Stavo sistemando il bouquet di girasoli su un tavolino, gettando occhiate nervose di tanto in tanto verso il mio orologio d'argento appoggiato sul mobile.
Avevo disposto una sedia imbottita con i braccioli proprio accanto, così da poter dipingere Harry con i fiori.
Era in ritardo di venti minuti.
L'idea che se ne fosse dimenticato mi assalì arrecandomi paranoia.
Due colpi provenienti dalla mia camera da letto mi annunciarono il suo arrivo, placando il panico che stava crescendo dentro di me.
«Louis?» mi chiamò dall'altra stanza.
«Posso entrare?»
«Accomodati» urlai in risposta per farmi sentire oltre la parete.
Udii la porta chiudersi e quella del mio Santuario spalancarsi.
«Da quando una porta chiusa ti ferma dall'entrare?» ridacchiai.
«Proprio per evitare l'incidente della scorsa volta ho bussato»
Mi voltai per sorridergli ma la mia bocca si spalancò per la meraviglia.
Harry era sulla soglia con un completo grigio perla, un gilet a fasciargli il busto, un fazzoletto nero di seta ad arricchire il taschino. Un bavero stretto attorno al collo.
«Perdonami il ritardo, ho salutato Spencer che resterà fuori città per un paio di settimane»
Non potei ignorare la morsa che strinse il mio stomaco.
Lo chiamava per nome.
«Lord Raynold parte? Non aveva detto di amare il suo soggiorno qui?» domandai glaciale.
«Affari urgenti»
Tornai a infastidire i girasoli, spostandoli per poi rimetterli nella stessa posizione.
«Mi dipingerai qui?»
«Sì» risposi asciutto.
«Louis?»
Lo ignorai.
«Louis?»
«Quindi chiami tutti per nome, a quanto vedo»
«Oh» sospirò come se finalmente avesse compreso il motivo che si celava dietro il mio cambiamento d'umore.
«Devo molto a Spencer»
«Non c'è bisogno che tu ti giustifichi» lo fermai più acido del necessario.
«Ma io voglio farlo» ribatté pazientemente.
Rimasi in silenzio e lui lo prese come un segno per proseguire.
«Spencer ha visto in me qualcosa che nessun'altro ha mai notato.
«Mi ha dato una casa quando nessun altro era disposto a farlo, per favore, cerca di capire»
Mi girai, perché il mio atteggiamento risultava davvero infantile.
«In che senso?»
Harry sospirò.
«È complicato. Te lo spiegherò, ma non adesso, va bene?» contrattò mordendosi il labbro e capii quanto fosse nervoso.
«Va bene»
Sorrise mostrando una luminosa mezza luna bianca. Non avrei mai voluto vederla tramontare, così lasciai cadere quel discorso.
«Cosa devo fare?» domandò ispezionando la stanza.
«Accomodati sulla sedia»
Lui ubbidì tamburellando le dita sulle ginocchia.
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CRONOSTASI
Fanfiction«Si muove» «Cosa?» Camila si riscuote, apparentemente persa nei propri pensieri, lo sguardo ancora completamente dedito al medaglione nelle proprie mani. «L'orologio a pendolo... Prima era fermo sulle sei e un quarto, adesso ha ripreso a funzionar...