capitolo 13

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Vien fuori che Ally non si accorge della frutta mancante, alla fine, e non c'è realmente la necessità di tirare un sospiro di sollievo, eppure nulla ferma Lauren dal compiere tale gesto.

La domestica prepara loro il pranzo con quanto hanno portato - zenzero incluso, malgrado le flebili proteste di Camila - e di tutto ciò che contengono le buste. Lord Tomlinson interviene solo per assicurarsi che abbiano acquistato i fagioli giapponesi come richiesto, prima di tornare alla propria lettura di un romanzo dalle pagine leggermente ingiallite, che sfoglia con dita tremanti.

Lauren osserva Camila sedersi accanto a lui, al suo solito posto davanti al camino, e domandargli che libro stia leggendo - a cui, naturalmente, il conte risponde con una pazienza che la ragazza stenta ancora a dare per scontata. Ne discutono animatamente perché, stando all'entusiasmo suggerito dalla luce che brilla nelle iridi di Camila e dal suo continuo gesticolare animato - il quale Lauren ha imparato viene generato per due motivi principali: un irrimediabile e avanzato stato di nervosismo, o una passione incontenibile - la conversazione si sviluppa su note esclusivamente positive.

E, sebbene posti in sequela potrebbero risultare sentimenti contrastanti, Lauren avverte un peculiare tepore all'altezza del petto, a quella vista. Il conte, solitamente così austero, che abbassa momentaneamente la propria guardia e con essa abbandona i propri precetti e la compostezza quasi forzata, rimpiazzata da una rilassatezza e spontaneità che colorano le pareti già luminose di sprazzi di raggi di sole e serenità. Camila, collo longilineo leggermente piegato all'indietro mentre cerca di camuffare una risata gioviale col palmo della mano, insufficiente a coprire la contentezza irradiata da ogni lieve piega del proprio viso ad accentuare le emozioni come le Gole di Cheddar, nel Somerset.

In qualche modo, seppure ricopra la posizione di spettatrice, Lauren si sente bene perché sa che è così che deve andare, e non irromperebbe mai nella scena, poiché è così che vuole rimanga impressa nella propria mente, ancora nel vivo dell'atto, ininterrotta.

«C'è qualcosa che vorrei farvi vedere» dice Lord Tomlinson dopo pranzo.

Camila e Lauren hanno appena terminato di sistemare le sedie attorno al tavolo oblungo di mogano quando si scambiano un'occhiata curiosa.

«Seguitemi» le incita lui, una mano saldamente ancorata all'elaborato bastone in legno, l'altra a gesticolare verso le due ragazze.

Escono dalle cucine e si addentrano nei corridoi dell'ala sud silenziosamente, ed è allora che, per la prima volta, Lauren ha l'occasione di osservare il conte mentre cammina. Sa che talvolta l'età può portare degli acciacchi, rallentare i tempi ma, se l'intuito non la inganna, il Lord non dovrebbe avere più di un'ottantina d'anni, motivo per cui il suo passo è alquanto bizzarro e nettamente diverso da quello di un normale anziano della sua età.

Perché è come se fosse bloccato da qualcosa, Lauren lo nota da come si trascina dietro la gamba sinistra a peso morto, e la sua curiosità non può fare altro che crescere alla realizzazione che non si tratti semplicemente di vecchiaia. Dev'esserci qualcosa dietro quel passo incerto, una cautela che non mostra affatto nell'altra gamba, la quale si muove agile e indisturbata, anzi, facendosi carico di tutto il resto del corpo quasi più del bastone stesso.

«È una cosa che solitamente non mostro per non destare chiacchiericcio, ma dato che l'altro giorno si parlava di pitture...»

La voce del conte riporta i pensieri di Lauren in linea, unicamente per perdersi nuovamente nello splendore di ciò che si trova dinnanzi a loro una volta entrati nella stanza di destinazione. Uno spazio si estende circolarmente a perdita d'occhio, sommerso dalla luce che proviene da ampie finestre coperte da maestose tende color borgogna ripiegate e arricciate a formare complesse decorazioni da una vetrata all'altra.

CRONOSTASIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora