" Io sono un passionale, capace e incline a fare cose più o meno pazze, di cui qualche volta finisco più o meno col pentirmi. Mi capita per esempio di parlare o agire un po' troppo in fretta, quando sarebbe meglio mostrare un po' più di cautela."
Vincent Van GoghQualche giorno dopo ricevetti la notizia: mi avevano selezionato tra i partecipanti.
Come da regolamento avrei dovuto scrivere un racconto breve, il quale sarebbe stato valutato tenendo in considerazione anche il racconto precedente, quello che mi aveva fatto entrare nella lista dei partecipanti.
Ero molto felice, indubbiamente. Sapevo anche, però, che avrei dovuto mettermi subito a lavoro.
Prima di concentrarmi totalmente sulla scrittura del testo, pensai di scrivere al mio amico M. per raccontargli del concorso.
Ci sentivamo da anni per e-mail. Ogni tanto mi scriveva anche lui per raccontarmi dell'ultimo licenziamento, oppure di quell'ultima ragazza che dopo essere sparita gli aveva scritto di nuovo.
Ci eravamo visti poche volte, ma tutte le volte che riuscivamo a incontrarci, per me, era come sentirmi in pace.
M. mi rispose subito, felice ed emozionato quanto me per quel nuovo concorso. Solitamente non usava tante parole nelle email, ma quelle poche che scriveva erano molto accurate, come "scelte" con attenzione.
Eravamo amici, però per me non era solo questo.
All'inizio della nostra conoscenza alle mie email rispondeva sempre e con tempi relativamente brevi. Col tempo però le sue risposte si fecero più scarse: capitava che io gli scrivessi per chiedergli degli ultimi eventi, per sapere se quel giorno fosse andato bene o meno, sulla sua salute e sul suo lavoro; ma le sue risposte arrivavano qualche giorno dopo o addirittura non si facevano sentire.
Spesso aveva una spiegazione a questi suoi ritardi.
Stessa cosa succedeva quando decidevo di scrivergli una lettera, a volte mi rispondeva e altre volte no, e non sapevo mai come sarebbe andata.
Sapevo che a lui non piaceva dare spiegazioni, o meglio non era nel suo carattere, così col tempo imparai a non chiedergli più motivazioni sul suo comportamento. Aspettavo e speravo, almeno quando era nel suo periodo in cui preferiva rimanere in silenzio.
Quel giorno ricevetti la sua email. Ero veramente felice per aver ricevuto la sua risposta, e per aver condiviso un bel momento con qualcuno che riusciva a capire l'importanza che aveva per me quell'opportunità.
Mi misi poi a lavoro. Presi dei fogli sui quali scrivere le prime idee, ma nessuna sembrava all'altezza del racconto precedente. Allora fermai la penna e buttai via tutti i fogli, stracciandoli e facendoli in mille pezzi.
Cominciai a sentire il cuore battere più forte. Sentì dentro un forte calore, come se una parte di me si stesse azzerando.
Ricomincia da zero, questa volta però nella mia testa. Comincia a disegnare possibili percorsi, possibili storie. Ognuna presentava però dei difetti che non riuscivo a correggere senza creare difetti ancora più grossi nella storia.
Più pensavo e più creavo confusione, più cercavo di fare chiarezza e più la storia si indeboliva.
Sbattei i pugni sul tavolo e decisi di provare nuovamente a scrivere sui fogli.
Ormai era tardi, mi sentivo molto stanca è l'unica cosa a cui pensavo in quel momento era a quanto avrei voluto avere lì vicino M.
Però sapevo che questo non era possibile e dovevo arrendermi ai fatti e a quella particolare circostanza.
Era tardi, ma non volevo andare a dormire senza aver almeno provato a scrivere una pagina.
Presi il cestino dove avevo buttato i fogli strappati e li buttai sul tavolo. Cercai di unire i prezzi strappati dei fogli, ma fu del tutto inutile.
Presi di nuovo il cestino e gettai di nuovo tutti i fogli strappati, accartocciati.
Disperata decisi di andare a dormire e di riprovare a scrivere solo dopo aver riposato.
Non avevo molto tempo, solo due giorni per scrivere quel racconto breve.
Entrai nel letto, ma non riuscì a dormire. Ero troppo nervosa per riuscire a dormire: continuavo solo a pensare possibili storie, a come costruire la mia storia.
Il cuore batteva ancora forte, mi sentivo nervosa, agitata.
Pensavo e pensavo, ma non riuscivo a chiudere occhio. Ogni sforzo sembrava inutile: non riuscivo a controllarmi e a controllare la testa che in quel momento mi sembrava stesse per scoppiare.
Mi sentivo sempre più debole e sempre più stanca.
Poi, all'improvviso, mi addormentai.

STAI LEGGENDO
"Il Dott. S."
قصص عامةIl Dott S. accompagnerà la protagonista alla scoperta di se stessa, attraverso le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti: la rabbia, la paura, l'ansia, amore... Un viaggio che la condurrà ad acquisire certezze nella vita, più consapevolezza e...