abilità di Lauren di scansare le varie pozzanghere lasciate dall'acquazzone mattutino.

«Quattro sterline di anellini di cipolla» annuncia Camila, la mano ancora categoricamente intrecciata a quella di Lauren che si guarda attorno come un pesce fuor d'acqua. Il ragazzo dietro la bancarella esibisce un sorriso cordiale appena posa gli occhi sulla bruna.

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